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Oggi è di nuovo lunedì. Mi preparo per affrontare un inaffrontabile settimana.
Un test dopo l'altro, una lezione dopo l'altra. Non ne posso più, per poi non pensare a tutte quelle teste di ca* che devo vedere giorno dopo giorno.

Con Alex non ci ho più parlato. Finalmente, forse, mi lascerà in pace.
Sono stufa di essere presa in giro, per lo più ha ragione lui. Sono grassa. Chi vorrebbe una ragazza grassa difronte a più della popolazione studentesca femminile con un fisico perfetto?
Ma non mi importa del giudizio di Alex. Perché non bisogna mai dare retta alle persone che ti giudicano... Solo chi è perfetto può permettersi di giudicare le altre persone, e che io sappia la perfezione non esiste; magari uno è bello fuori ma marcio dentro..: oppure uno ha un fisco da togliere il fiato ma ha l'alitosi.
Bisogna fregarsene.

Ma forse io la penso così perché so che Alex quelle cose non le pensava sul serio. Per quanto possa essere stronzo... Non penso che direbbe così tant'è cattiveria ad una ragazza che non cerca guai.

Mi avvio decisa e veloce verso i corridoi della scuola con l'obbiettivo di arrivare senza essere vista al mio armadietto e dopo aver preso i vari libri chiudermi in classe e non farmi vedere più da nessuno; dopo quello che è successo... Le voci girano e sono sicura che ormai tutti sappiano cosa è successo sabato sera, e questo pensiero mi terrorizza.
-Ciao Mia!- mi coglie di sorpresa Fede.
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, dovuto all'infarto istantaneo, mi volto verso di lui e ricambio il saluto.
-cosa facciamo oggi pomeriggio?- mi chiede.
-non so te, ma io dovrei studiare per il test di tedesco-
-brutta storia tedesco- fa una smorfia
-a chi lo dici...- quando finisco di tirare fuori i libri che mi servono per le lezioni di oggi, guardo in faccia Fede è noto che ha uno sguardo perso.
-Fede... Fede ti senti bene?- gli chiedo sventolandogli la mia mano davanti.
-si sì come vuoi. Ora vado- dice voltandosi lasciandomi li allibita.
Ma che hanno tutti ultimamente?

Prendo una ciocca di capelli e me l'annuso.. Non si sa mai che sia io.
-tranquilla profumano- sento dire alle mie spalle.
Mi volto e vedo Alex impegnato in un suo solito ghigno, e io divento rossa per la mia ennesima figura di merda. Non ce la posso fare.
-ciao- dico in tono secco rivoltandomi per chiudere l'armadietto.
-mi devi delle scarpe- lo guardo storta.

Speravo troppo che mi lasciasse in pace. Forse è per questo che Fede de n'è andato... Pensa che io volessi stare con Alex piuttosto che con lui.
-si Alex come vuoi. Ora vado- cerco di utilizzare lo stesso metodo che ha usato con me Fede: annuisci-sconcerta-scappa.
Ma con lui non sembra funzionare.
-Ehi Ehi, aspetta dove scappi- dice afferrandomi la mano e costringendomi a voltarmi verso di lui.
Mi ritrovo con le spalle al muro.
-Alex ti ho detto che te le ricomprerò, ora lasciamo andare- dico con determinazione.
Lui si avvicina ancora di più a me, troppo vicino, pericolosamente vicino.
-ci vediamo oggi pomeriggio allora- dice a fior delle mie labbra. Cerco di tenere un'espressione dura e concentrata, meglio dire indifferente.
-ok- e lui se ne va.
Solo ora ragione su quello che mi ha appena detto.
-aspetta che?- urlo, ma ormai lui è troppo lontano e non mi sente.
Mi aspetta un pomeriggio davvero, davvero snervante.


Le ore di lezione si susseguono lentamente, riesco a prendere il massimo in storia e in italiano.
Quando suona la campanella mi fermo un attimo a parlare con una mia compagna di classe del compito che ci hanno affidato da svolgere insieme.
Ci diamo appuntamento a casa sua sabato, dato che casa mia, ultimamente, è troppo affollata.
Dopo aver chiarito tutto, mi dirigo verso il parcheggio sapendo che li, in teoria, mi dovrebbe aspettare Alex. Infatti è così.

È appoggiato allo sportello anteriore del passeggero, gli occhiali calati sugli occhi e i riccioli che gli ricadono sulla fronte. È bellissimo. Si lo ammetto; Alex è un bel ragazzo. Ma la bellezza non compensa la stronzaggine. Almeno per me.
-ci hai messo un po- dice mentre mi apre lo sportello.
-Wow, che galanteria- esclamo mentre salgo sul sedile.
-si... non ti ci abituare.- risponde secco salendo a sua volta.

Ormai potrei farci l'abitudine, sono sempre in macchina sua, in qualche modo devo sempre tornare a casa con lui, anche se i nostri viaggi sono caratterizzati da conversazioni simili a quelle dei pesci.
-allora...- cerco di spezzare il ghiaccio -dove andiamo? Pittarello... Scarpe & scarpe..-
-eh no verginella dei miei stivali. Erano di marca non te la cavi con 15€- mi blocca subito.
Lo guardo storta e poi decido di lasciar perdere. È come con i bambini: più gli dici non farlo più loro lo fanno.

Dopo 15 minuti che siamo dentro a foot Locker usciamo e dato che siamo dentro ad un supermercato, decidiamo di fare un giro per gli altri negozi.
Alla fine le scarpe non le ho pagate io, anche perché 120€ non li avevo.

Entriamo dentro a Bershka e scegliamo un po di vestiti insieme per lui.
Non se li prova neanche, lo indossa e basta.
In 30 minuti si è rifatto un guardaroba completo anche di scarpe. Com'è possibile... Io ci metto 30 minuti per scegliere un braccialetto!

Dopo che si è comprato varie magliette praticamente tutte uguali insiste per farmi comprare qualcosa, ma a me di fargli spendere dei soldi non mi va anche perché sono già in debito con lui quindi prendo il primo paio di occhiali che vedo e li metto sul bancone della cassa.
-sei seria?!- mi chiede con una nota,all'interno della voce, alquanto irritata.
-quelli?- annuisco -un paio di occhiali alla fine di ottobre?!-
Auch. Non ci avevo pensato.
-si beh! Non hai mai sentito parlare di irritazione cutanea agli occhi per sole d'autunno?- cerco di uscire da questa situazione imbarazzante.

Lui mi guarda con aria preoccupata per la mia stupidità, poi si arrende e va a pagare.
-mangiamo qualcosa?- chiede una volta usciti dal negozio.
-Ehm... Io in teoria dovrei tornare a casa... Sai oggi ho saltato gli allenamenti per venire con te e dovrei recuperare...- chiedo con una nota di imbarazzo.

Non vorrei reclinare l'invito, anche perché mi piace questa nuova versione di Alex gentile e so anche che non durerà ancora per molto... Anzi non durerà dal momento che ho appena rifiutato un suo invito, e so che a questo genere di cose non è abituato... Ma devo proprio allenarmi, insomma... Gli italiani non sono una cosa da niente.
Lui mi guarda con l'aria di chi non può credere alle cose che ha appena sentito ma subito dopo si ripiglia.
-Eddai Mia... Lasciati andare per una volta, fai qualcosa che anche tu hai voglia di fare, non fare sempre le cose secondo le aspettative degli altri-
-io non faccio le cose solo secondo aspettative altrui- ride tra i denti.
-Altrui?- chiede con un ghigno, ma non quello che mi rivolgeva ultimamente che sembrava quasi amichevole, no... È tornato ai ghigni perfidi.
-Vedi cosa intendo? Perché non parli come una ragazza normale, cazzo! "Non faccio le cose secondo aspettative altrui"- mi scimmiotta.
-no infatti! Io nuoto perché mi piace farlo, io studio perché mi piace imparare e sapere che nessuno può mettermi i piedi in testa, io...-
-No Mia, te pensi che ti piacciano queste cose perché te le ha messe in testa qualcuno. Te lo hanno ripetuto talmente tante volte che ormai ci credi anche te, e comunque non me ne frega un cazzo di cosa ti piace fare e cosa no, e se vuoi tornare a casa tornate pure-
Eccolo il solito Alex.
Mi volto e mi incammino verso il parcheggio, ma capendo che non mi sta inseguendo mi volto verso di lui.
-non mi accompagni?- chiedo con una faccia stupita.
-Williams... Penso sia arrivato il momento di fare un po di riscaldamento... Perché non parti con una corsetta veloce-
-vaffanculo- sbotto e mi incammino.
Dio se lo odio.
Potrei strangolarlo, anzi no... Meglio una morte più lenta.
Mi incammino velocemente verso l'uscita... Voglio allontanarmi il più possibile da lui in questo momento.
Lui deve starmi lontana o mi rovinerà.


S.A//
Ho deciso di aggiornare anche senza i tre commenti perché volevo continuare un po la storia.
Sarà sempre così tra Alex e Mia?
Grazie,
Ale

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