Always Will Be

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... our day is done 

i'm left here wondering
Is this the end, my final words to you...


- Chi sei, cosa vuoi da me?
- E' importante per te Tony sapere chi sono? Stai per morire oggi, ma giustamente vuoi sapere chi ti ucciderà. Ma non te lo dirò io, Agente SuperSpeciale.
- Ziva, dov'è Ziva?
- Che tenero che sei Tony Di Nozzo. Stai per morire e ti preoccupi di una persona che per tre lunghi anni è sparita completamente dalla tua vita, che ti ha lasciato tornare solo a casa preferendo rimanere qui.
Qui. Ero in Israele quindi.
Le sue parole mi facevano più male dei polsi stretti dietro la schiena e dei muscoli tesi da troppe ore in quella posizione.
Forse aveva ragione lui.
No, stavo delirando, stavo dando ragione a chi da lì a poco mi avrebbe ucciso.
Pensavo di non arrivare in tempo per vedere un'ultima volta Ziva ed invece nessuno avrebbe più visto me. Era buffo no? Nessuno sapeva che ero lì, nessuno mi avrebbe più trovato se il mio aguzzino non avesse voluto farmi trovare. Sorrisi e trovai stupido che non riuscivo ad essere serio nemmeno quando stavo per morire. Allora aveva ragione McGee quando diceva che ero irrecuperabile.

Morire. Quante volte mi sono trovato davanti alla morte negli ultimi anni? Nemmeno le ricordo più, ogni volta eppure è diversa, perché in ogni momento che pensi di lasciare questo mondo sei tu che sei diverso. Chissà se i miei amici mi cercheranno o se mi troveranno mai. Se penseranno che me ne sono andato e li ho abbandonati. No Abby non potrebbe mai farlo. Abby... Quella ragazza è troppo sensibile. Abby sicuramente mi cercherebbe. E Michelle, secondo i miei conti a quest'ora dovevamo essere a casa sua, sul suo letto in una posizione certamente più comoda di questa. Forse per lei sarà meglio così, troverà qualcuno che la amerà come merita.

- Agente Di Nozzo, è preoccupato che sta per morire?
- No. Sono preoccupato per le persone che mi vogliono bene.
- Vede agente Di Nozzo, non pensavo che sarebbe stato così facile convincerla a venire qui. I miei informatori erano molto meglio informati di quanto pensavo, ma io non credevo che potesse esistere qualcuno così rammollito da buttare a terra il suo caffè salire in macchina con sconosciuti e lasciarsi portare in Israele solo per aver sentito un nome. Se questo è un agente speciale dell'NCIS mi immagino gli altri!

Fece una grossa risata, e sul suo viso rimase stampato un ghigno soddisfatto.
Non aveva paura a mostrarmi il suo viso, secondo lui tanto non avrei potuto raccontarlo a nessuno.

- Di Nozzo, Di Nozzo... lasci tutto e vieni qua per lei! Che sentimentale! Che romantico principe azzurro! Chi lo avrebbe mai detto che sotto quell'aria da Don Giovanni battesse il cuore di un così tenero innamorato... - Adesso si rivolgeva a me con un tono più colloquiale, così poteva deridermi meglio - E così in modo semplice semplice il mio piano si compie. Tu sarai accusato di essere entrato illegalmente in Israele ed aver ucciso un uomo del Mossad, Ziva ti ucciderà e contemporaneamente sarà accusata di alto tradimento dallo stato di Israele. Sai cosa accadrà, poi, vero?
- Cosa stai dicendo?
- Cosa c'è Di Nozzo? Ora hai paura di morire? O hai paura di chi ti ucciderà? Hai qualche idea in mente, vero?
- Stai mentendo.
- No, Di Nozzo, non sto mentendo. Ti sto solo spiegando il mio piano. Che secondo i miei calcoli si compirà tra poco tempo. Così la mia vendetta sarà completa e tutto sarà stato grazie a te. Perchè chi è che poteva sicuramente venire in Israele se avesse saputo che Ziva era in pericolo? O tu o il tuo capo. Ma il tuo capo non sarebbe mai salito al volo su una macchina del Mossad senza ragionare. Vedi qual'è il tuo problema Agente Speciale Di Nozzo? Tu non hai ragionato. Ti sei solo lasciato trasportare dai sentimenti. Gibbs non l'avrebbe mai fatto. Per questo abbiamo scelto te, anche se non speravamo nemmeno nei nostri sogni che sarebbe stato tutto così facile. Grazie Agente Super Speciale!

Rise ancora.

Una pedina. Ecco cosa sono. Ecco cosa la mia stupidità mi ha portato a diventare, una pedina per un folle. Come ho potuto essere così stupido da credere che Ziva avesse mandato degli agenti del Mossad a cercarmi perché voleva vedermi. Ed ora sono qui, legato come un salame che sta per morire perché troppo stupido, perché forse è vero, mi sono rammollito e pensavo solo con il cuore. Mi prenderei a schiaffi da solo se non avessi le mani legate dietro la schiena. E vorrei che ci fosse Gibbs a darmi uno dei suoi scappellotti.

Il rumore di una macchina mi destò dai miei pensieri. Lo sportello sbattè violentemente in un rumore sordo che si amplificò nell'hangar vuoto. Poi dei passi rapidi che si avvicinavano sempre più. Una sagoma controluce apparve e se non era una visione era proprio lei.

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Eccolo era lì, seduto, come nella foto. Avevo aspettato 3 anni per rivederlo, ma non così.
Mi aveva visto, sentivo il suo sguardo.
Mi avvicinai velocemente.
- Tony!
- Piano Ziva, fai piano...
Non era la voce di Tony, era qualcuno dietro di lui una voce che mi sembrava familiare.
- Non ti ricordi di me?
Fece due passi avanti e il suo volto ora era visibile. Era invecchiato, i suoi capelli diradati e quella cicatrice in più sulla guancia ma era lui.
- Yehouda!
- Brava Ziva, vedo che ti ricordi dei vecchi amici. Ho aspettato molto per vederti di nuovo e devo dire che non sei cambiata per niente, anzi sei ancora più bella di quanto eri da bambina, quando giocavi con Leah. Ti ricordi di Leah, Ziva? Aveva la tua età, oggi sarebbe stata bella come te se tuo padre non avesse deciso che era sacrificabile.
- Mio padre è morto Yehouda, cosa vuoi da me e da Tony?
- Lo so che tuo padre è morto, purtroppo. Non che mi dispiaccia per la sua fine, mi dispiace solo perché prima di morire non ho potuto farlo soffrire come lui ha fatto soffrire me.
- Vuoi uccidermi? Fallo, uccidimi, ma lascia stare Tony. E poi non credere, mio padre non avrebbe sofferto per la mia perdita. Non avresti avuto comunque la tua vendetta
- Ziva, come sei ingenua. Tuo padre avrebbe sofferto moltissimo non per la tua morte, ma per il fatto che avrei consegnato agli Stati Uniti un'assassina che agli occhi di Israele sarebbe stata solo una traditrice per aver ucciso un membro dell'NCIS e un agente del Mossad. In questo momento nella tua auto ci sono tutte le prove che ti inchioderanno, nella tua casa un cadavere fresco fresco del povero inesperto Shimon che ti stava pedinando da tempo. Sei finita Ziva David.

Cosa stava succedendo? Istintivamente portai la mano alla pistola, guardai Tony che aveva lo sguardo basso, sembrava rassegnato.

- Uccidimi Ziva, dai non aspetto altro. Così tutto si compirà in 360 secondi.

Fu un attimo. Nemmeno ascoltai quelle parole. Sparai 3 colpi uno dietro l'anno. Yehouda cadde a terra.

Bip Bip Bip Bip

Tony alzò lo sguardo. 360, 359, 358, 357...
Appena colpii Yehouda un timer partì da una cintura che Tony aveva legata alla vita.

- Perchè sei qui Ziva?
- Zitto Tony fammi vedere!
Corsi verso di lui e mi abbassai a vedere quel congegno.
- Ziva perchè sei qui? Rispondimi!
- Perchè non posso vivere senza di te.
Tony rise. Una risata fragorosa che nulla centrava con quel momento.
- Ho già sentito questa frase Ziva, ma non l'hai detta tu. Non saresti dovuta venire.
La mente tornava ad anni prima, in Somalia, quando eravamo una davanti all'altro. Lo stava facendo apposta, adesso a rispondermi così.

Bip Bip Bip Bip

- Quanto sono lunghi 360 secondi Ziva? Bastano per dire tutto?
- Cosa dobbiamo dirci Tony?
- Non so, Ziva, qualcosa...
360 secondi non bastavano per dire tutto quello che gli avrei voluto dire. Forse non basterebbero nemmeno 360 giorni. Non basterebbe una vita.

Bip Bip Bip Bip

Quei maledetti fili rosso, blu, nero, giallo, verde... Cercai di ricostruire mentalmente tutto quel circuito ma quel maledetto bip bip mi entrava nel cervello.

- Sai qual è la cosa più buffa? Che non sono nemmeno i minuti più difficili della mia vita...
Il suo tono era quasi divertito, era la voce alla Tony, quella di chi non prende le cose mai sul serio... o quasi... Poi cambiò e mi urlò quasi rabbioso.
- Ziva dimmi qualcosa!
Sembrava che più che la situazione lo disturbasse il mio non parlare, ma tutte le mie attenzioni ora erano su quei maledetti fili.
- Zitto Tony, fammi concentrare, o moriremo entrambi tra poco.
- Io morirò Ziva. Tu puoi andartene quando vuoi. Non ho mai chiesto che qualcuno morisse per me.
Le sue parole mi colpivano come pugni in pieno volto, ma molto più dolorosi. Dopo tanti anni capii quando male potevo aver fatto con delle semplici parole sbagliate dette nel momento sbagliato. Ma ora non potevo permettermi di parlare, di lasciarmi sopraffare dalle emozioni. Ora dovevo essere gelida, più del solito. Non potevo lasciare Tony lì a morire da solo, ma ora non potevo morire nemmeno io. Yehouda mi aveva sottovalutato, 360 secondi bastavano per disinnescare quel congegno.

- Tony ti fidi di me?
- Ho scelta Ziva?
Ci guardammo negli occhi, per qualche secondo di quelli che rimanevano. Sul timer i numeri sembravano scorrere ancora più veloci di quanto era in realtà. Tra un bip bip e l'altro sentivo solo il rumore dei nostri cuori che battevano in preda all'adrenalina. Avevo deciso quale filo tagliare, estrassi il coltello.
Guardai di nuovo Tony e lui guardava me.
- Vattene Ziva, vai via fai ancora in tempo.
No, non potevo andarmene, non potevo lasciarlo così. Lui non lo avrebbe mai fatto.
Presi il filo verde tra le mani, e mi avvicinai ancora di più a lui. Le nostre labbra si sfiorarono, gli occhi di Tony si spalancarono per la sorpresa del mio gesto. Poi chiusi i miei tagliai il filo mentre continuavo a baciarlo.

Diedi un colpo netto e sentii solo silenzio. Allontanai le mie labbra dalle sue, guardai il timer ed era spento. Sorrisi. Tony aveva ancora la faccia completamente inebetita.
- Adesso dovresti dire "Ho vinto io" come Christian Slater in "Nome in codice: Broken Arrow" dopo che ha disattivato la bomba. - Mi erano mancate le sue citazioni dei film...
- E' andata - sospirai sorridendo
- E se non andava?
- Era il modo migliore di morire, Tony
- Con una bomba?
- No, con te.

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Con me.
- Dai Ziva, toglimi tutta questa roba di dosso.
Le sue mani con il pugnale rapidamente stavano sciogliendo tutte le corde che mi tenevano legato. Sembrava il battito d'ali di una farfalla che mi accarezzava dandomi la libertà di nuovo.
Sentivo i muscoli indolenziti degli avambracci muoversi lentamente e riprendere una posizione più consona, le caviglie libere e quella cintura finalmente slegata.
- Andiamo!
Non era un invito era un ordine. Mi alzai e barcollai un po'. Poggiò il suo braccio sul mio fianco e mi sostenne. La lasciai fare, posai il mio braccio sulla sua spalla ed uscimmo così dall'hangar.
La sua macchina era proprio lì davanti ma prima di riuscire ad entrarci diventammo il bersaglio una una serie di colpi che piovevano dall'alto. Li evitammo quasi tutti proteggendoci tra la vettura ed un albero fino a quando non sentii una fitta alla spalla destra e la voce di Ziva che urlava il mio nome.
Le bastò solo un colpo per abbattere quell'uomo rimasto sul tetto, poi mi fece salire in macchina e subito partimmo veloci.

- Devi andartene Ziva. Tra poco avrai tutto il Mossad che ti cercherà.
- Devo portarti in ospedale Tony. Al resto ci penserò dopo.

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Devo pensare a te ora Tony. Devo pensare solo a te adesso.

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