Wish you were here

609 19 0
                                    

... How I wish, how I wish you were here
We're just two lost souls
swimming in a fish bowl
Year after year,
running over the same old ground
What have we found?
The same old fears.
Wish you were here ...

Era la mattina della vigilia del nostro matrimonio. Avevamo deciso di sposarci di giovedì sorprendendo un po' tutti, ma solo perchè avevamo in mente di ritagliarci un week end un po' lungo solo per noi. Avevamo spiegato più volte a Nathan che sarebbe rimasto qualche giorno con Abby e Stevy mentre noi eravamo fuori, ma lui era stato irremovibile: voleva stare con Gibbs che pur di far felice lui e noi acconsentì a prendersene cura, provocando più di qualche dispiacere ad Abby che adorava fargli da zia, ma Nathan aveva un debole per Gibbs e non c'era stato niente da fare.
Quella mattina mi svegliai presto per accompagnarlo all'asilo e lasciai Tony a dormire a casa. Quando tornai era sempre in camera, silenzioso, seduto sul bordo del letto. Sul comodino c'era una piccola scatola aperta. Stava con la testa bassa e le braccia appoggiate sulle gambe. Tra le mani una vecchia foto.
- Disturbo? - gli chiesi sedendomi vicino a lui e cingendogli le spalle.
- Mai - mi rispose senza alzare lo sguardo dalla foto.

Era lui, avrà avuto 3 o 4 anni, abbracciato a sua madre. Era incredibile come lo faceva esattamente nello stesso modo in cui Nathan abbraccia me. Se fisicamente Nathan sembrava assomigliare molto di più a me, occhi a parte, aveva tanti degli atteggiamenti di Tony e pensandoci adesso mi rendo conto che li ha sempre avuti, non era stato influenzato da lui, era semplicemente così, uguale a suo padre in tante piccole cose e più li vedevo insieme, più me ne rendevo conto: come dormivano, come sbuffavano, l'espressione soddisfatta quando mangiavano qualcosa di loro gradimento, come si rabbuiavano quando qualcosa non andava secondo i loro piani, come mi guardavano quando volevano qualcosa ed io faticavo a resistergli.
Solo su una cosa lo stava plasmando a sua immagine e somiglianza: come vestirsi. Aveva pian piano rivoluzionato il suo guardaroba lasciandomi poca possibilità di obiettare: indubbiamente Tony aveva gusto, sapeva scegliere vestiti di classe per se, solo che spesso non erano propriamente adatti ad un bambino di nemmeno tre anni ed il più delle volte le sue spese esagerate per i vestiti di Nathan erano fuori luogo, visto che non avrebbe sfruttato quei vestiti a lungo, ma lui non se ne curava, come la prima volta che eravamo andati a fare shopping per lui insieme. Io speravo che quella fosse solo l'eccitazione della "prima volta" invece era solo l'antipasto di quello che sarebbe sempre stato. Così i normali vestiti pratici da bambino e le tute sparivano pian piano dal suo guardaroba lasciando sempre più spazio ai vestiti firmati scelti da Tony, casual sì, ma sempre di classe. La cosa buffa era che Nathan vedendo il papà che passava tanto tempo a specchiarsi ed aggiustarsi vestiti e capelli, aveva cominciato anche lui a fermarsi davanti al nostro grande specchio in camera a guardarsi ogni volta, passandosi una mano sui capelli ed in realtà se li spettinava di più, ma non potevo fare a meno di guardarlo e sorridere di quel piccolo, vanitoso, DiNozzo in miniatura.

Tony non si era mosso dalla sua posizione, sempre con gli occhi fissi sulla foto.
- È molto bella. - gli dissi. Era la prima volta che vedevo una foto di sua madre.
- È vero - mi rispose sembrava non aveva voglia di parlare
- Ti manca molto, eh...
- Tantissimo. Chissà cosa penserebbe di me oggi...
- Sarebbe sicuramente orgogliosa.

- Vorrei che fosse qui. Vorrei che ti conoscesse e vorrei che conoscesse anche me. - Si era rotta la sua diga, ed ora parlava come un fiume in piena - Sai qual'è la cosa che mi rende più triste? Che fatico a ricordarmela. E' una traccia nella mia memoria sempre più sfocata, come il suono della sua voce. E quando nella mia mente torna qualche ricordo più vivo o magari la sento che mi sgrida o mi chiama, mi aggrappo a quel pensiero e lo stringo con forza perché non la voglio lasciar andare via. Ricordo benissimo le sensazioni e i gesti, ma la sua immagine e la sua voce sono sempre più lontane. Come se ora che sono adulto mi stesse lasciando, come se pensasse che ora non ho più bisogno di lei.

The Memory RemainsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora