Father and Son

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... I was once like you are now
And I know that it's not easy
To be calm when you've found
Something going on
But take your time, think a lot
I think of everything you've got
For you will still be here tomorrow
But your dreams may not ...

Il rumore della porta che sbatteva riecheggiava nel corridoio. L'infermiera di prima mi venne incontro. Stava di nuovo riprendendomi per il mio comportamento poco consono. Annuivo ma nemmeno l'ascoltavo.
- Se è tutto, io adesso andrei, ok?
Non aspettai una risposta, me ne andai dall'ospedale e non ci tornai più. Sapeva come avrei reagito, ecco perché mi aveva chiesto quel bacio prima. Era il suo bacio d'addio, ancora una volta. Addio... Rabbia ed angoscia si divertivano a giocare dentro di me. "Ziva David, perchè ti diverti a giocare con me, con i miei sentimenti? Perchè prendi il mio cuore e lo calpesti?"

Tornai all'NCIS.
Appena si aprì l'ascensore gli occhi di Gibbs, McGee e Bishop erano tutti su di me.
- Ciao Tony, come mai così presto? - Mi chiese McGee
- Ziva non ha più bisogno di me.
- Sta meglio? - Mi chiese Bishop innocentemente e speranzosa. Si sentiva ancora in colpa per non aver potuto fare nulla.
- Non lo so. - Risposi secco mentre facevo scorrere le immagini di un caso sul pc senza in realtà guardarle.
Gibbs ci osservava da dietro il monitor senza proferir parola. Si tolse gli occhiali e si alzò.
- Tony, vieni con me
Lo seguii nella sala riunioni, chiuse la porta con forza.

- Allora Tony? Cosa diavolo sta succedendo.
- Capo, credo che tra me e Ziva sia stato tutto un equivoco, pensavo di conoscerla... Mi ha solo preso in giro...
Mi guardò perplesso nel sentire le mie parole, gli raccontai quanto accaduto prima cercando di essere il più lucido possibile, per quanto potevo e riuscivo in quel momento. Non ricordavo molto di quanto le avevo detto, mi venivano in mente frasi a caso insieme ai flash del suo volto che rigato dalle lacrime nel sentire le mie parole d'accusa. Gibbs ascoltava in silenzio, come suo solito, ma non riusciva a nascondere il suo disappunto nel sentirmi ripetere certe frasi. So cosa provava per Ziva.

- Un figlio Gibbs! Ti rendi conto? Io ho un figlio e non sapevo nemmeno che esistesse!Io sono stato un fantasma nella sua vita. Chissà cosa avrà pensato di un padre inesistente. Forse mi odia e non lo so.
- Ne hai parlato con Ziva?
- No! Non voglio parlare con lei. Non adesso! Mi ha tolto 3 anni di mio figlio ed ora non sappiamo nemmeno dove sia, chi ce l'ha... come posso perdonarla?
- Non spetta a me dirtelo Tony. Ma non credo che evitare di parlare sia la soluzione migliore.
- C'è una soluzione a tutto questo Gibbs? Non esiste soluzione.
- La devi trovare tu, anzi voi. Comportandovi da adulti responsabili.
Rimasi un po' in silenzio anche io. Ci guardavamo. Gibbs non se ne andava, sapeva che avevo altro da dire, aspettava i miei tempi. Non ero mai stato così taciturno.
- Io... Non so niente di lui
- Gli piacciono i dinosauri e il calcio. - Mi disse semplicemente, come fosse la cosa più normale del mondo che lui lo sapesse
- E tu che ne sai capo?
- Quando eravamo a Tel Aviv prima di trovarvi ero andato a casa di Ziva, vidi la camera di tuo figlio e molto foto di loro due insieme. Non ci misi molto a capire chi fosse quel bambino.

Anche Gibbs conosceva mio figlio più di me. Mio figlio. Mi faceva così strano anche solo pensare quelle parole. Ero totalmente stordito ed arrabbiato.

- Lo sapevi da allora Gibbs. E non mi hai detto nulla! Lo sapevi per tutto questo tempo delle indagini! Sapevi perché Ziva era così nervosa a volte, sapevi perché dei suoi scatti improvvisi. Mi avete lasciato fuori da tutto! Eppure lui riguardava anche me! - Gli urlai contro
- Non ero io a doverti parlare di questo Tony.
- Ziva lo sa che tu sapevi?
- Sì, ne abbiamo parlato a Tel Aviv, mi disse lei che quel bambino era tuo, ma ne ero certo anche da prima che me lo confessasse.
- Perchè pensavi che fosse mio?
- Lo pensavo non c'è un perchè. - Già, lui era Gibbs, le cose le sapeva, senza bisogno che nessuno dicesse nulla - Dovresti parlarci anche tu. Le cose non sempre sono semplici come sembrano.
- La stai giustificando Gibbs. Non ci sono giustificazioni.
- Non la sto giustificando, sto dicendo che le cose possono essere complicate e non per la nostra volontà.
- Tu non sai Gibbs cosa vuol dire scoprire di avere un figlio e che nessuno te lo aveva detto per tre anni...
- Mi dici sempre che io non so cosa stai passando tu, cosa hai provato tu. Non hai l'esclusiva del dolore Tony. E comunque no, non lo so cosa vuol dire. Mi piacerebbe saperlo. So cosa si prova a perdere una figlia e la donna che ami. Tu dopo 3 anni hai ritrovato entrambi. - Il tono della sua voce passò da arrabbiato a triste. - Non so cosa provi, è vero. So, però, che sei fortunato.

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