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Un'orda di ragazzi mi travolge non appena varco la soglia di casa.

C'è una puzza di fumo... anzi non penso che sia nemmeno fumo. L'aria ne è appestata.

Genn mi regge da dietro per evitare che caschi e fare la mia bella entrata. Mi volto e  lo ringrazio con lo sguardo per avermi evitato l'ennesima figura di merd*.

-Figurati- dice traducendo il mio sguardo in parole.

Ci sorridiamo a vicenda.

La maggior parte della gente dentro a questa casa è già ubriaca... e ce né di gente...

Sono solo le dieci e un quarto! Come è possibile!

-Mia!- esclama qualcuno alle mie spalle, e riconosco subito a chi appartiene quella voce. Genn mi abbraccia da dietro in fare protettivo.

-Che bello vederti- Dice mostrando il sorriso più falso che esita. Odio la gente falsa, ma non riesco a  fare a meno di circondarmene.

-Anche per me- Ricambio il sorriso.

Genn mi sussurra qualcosa all'orecchio che però non riesco a comprendere a causa dell'elevato volume della musica. Quando lo vedo staccarsi da me e sparire dalla folla, comprendo che mi stava avvertendo che sarebbe andato a salutare dei suoi amici.

Non ci voleva. Perché mi ha abbandonato proprio ora... nel momento del bisogno.

Mi volto e mi incammino per raggiungerlo per togliermi, anzi meglio dire, per scappare da questa orribile situazione, quando qualcuno mi afferra il gomito con prepotenza, facendomi abbastanza male, e mi fa girare nella sua direzione.

-Dove stai andando, verginella?- Mi chiede congelandomi con uno sguardo per poi sforgiare un altro dei suoi sorrisi finti.

Ricambio ancora una volta e mi rivolto per raggiungere Genn.

Mi riafferra il polso ma stavolta mi fa sbattere con la testa contro la colonna.

-Ragazze, ragazze... Per quanto mi ecciti una rissa tra donne... non mi sembra il caso di rovinarci la festa.- Dice Leo raggiungendoci e togliendo Natasha dal mio spazio vitale.

Natasha si ricompone sciogliendosi dalla sua presa

-Ma quale rissa?- Cerca di sdrammatizzare ciò che stava per succedere... o meglio, ciò che mi avrebbe fatto, perché io sono ancora un po' intontita dal dolore alla testa che mi ha causato la botta.

-Vero Mia che non stava succedendo niente? Siamo grandi amiche noi due, non si vede?- Continua, e indovinate cosa fa? Sforgia, ovviamente, un altro dei suoi sorrisi falsi.

-Anzi... la stavo giusto portando nel salone principale per farle conoscere gli altri-

Io mi massaggio un po' la testa, sono sicura che domani mi spunterà uno di quegli enormi bernoccoli, che non riesci a nascondere neanche se ti metti il vurca.

Mi riafferra il polso e mi trascina in un'altra enorme stanza, e per la presenza di un enorme divano posto di fronte alla TV, capisco immediatamente che è la sala.

Deve smetterla di continuare a strattonarmi per il polso, prima o poi me lo stacca!

Si blocca improvvisamente e io le vado a dosso.

-Prima- mi dice voltandosi verso di me. Indugia un po' su cosa dirmi -Vieni con me...- Dice lanciando un'occhiata oltre alle mie spalle, e immediatamente le sue "galline" la raggiungono.

Non ho ancora visto Alex, ma suppongo che sia fuori nel giardino sulla piscina a fumare con gli altri. Non capisco questo vizio... sì insomma, dentro casa tua c'è una festa, e tu te ne stai fuori con il tuo gruppetto di amici? Facevi prima a invitare solo loro, almeno non c'era pericolo che ti distruggano casa... almeno credo.

I've Always been yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora