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Sento un peso sulle mie spalle che mi risveglia dal mio sonno tranquillo. è ironico vero? Riesco a fare sogni tranquilli solo quando sono in pericolo di vita. Ma che ho che non funziona?

Apro gli occhi e vedo un Micheal accovacciato su di me, con le mani sulle mie spalle che mi parla preoccupato. Non riesco a capire chiaramente cosa mi sta dicendo. Strizzo gli occhi per via della vista sfuocata e mi accorgo che non solo Micheal ma anche gli altri ragazzi mi stanno guardando preoccupata.

-E levati- riesco a dire scansando Micheal dal mio corpo. Tirano tutti un sospiro di sollievo, come per dire "è tornata". Ma che hanno?

-Ma che volete?- chiedo guardandoli confusa e mettendomi dritta con la schiena, per poi notare che non sono più attaccata alla mascherina che pendeva dal soffitto, ma ad una nuova maschera collegata ad una bomboletta.

-Sta bene?- chiede l'autoparlante di Micheal.

-Sì. Sì sta bene- risponde lui tra un respiro e l'altro, sollevato.

Al di là dell'auto parlante di sento delle voce rassicurate, segno che sia successo qualcosa di grave mentre io ovviamente dormivo. Perchè mi perdo sempre tutta la parte divertente?

-Si può sapere cos'è successo?- chiedo passando in rassegna uno ad uno i volti dei cinque ragazzi presenti una questa "stanza".

-Ti sei addormentata e per sbaglio hai tirato la mascherina rompendone il filo,ma noi essendo voltati dall'altra parte ce ne siamo accorti solo ora e...- lascia la frase in sospeso facendomi capire che avevano temuto il peggio. Quindi ancora una volta sono io motivo di preoccupazione/danno?

Fantastico.

Ruoto gli occhi e cerco di rialzarmi quando uno dei ragazzi, di cui non so il nome, fa pressione su di me per impedirmelo.

-Sto bene- dico seccata. 

-Mia col cazzo che stai bene!- Dice Micheal attirando la mia l'attenzione su di lui. Ma chi ti credi di essere?

-Non respiravi più! Lo vuoi capire? Per una volta potresti fare quello che ti diciamo? Una sola volta, Cristo!- urla sempre più forte ancora sotto shock per quello che è appena successo.

Mi metto buona e facci come mi hanno appena detto tenendo ben salda la mascherina.

Quindi... stavo per morire? Seriamente? è la seconda volta che capita e per la seconda volta ho rischiato di morire per mancanza di ossigeno.

Ma cosa mi sta succedendo? Solo una stupida potrebbe rischiare due volte, in questo modo, la vita.  La vita è troppo breve, basta un attimo, una mossa sbagliata o anche solo mezza, una scelta prese senza riflettere che sei già fuori dal gioco. Sì... dal gioco. Ecco cos'è la vita, è un gioco. Non esiste un vero e proprio arbitro, come non esistono regole. Le regole le creiamo noi, se ci pensate bene... Chi mi impedisce di sparare ad un uomo? Chi mi impedisce di stuprare una ragazzina? Nessuno, io lo posso fare... ma puoi vengo ammonito con cartellino rosso. Sei furoi, ma solo per quest partita, dopo ne incomincia una nuova.

Ognuno la vede a proprio modo, la partita, chi la vuole giocare per intero evita di fare stronzate,  chi dieci minuti in meno non cambiano e si danno alla pazza gioia. Ma non è questo che vuol dire vivere, o almeno si vive nel modo sbagliato.

Non mi ero resa conto di essermi nuovamente addormentata, finchè non sento due grandi e muscolose braccia sollevarmi da terra. Sono troppo stanca per oppormi, non ho le forze.

Mugolo solamente qualcosa per far capire il mio fastidio, non per essere stata presa in braccio, quanto al fatto che mi abbiano svegliato e riportato alla realtà, mentre io calcolavo la mia società perfetta.

-è finita Mia- mi sussurra Micheal mentre io mi accovaccio sempre di più al suo petto prendendone la maggior quantità di calore, stò letteralmente congelando,se qualcuno mi toccasse penserebbe che io sia morta : trasportata a mo' di sposa cadavere, bianca pallida per la poca quantità di ossigeno che arrivava dalla bomboletta, fredda come il ghiaccio e quella vivacità che mi ha sempre contraddistinto, ora non c'è più.

Sento le porte dell'ascensore aprirsi, finalmente, e Micheal avanzare fino a che no viene fermato dal qualcosa... o da qualcuno.

-Sta bene?- Sento Cledi chiedere angosciato probabilmente dopo aver visto la mia entrata in scena.

-Sìsì, era solo molto stanca- Sento tutto ma non mi va di riaprire gli occhi, voglio solo starmene qui in silenzio, al calduccio.

Sento Micheal ricominciare a camminare, non so dove stiamo andando però so che ci sta seguendo Cledi, perché non molla la presa da un mio braccio accovacciato sempre la petto di cledi.

-Eccola!- sento urlare e potrei garantire su tutto ciò che ho, che questa sia la voce di Ila. Percepisco dei passi pesanti, probabilmente dovuti ad una corsa, e delle mani appoggiarsi al mio viso.

-Sei una stupida combina guai di merda- Le sento sussurrare sul mio volto gentilmente. M ancora una volta non mi va di riaprire gli occhi, sto così bene. Niente preoccupazioni, niente problemi, completamente sopra le nuvole. è come se stessi guardando il mondo dall'alto e non mi va di tornare alla realtà.

-Mia?- Chiede qualcuno, con una voce rammaricata, triste, come per chiedere conferma che sia veramente io quella trasportata in braccio perché non ho le forze per camminare.

Fede?

Ma che ci fanno Ila e Fede in questo albergo? Non penso che il guasto ad un ascensore sia stato divulgato per tutta la città, anche perché non è una notizia di cronaca molto importante...

Se ci mettiamo a divulgare per i giornali/telegiornali/Internet tutte le volte che un ascensore si blocca... Non ci sarebbe spazio per le notizie importanti.

Sento che vengo adagiata sopra qualcosa di morbido, quindi suppongo che sia uno dei divanetti del salone.

Percepisco un'orda di voci lontane e vicine, conosciute e non conosciute. Mi sento osservata anche se tengo gli occhi chiusi.

Mi coprono con una coperta e adesso si che mi sento sollevata.

Qualcuno mi accarezza la guancia. -Puoi riaprire gli occhi, la realtà non fa poi così tanto schifo.- mi sussurra Micheal all'orecchio prima di togliere la mano dalla mia guancia, per poi allontanarsi.

Ma come ha fatto a sapere cosa stessi pensando?

Lentamente li riapro e subito, quello che penso sia il mio migliore amico, mi salta a dosso abbracciandomi.

Cerco con lo sguardo Micheal e lo ritrovo in un angolino che mi sorride, ricambio per poi tornare a stringere forte la mia salvezza. All'abbraccio si aggiunge anche Ila e mi scappa da ridere.

Ha ragione, la realtà se vista da un'altra prospettiva non fa poi così tanto schifo.

O almeno questo lo pensavo, prima di alzare lo sguardo e vedere una chioma riccia, appoggiata ad una colonna, che mi fissa e quando capisce che io me ne sono accorta mi mima un ciao.

Rimango a bocca aperta, scioccata, impaurita guadagnandomi uno sguardo confuso da parte di Alex.

Ma non è per lui che io tremo, ma per la figura che si innalza dietro di lui.

Un signore, pelato è appoggiato al balcone e mi fissa con un sorriso schietto, vestito con un abito da cerimonia completamente nero, elegante. Da una tasca fuoriescono delle pinze e quando si accorge che lo sto guardando, il suo sorriso diventa ancora più grande, provocandomi una sensazione di paura elevata da farmi dimenticare di respirare, mentre con una mano mi intima, mi minaccia, di far silenzio e non tire niente. Poi ritira la chiave dalle mani di Micheal, che mi guarda confuso come Alex, per poi andare verso l'ascensore di servizio funzionante e sparire dietro le porte che si chiudono di quest'ultimo.

Quell'uomo... era quello che c'era con Harry il giorno che non lo avevo perso nel parco.







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