-METTIMI GIù!- Siamo appena usciti dal bar e ci stiamo incamminando nel parcheggio, per raggiungere la macchina.
Si ferma un secondo. Forse si è stancato, lo spero... mi sta solo facendo salire su i nervi in questo momento... e il vomito.
-Promettimi che non scapperai- Chiede, sospirando.
Ma per chi mi ha preso? una bambina?
-Cos'è... per te tutto questo è un gioco vero? Non vedi l'ora di andare a raccontarlo alla tua fidanzatina e ai tuo amici, vero?- Chiedo nella speranza che mi lasci in pace.
Da notare che sono ancora a testa in giù!
-Ti ho chiesto se hai intenzione di scappare o meno. Di quello che farò io dopo, con la mia "fidanzatina" e con i miei amici non sono affari tuoi.- Dice marcando con il tono di voce la parola "fidanzatina".
-No! non ha intenzione di scappare- Dico arrendendomi al fatto che questo sarà il viaggio più lungo della mia vita.
-Bene! Incominciavo a credere che ti avrei dovuta tenere in braccio tutto il pomeriggio. Non che questo mi dispiaccia.- Dice rimettendomi giù e facendomi l'occhiolino.
Lo odio, ma allo stesso tempo mi sto sciogliendo. è perfettamente perfetto.
Saliamo in macchina e mi posiziono nel sedile del passeggiero, accanto a lui.
Gira le chiavi della macchina nell'accensione e mentre la macchina si mette in moto mi chiede:
-Dove abiti?-
-Cosa?- Gli domando stupita.
-Dove abiti... in che via. Mica me la posso inventare casa tua!- Risponde come se fosse una domanda da tutti giorni.
-Nononono! tu non mi porti a casa mia. Mi porti immediatamente in centrale. Devo assicurarmi che Lexy stia bene- dico voltandomi verso di lui.
-E a me hanno affidato il compito di assicurarmi che tu stessi bene, ergo ti riporto a casa-
-Nessuno ti ha affidato questo "compito", ergo tu mi porti immediatamente dalla mia migliore amica!- dico con tono imperativo che lo fa arrabbiare ancora di più.
-Dove abiti?- Mi richiede, con un tono più strafottente del solito.
Mi arrendo. So che se continuiamo, non ce ne andremo mai da questo inferno, più comunemente chiamato scuola.
Decido che ci andrò da sola da Lexy... non appena mi avrà smollata a casa, prendero il primo autobus e la raggiungo.
Quindi gli dico la mia via, e partiamo.
In meno di un quarto d'ora/ venti minuti siamo arrivati. Gli ho suggerito una scorciatoia ma per sbaglio gli ho indicato la via che andava a destra, mentre dovevo prendere quelladi sinistra e ci siamo persi... per modo di dire.
Il tuo orientamento fa schifo.
Parli sempre quando non dovresti tu!
Non voglio scendere. Qui mi sento al sicuro... è strano, lo so. Prima non vedevo l'ora di scendere da questa macchina, ora invece sento che se scendessi da questa macchina, mi sentirei al scoperto. Vulnerabile.
-Allora scendi o no?- Mi chiede staccandomi dai miei pensieri e riportandomi alla realtà.
-Eh?-
-Siamo arrivati. Scendi o no?- Richiede con un tono sarcastico.
Non mi volto nemmeno a guardarlo e apro direttamente la portiera per uscire dall'abitacolo.
Quando sto per scendere, si sporge e mi afferra il polso per fermarmi e farmi voltare verso di lui.
-Non mi ringrazi?- Mi chiede.
-Vaffanculo!- Gli rispondo immediatamente, staccandomi dalla sua presa e avviandomi verso il cancello del mio giardino.
Mi guardo intorno. Non capisco. Stamattina sembrava tutto perfetto. Stava andando tutto regolarmente, ovviamente se non consideriamo lo spiacevole incontro con Natasha.
Adesso che ci penso... quella frase... perché dalle sue labbra è uscita quella frase? che si riferisse a quella sera? Ma non è possibile, anche perché come ho già detto... quello che è successo lo sanno solo i miei migliori amici, Fede e Chiara. Magari, sono solo io che mi sto mettendo delle paranoie inutili. Magari ha detto quella frase, solo per ridersela con i suoi amici. Si sarà sicuramente andata così.
-Mia tutto bene?- Potrei riconoscere quella voce, anche da chilometri di distanza. Alex. Mi chiede facendomi sobbalzare, per lo spavento. Non lo avevo sentito uscire dalla macchina e avvicinarsi a me.
In questo momento gli do le spalle, e non appena mi rendo conto che una lacrima mi sta rigando la guancia destra, l'asciugo subito, per poi voltarmi verso di lui.
-Si! si sto bene.- Dico voltandomi. Siamo talmente tanto vicini, che un passo e le nostre labbra si potrebbero toccare. Ma chi sarà a fare quel passo? Ho bisogno di quel contatto. Voglio risentirmi sicura, come quando ero in macchina. Lo voglio.
All'improvviso, sento un cane abbaiare. Mi fa sobbalzare dallo spavento, facendomi tornare sui miei passi. Dio solo sa quanto, in questo momento, mi possa sentire in debito con la mia cagnolona, Lady.
Se non fosse intervenuta lei, sicuramente avrei fatto qualcosa di cui me ne sarei pentita amaramente.
Ma che diavolo mi stava succedendo? Voglio solo credere, che fosse solo un momento, una svista dovuta al mio stato attualmente instabile.
-Si. ora vado. ciao- Dico voltandomi immediatamente e entrando nel cortile di casa mia, chiudendolo immediatamente.
La siepe, che delimita la proprietà Williams, non mi permette di vedere, la sua reazione, ma posso solo immaginare quanto possa essere confuso in questo momento.
Lady, non appena mi vede, mi salta addosso, facendomi cadere. Mi tappo con una mano, la bocca per non emettere nessun tipo di grido, durante l'imminente caduta.
Una volta a terra, sto abbracciata all'amore della mia vita, ascoltando i passi del ragazzo che odio, che si allontanano, fino a scomparire.
Mi hanno regalato questo cane poco prima che incontrassi James, in modo che mi sentissi sempre al sicuro, è un cane grande, esuberante e mette paura a chiunque. I miei sono sempre al lavoro e così ho qualcuno che mi tenga compagnia. Mi ricordo che i primi giorni che lo avevo, era già enorme pur essendo piccola di età, e c'erano Fede e Chiara che non volevano entrare perché avevano paura.
E ora, ho solo bisogno di lei. Del mio amore.
S.A//
Salve gente,
come va?
vi ricordo ancora che potete commentare quando ho scritto. Tutte le critiche sono ben accette. Anche perché è la mia prima storia, e ho bisogno di migliorarmi.
che altro dire... vi amo tutti.
ale
STAI LEGGENDO
I've Always been yours
Teen FictionMia è una ragazza normale. Una come tutte le altre. Capelli biondi e lunghi e occhi tendenti al verde. non è mai stata una ragazza popolare a scuola, anzi odiava quel tipo di persone come per esempio Alex e i suoi amici. Odiava il loro atteggiamento...