Skyfall

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... Where you go I go
What you see I see
I know I'd never be me
Without the security
Of your loving arms
Keeping me from harm
Put your hand in my hand
And we'll stand ...

Quella mattina il sole sorse troppo presto. Ero ancora sicura tra le sue braccia quando i primi raggi dell'alba entrarono nella stanza.
Fece una smorfia quando mi sciolsi dal suo abbraccio e sostituii il mio corpo con il lenzuolo. Non mi preoccupai di rivestirmi per andare in bagno e mentre stavo uscendo lui si svegliò. Sentii il suo sguardo che insisteva su di me e mi sentii in imbarazzo a lasciarmi guardare così alla luce del sole. Chissà se si sarebbe accorto del tempo che era passato e dei segni che una gravidanza inevitabilmente ti lascia. Istintivamente provai a coprirmi con le braccia, lui mi guardava sorridendo.
- Non lo fare, conosco già a memoria il tuo corpo
In quel momento avrei lasciato tutto e sarei tornata da lui su quel letto a regalarci altri momenti di piacere.
Fortunatamente il ricordo della telefonata di Gibbs della sera prima mi fece riacquistare un minimo di lucidità.
- Vado a farmi una doccia - gli dissi mentre stavo uscendo
- Aspetta! - Mi fermai e lui si alzò dal letto e mi raggiunse. Mi baciò, i nostri corpi nudi si sfiorarono appena, ma abbastanza per far scatenare dentro di me un incendio di emozioni. - Vado prima io!
Rise correndo in bagno, lasciandomi lì sulla porta imbambolata.
- Di Nozzo! - Urlai per farmi sentire dentro il bagno - Così non vale! Me la pagherai!
- Non vedo l'ora! - La sua voce squillante mi raggiunse regalandomi il primo sorriso di quella giornata che sarebbe stata molto più dura di quanto potessi pensare.

Aprii il grande armadio in fondo alla camera e ne tirai fuori un vecchio borsone un po' logoro, non tanto grande, ma abbastanza capiente per i pochi ricordi che volevo portare via da quella casa, anche se i più importanti erano tutti nella mia mente.
Tony rientrò in camera tutto bagnato con solo un asciugamano in vita. Andai immediatamente in bagno, prima che la sua presenza potesse giocarmi brutti scherzi.

Quando fui pronta tornai da lui in soggiorno e mi accolse con una domanda totalmente inaspettata.
- Ziva, perchè hai un dinosauro in casa?
- E' di... il figlio di una mia amica, siamo venuti qui una volta qualche settimana fa.
- Uh carino. Chissà se al figlio della tua amica manca il suo giocattolo, io quando ero piccolo avevo un pupazzo, un leoncino, dal quale non mi separavo mai. Lo adoravo letteralmente. Poi credo di averlo lasciato in uno degli hotel nei quali ogni tanto mio padre mi parcheggiava. Ho pianto tantissimo!
Raccontava la storia divertito, io risi cercando di non pensare
- Lo vuoi tenere per sostituire il tuo pupazzetto perso? Tanto non penso che avrò modo di rivedere la mia amica, no?
- Beh perchè no... Ciao amico mio - disse parlando con il piccolo dinosauro - come ti posso chiamare? Fammi pensare... Che ne dici di Jethro, sì mi pare perfetto! Tanto anche se ti dovesse interrogare non dirai mai il tuo nome, sarò salvo!
- Siete uguali... - mi lasciai sfuggire
- Chi? - Non aveva prestato troppa attenzione alle mie parole
- Tu e... il figlio della mia amica. Anche lui parla così al suoi dinosauri...
- Ah pensavo che dicevi che ero uguale al mio amico Jethro! - Disse mentre giochicchiava con il pupazzo - Ci passavi molto tempo con quel bambino?
- Sì, molto - cercai di tagliare corto
- E ti mancherà?
- Naturalmente
Speravo che la conversazione finisse lì. Già era difficile non dirgli nulla, mentirgli era ancora peggio.
- Sai - mi disse sempre guardando quel dinosauro, sembrava veramente interessato all'oggetto - non riesco proprio ad immaginarti come baby sitter di un bambino... Quanti anni ha?
- Due e mezzo - cercavo di essere il più evasiva possibile
- Ma è piccolo! No, non ti ci vedo proprio... A cosa lo fai giocare, al piccolo Killer?
Mi ferivano un po' quelle parole, ma non potevo dargli torto. Non mi ci sarei vista nemmeno io al posto suo.
- Mi piacerebbe un giorno avere per casa dei piccoli Di Nozzo che giocano con i dinosauri. Non ora certo, magari tra qualche anno... Tu che ne pensi? - Mi chiese con la sua aria scanzonata sfoderando il suo miglior sorriso mentre metteva via il dinosauro.
- Che è tardi e dobbiamo andare se no Jethro ci sbrana e non Jethro il tuo dinosauro.

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