Carry On

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Carry on when the day is long
Forever carry on
For as long as we're together
Then forever Carry On

Quando la sveglia suonò ero già pronto da tempo, decisamente più facile alzarsi dal letto quando la notte non si dorme, è una liberazione. Le belle vecchie abitudini che mi avevano accompagnato fino a pochi giorni fa... Io solo a casa a pensare a lei. Con l'unica differenza che lei era qui fino a qualche minuto prima e che ancora una volta mi aveva lasciato solo senza darmi una spiegazione, un motivo. Qualsiasi cosa facessi mi sembrava di essere sempre al punto di partenza e quando ero convinto di averla finalmente raggiunta mi scappava di nuovo.
Mi guardavo allo specchio e cercavo risposte in me stesso, sul perché da anni continuassi questa rincorsa folle. Poi mi passavano per la mente tutti i, troppo pochi, momenti belli con lei e la risposta era lì.
Che stupido a non riuscire a farne a meno. Eppure ero convinto che ogni attimo vissuto con lei valesse tutto quanto.

Provai a richiamarla ancora una volta prima di uscire, ma il cellulare era sempre staccato.
Stavo per andare in garage a prendere la macchina quando mi ricordai che la sera prima avevo parcheggiato in strada. Da ieri pomeriggio ancora stava piovendo. "Grandioso" pensai "anche il cielo si adeguava al mio umore grigio".

Aprii il portone e la trovai lì, seduta sui gradini che si teneva le ginocchia strette al petto. Era tutta bagnata. Mi si strinse il cuore a vederla così.
Avrei voluto prenderla ed abbracciarla, sollevato di vederla, portarla a casa asciugarla, coccolarla, dirle quanto l'amavo, quanto mi era mancata, quanto ero stato in pena per lei, quanto era importante per me, che mi mancava l'aria quando non c'era e la paura che le fosse successo qualcosa mi faceva impazzire. Avrei voluto baciarla fino a consumarle le labbra e fare l'amore con lei tutto il giorno. E non mi sarebbe comunque bastata, ne avrei voluto di più.
Ma per orgoglio e testardaggine non feci nulla di tutto questo, ero ancora arrabbiato con lei.
- Che ci fai qui Ziva?
- Non lo so - Mi parlava continuando a tenere la testa bassa guardando a terra
- Perché non sei venuta a casa stanotte?
- Non avevo le chiavi.
- "Non avevo le chiavi" una scusa più stupida non l'hai trovata? Potevi suonare no? Da quanto sei qui?
- Non lo so, da stanotte. 5/6 ore forse, non me lo ricordo. Non ti volevo disturbare.
- Siamo a questo punto Ziva? Pensavo che eravamo andati un po' oltre... Guardami quando ti parlo! - Le dissi spostandole il viso con una mano. Lei fece una smorfia e vidi i lividi il segno del sangue su un lato del volto.
- Che hai fatto? - le chiesi preoccupato
- Niente Tony, divergenze con un Marines sull'uso delle armi da fuoco.
- Ziva, non scherzare, che ti ha fatto?
- Niente te l'ho detto, quello che vedi, un graffio, nulla di che. Non ti preoccupare.
- "Niente", "Non ti preoccupare", "Non ti voglio disturbare"... Fai come vuoi, non so cosa dirti. Io... non lo so... Tieni, vai a casa, fatti una doccia e datti una sistemata, ci vediamo a lavoro.
Le lasciai le chiavi di casa, salii in macchina ed andai in ufficio. Non provò nemmeno a fermarmi.

- Tony, dov'è Ziva? - Mi chiese McGee sorpreso di vedermi arrivare da solo
- A casa arriva tra un po' - risposi seccato
- E' successo qualcosa?
- No Pivello, non è successo niente.

Non avevo nemmeno fatto caso al fatto che erano state spostate delle strutture ed era stata inserita una scrivania in più. Guardai Gibbs stupito
- Quei dispositivi possono anche stare laggiù, c'è un po' meno spazio per passare, ma faremo attenzione. Tutti devono avere il proprio posto.
- Grazie Capo - gli dissi
- Come mai ancora non è arrivata? Ieri sera non voleva nemmeno andare via...
- Arriverà tra poco
- Va tutto bene Tony?
- Va tutto come sempre Gibbs. Mettiamola così. Prendo quella scatola, comincio ad esaminare quei documenti lì

C'era un silenzio di tomba, stavamo tutti controllando quelle carte e nessuno diceva nulla. Ellie era di sotto a dare istruzioni ad una squadra scientifica che era venuta in nostro aiuto per catalogare tutti quegli elementi elettronici trovati. Io, Tim e Gibbs spesso ci lanciavamo delle occhiate senza dirci niente. Che era successo qualcosa lo avevano capito ma nessuno diceva nulla.
Quando si aprì l'ascensore pensavo di vedere Ziva che entrava, invece era Ellie che stava tornando.
- Ciao Tony, hai visto il cambiamento che ha fatto il capo oggi? - Indicandomi le scrivanie
- Visto, molto, molto interessante.
- Non ti dispiace se resto qui? Nel senso alla scrivania questa che era...
- No Ellie, è la tua scrivania ora, ci sono tutte le tue cose, non sarebbe pratico spostare tutto. Poi non sappiamo Ziva quanto rimarrà, se solo fino a quando questa storia non sarà finita oppure no.
McGee e Gibbs ora mi fissavano.
- C'è qualcosa che devi dirci che non sappiamo Tony? - Chiese Gibbs con fare interrogatorio
- No capo, è solo una constatazione.
Proprio quando finii di parlare lei arrivò. Il volto non era più sporco di sangue ma i lividi mi sembrava che si vedessero ancora di più di prima. Mi faceva male vederla così.

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