5 Hug me.

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Corro in casa, per appoggiare la borsa di scuola. Prendo il guinzaglio di Lady e lo attacco al suo collare. Nessuno si azzarderebbe a toccarmi con lei nei dintorni.

Usciamo di nuovo in casa, ma prima do il tiro al cancelletto del giardino. Mi assicuro di aver chiuso bene la porta e poi procede fino al cancelletto.

Appena lo varco, mi volto per chiuderlo bene a chiave, ci mancherebbe anche che i ladri riuscissero ad entrare in casa mia solo perché non ho chiuso bene il cancello. Quando mi rivolto per incamminarmi verso la fermata dell'autobus, vedo Alex appoggiato alla sua macchina, con un'espressione del viso che è un misto tra incazzatura e non so... sembra anche divertito.

-Immaginavo che non ti saresti data per vinta tanto facilmente.- Mi dice guardandomi negli occhi.

Decido di non soffermarmi molto, quindi stringo bene il guinzaglio di Lady nel mio pugno e mi incammino verso la fermata.

Dopo aver fatto appena tre passi, sento qualcuno afferrarmi il braccio. Non ci metto molto a capire di chi si tratti.

Mi volto immediatamente.

-Che cosa vuoi?- Chiedo con un tono molto irritato.

-Dove stai andando?- Mi chiede, come se avesse tutto il diritto di saperlo.

-Non sono affari tuoi!- Rispondo secca, distogliendo il mio sguardo dal suo.

-Mi è parso di averti detto di andare a casa e di non scappare- Dice con un tono del tutto calmo, mettendo una mano sotto il mio mento, costringendomi a guardarlo dritto negli occhi. In quei occhi di un verde così profondo che farebbero sciogliere anche un cuore di ghiaccio.

-Mi è parso di averti fatto capire che non me ne fregasse nulla- Dico togliendogli la mano da sotto al mio volto e allontanandomi per mantener le distanze di sicurezza.

-Eddai Mia. Non fare la difficile.- Dice avvicinandosi cercando di bruciare quella distanza che io avevo creato.

Lady incomincia a ringhiare e lui si blocca per un istante, ma poi ricomincia ad avvicinarsi.

Quando sento che è troppo vicino, lo blocco mettendogli le mani sul petto.

-No ti prego. Ho bisogno di andare da lei.- Più che una frase, mi esce come una supplica.

La sua espressione si addolcisce, non appena vede una lacrima rigare la mia guancia. Odio mostrarmi debole davanti alle altre persone. Specialmente a questo tipo di persone, che se ne approfitta delle debolezze altrui, per scherzarci con gli amici.

Ma non ce la faccio più.

Non posso tenermi tutto dentro. Non posso tenermi sempre tutto dento. NON POSSO!

Allontana le mie braccia dal suo petto, e subito sento un senso di vuoto, come se mi mancasse qualcosa, qualcuno.

Subito quel senso di vuoto sparisce, non appena sento le sue braccia muscolose, non troppo ma giuste,  avvolgersi attorno a me. E qui si che mi sento al sicuro. Mi sento come se stessi nell'unico posto in cui dovrei stare. Mi sento a casa.

Incomincio a piangere più forte. Ormai non me ne frega più nulla.

-Dai su. Torniamo in casa- sussurra accanto al mio orecchio, senza staccarsi.

Annuisco e mi faccio forza per riuscire a staccarmi.

Quando finalmente mi stacco, tutto ritorna come prima. Il mio odio per lui, il suo odio per me. Ma una cosa era certa, quello era il nostro odio.

Mi incammino verso il vialetto di casa, ma lui mi riafferra il polso e mi fa voltare verso di lui.

-Tutto okey?- Mi chiede con aria preoccupata.

I've Always been yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora