With or Without You

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... I'll wait for you
Sleight of hand and twist of fate
On a bed of nails she makes me wait
And I wait without you ...

Washington DC

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Gli orologi da parete sanno essere terribilmente fastidiosi quando scandiscono il rumore dei tuoi pensieri che ti martellano dentro la testa toccando ogni più nascosta corda dell'anima.
Odio la notte quando non dormo, il che vuol dire che praticamente odio tutte le notti quando sono da solo. Quel maledetto orologio nell'altra stanza. Ogni notte vorrei buttarlo via. Mi chiedo perché non l'abbia ancora fatto.

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Tra due giorni sono 3 anni, o forse dovrei dire domani, dato che è già mattina. 1096 giorni, 1096 notti. E mi chiedo ancora perché.
Nel cassetto del mio comodino ho 3 biglietti aerei mai usati. Chissà, forse ne comprerò anche un quarto e non userò nemmeno quello.
Forse se Gibbs quella mattina non mi avesse chiamato per convocarmi subito in ufficio, poco prima di arrivare in aeroporto, gli altri due non li avrei mai comprati, sarei andato la prima volta. Poi c'è sempre una scusa, un motivo per rimandare e per non partire. E l'impulsività di comprare un altro biglietto e la ragione che mi fa rimanere. E così i mesi sono diventati anni ed adesso penso che forse è troppo tempo, che si sarà rifatta una vita e mi avrà dimenticato. Come è giusto che sia.

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Odio queste maledette notti che mi fanno pensare. A me, a te, a noi. A quello che sarebbe potuto essere e che non è stato, a quel negozio di hot dog. Ma perché ti parlo come se fossi qui? Come se potessi sentirmi? Che poi chissà se tu a tutto questo ci hai pensato mai o a quello che è stato e se anche per te è stato come per me.
Penso a quell'ultimo bacio e al fatto che fino all'ultimo ho pensato che tu mi avresti chiamato mentre salivo sull'aereo. Bastava una sola parola e sarei rimasto o ti avrei portato via con me.

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Mi sono sempre chiesto se eri gelosa di Jeanne e se quando le ho detto che tra di noi non c'era niente era perché in realtà non volevo legarmi a lei, perché poteva accadere. Zoe non l'hai conosciuta e se l'avessi conosciuta voleva dire che eri qui e quindi non poteva accadere nulla. Ora sto con una ragazza fantastica, Michelle una testa da secchiona su un corpo da Miss America. Mi ama, insieme a lei sto bene mi fa anche divertire. Però mi sento terribilmente in colpa perché non riesco a lasciarmi coinvolgere totalmente, non riesco ad essere suo. Perché ho sempre in mente te.

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Quanto sono stupido a parlare di notte, quando dovrei dormire, con qualcuno che mi ha lasciato andare via come hai fatto tu, come se tu potessi sentirmi. Ma ho solo bisogno di dire a me stesso tutte queste cose e quando voglio parlare con qualcuno, vorrei farlo con te. E lo faccio a modo mio.
Michelle vorrebbe sposarsi. E' un brillante avvocato di un importante studio qui a DC. Io ci sto pensando e prendo tempo. Ma se non sono bastati 1096 giorni a dimenticarmi di noi, non basteranno altrettanti. Ho una tua foto a casa mia, a Michelle ho detto che sei una mia ex collega morta anni fa, così non le da fastidio che ti tenga lì, proprio all'entrata. Ah ed ho anche il tuo ciondolo. Lo porto sempre adesso e non sai le risate. Una volta un signore mi si sedette vicino sulla panchina al parco dopo che avevo fatto jogging e cominciò a parlare in ebraico. Io non capivo una parola e annuivo fino a quando non fu chiarito l'equivoco.
Pensa se mi avesse visto mia nonna con quel ciondolo, lei che tutte le mattine andava in chiesa e si raccomandava che diventassi un buon cristiano come da trazione familiare.

Tic Tac. Tic Tac. Tic Tac.

Sai cosa penso, che non ti metto da parte perché non voglio farlo in fondo. Mi sento un verme quando guardo Michelle e le parlo come vorrei parlare a te. Però devo andare avanti. Devo metterti in quel cassetto con i biglietti aerei, perché se non ho avuto il coraggio di venirti a riprendere, devo avere almeno quello di non lasciarti in sospeso nella mia vita. Devo continuare a vivere senza di te. Lo devo a me stesso e lo devo a Michelle. Ma non so perché dico tutto questo, se già so che non ci riuscirò.
Sono le 4 passate. Tra meno di 3 ore suonerà la mia sveglia e devo ancora dormire. In Israele ora sarà quasi ora di pranzo invece. Chissà se almeno tu hai dormito bene stanotte...

DRIIIIIIIN

Giù dal letto di corsa. Mi guardai allo specchio e mamma mia che faccia orribile mio caro Tony! Certo con 3 ore scarse di sonno non potevo aspettarmi di meglio. Doccia. Barba. Il vestito è ok.
Squillò il cellulare. Michelle.

- Ciao Amore! Dormito bene senza di me stanotte?
- Come un bambino, mi sono addormentato pensandoti.
Mentii spudoratamente.
- Allora questa sera ci possiamo vedere, così non avrai bisogno di pensarmi quando ti addormenterai.
- Mi pare un'ottima idea, non vedo l'ora che sia stasera. Ti chiamo dopo che adesso sono in ritardissimo com al solito ed il mio capo lo sai che tipo è! Ti amo!
Non aspettai nemmeno la sua risposta, misi giù il telefono ed uscii di casa.

Gli alberi carichi di foglie rosse, arancioni e gialle coloravano i viali di Wahington. Nelle vetrine già si vedevano le prime decorazioni di Halloween che sarebbe stato poche settimane. Una folata di vento alzo un mucchio di foglie dal marciapiede e mi avvolsero come in un girotondo. Mi strapparono un sorriso malinconico. Le temperature si stavano abbassando, alzai il bavero della giacca ed entrai nel mio solito coffeeshop.
Doppia razione di caffè stamattina. Arriverò tardi, ma non se ne accorgerà nessuno, se ne accorgerebbero se arrivassi puntuale, magari si preoccuperebbero anche come già McPsicologo aveva fatto quando mi aveva trovato in ufficio alle 8 di mattina.
Non capisco perché a Gibbs il mio caffè non piace. Non l'ho mai capito, eppure è buono, ma lui si sa è di gusti difficili e...

- Agente Speciale Di Nozzo? Chi è che mi chiama la mattina prima che abbia finito il mio caffè, dopo aver passato una notte insonne e non essere ancora in ufficio. Mi voltai contrariato e vedo una macchina scura dai vetri scuri con il finestrino posteriore abbassato.
- Agente Speciale Di Nozzo? Le dobbiamo parlare
Sì, ce l'ha proprio con me. Sfodero il mio miglior sorriso possibile
- Agente Super Speciale Di Nozzo. Chi mi sta cercando?
- Non è il momento di fare battute Agente, entri e ci ascolti.
Ok, i tizi sono più seri del previsto, la versione Di Nozzo special non è piaciuta, facciamo i seri.
- Non so chi siete nè cosa volete da me, quindi signori, se mi volete parlare sarò tra... 30 minuti nel mio ufficio al NCIS che voi immagino sappiate bene dove si trova visto che mi avete cercato e ne possiamo parlare lì.
- No Agente Speciale Di Nozzo, non si tratta di lavoro. Si tratta di Ziva. Ci vuole ascoltare adesso?

Ziva.
Sentii una vampata di calore avvolgermi tutto il corpo, poi come all'improvviso il sangue gelarsi nelle vene e non scorrere più. Perchè mi stavano cercando per parlarmi di Ziva? Cosa le era successo?

- Agente Speciale Di Nozzo, non abbiamo molto tempo è urgente. Salga in macchina.
Lasciai cadere il caffè a terra, aprii la portiere a salii dentro come un automa. Le parole "Ziva" e "urgente" rimbombavano nella mia testa. Perchè dopo 3 anni dopo 1096 giorni Ziva mi faceva cercare? Doveva essere qualcosa di grave non c'era altra spiegazione.
- Cosa sta succedendo e voi chi siete, Mossad?
- Esatto Agente Speciale. Ziva è stata gravemente ferita in una missione in Siria qualche giorno fa. Non sappiamo se supererà la crisi, i medici sono molto preoccupati e lei ci ha chiesto solo di trovarla e di accompagnarla da lei.

Balbettai qualcosa come a dire "va bene" ma i miei pensieri non erano più lucidi. Credo che le mie mani stessero anche tremando. Avevo paura, paura che non sarei arrivato in tempo. Avevo paura che non l'avrei più rivista.
Loro evidentemente non stavano aspettando una mia risposta ed appena salito in auto chiusero le portiere e partirono di corsa.

Ziva ed il Mossad. Pensai che ero uno stupido, che lei non voleva cambiare vita. Voleva la sua vecchia vita. Ed evidentemente la voleva più di quanto non volesse stare con me, di quanto non volesse la sua nuova vita qui negli Stati Uniti, con i suoi amici prima ancora che colleghi.
Forse, pensai ancora, il richiamo delle origini era più forte di tutto il resto. E se sei del Mossad non smetti mai di esserlo a costo di sacrificare la tua vita.
Avrei pensato solo a quanto ero stupido se gran parte della mia mente non fosse stata occupata da quel freddo pensiero di paura di perderla per sempre, anche se in fondo non si può perdere qualcosa che non è mai stato tuo se non per un breve istante utile a sovvertire tutto l'universo. Qualcuno che probabilmente tua non ha mai voluto esserlo.

Lo stordimento iniziale divenne sempre maggiore, la testa era pesante e vedevo solo la sua faccia. Mi addormentai in macchina. Ma non era per il sonno...

The Memory RemainsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora