Capitolo 8: Caos

61 1 0
                                    

Quelle parole mi fecero tremare. Non volevo se ne andasse, volevo rimanesse al mare..e intanto in me inziava a nascere un senso di colpa.

Passò non molto tempo e ritornammo in hotel. Strada facendo incominciai a parlare ad Alban.

-Bruna scherza vero?-chiesi un pò preoccupata.

-Questa volta mi sà che non sta affatto scherzando. Ma ci parlerò stasera, non preoccuparti!-

Sorrisi, mi sentii più sicura, tranquillizzata ora.

Quella sera avremmo dovuto andare al ristorante, non persi tempo, appena entrata a casa mi feci una doccia e mi preparai.

Misi una maglietta a "pipistrello" nera e sotto dei leggings neri. Feci una coda alta, un filo lucidalabbra, una goccia di profumo e nient' altro.

Non mi piaceva molto truccarmi, mettere sù quintali di matita, rimmel, fondotinta, semplicemente adoravo stare al naturale.

A due passi dall' hotel c' era il ristorante. Il cielo era sereno e cosa che mi affascinava particolarmente molto era la luna piena di quella sera che splendeva in alto nel cielo notturno.

Si sentii il rumore di alcune ruote sull' asfalto. Indirezzai lo sguardo guidandomi con il rumore che pian piano si faceva sempre più forte. Le luci del ristorante fecero vedere il volto di un ragazzo che girava sul suo Skate. Albi.

Sorrisi. Significava che sua sorella Bruna si era calmata e gli aveva lasciato un' altra possibilità.

Mi accorsi che mi vide, sorrise anche lui, ma cercò che gli sguardi non si incrociassero di nuovo, forse perchè aveva paura che se avesse tolto lo sguardo dalla strada sarebbe finito contro qualcuno.

Fece parecchi giri intorno al ristorante, stupendo come sempre: con la sua bella cresta, aveva indossato una polo a maniche corte blu con delle righe orizzontali fucsia (sembravano di quel colore) con il solito colletto alzato, dei pantaloncini neri "da calcetto" che gli arrivavano appena un pò sopra il ginocchio e delle Vans a quadretti bianche e nere.

Mi ricordo tutto nei dettagli.

Ritornammo a casa che erano le 10.00 di sera, presto per dormire, però mi misi il pigiama.

Mi guardai allo specchio, continuavo a pensare ad Alban. "Che sfigata! come se ti potesse interessare un tipo del genere" pensavo...eppure continuavo a vedere da tutte le parti i suoi occhi stupendi: per metà azzurri e metà ambrati.

Volevo uno sciaffo. Già è un pò stupido desiderare uno schiaffo, ma pensavo che in questo modo avrebbe potuto riordinare le idee nella mia testolina d' oca. E chi meglio di mio cugino non sapeva darmi dei ceffoni forti?

Andai da lui, gli presi dalle mani un giocattolo e subito mi guardò incazzato nero. Mi tirò un ceffone!

-Grazie!- dissi con le 5 dite ancora rosse sulla guancia destra.

Aspettai 5 minuti per vedere se faceva effetto. Nulla. Forse parlare con mia cugina mi avrebbe aiutato.

Parlammo a lungo fino alle 3 di notte. Ma sfortunamente, non riuscii più a dormire fino alle 7 di mattina.

Restai sveglia come un' idiota a vagare per la casa senza fare un cazzo. Ogni tanto accendevo la tele ma non cera un cavolo da vedere. Andai sul balcone e fissavo il palazzo dove in quel momento Albi stava sicuramente dormendo.

Restai lì fino all' alba a pensarlo, e a mia sopresa scoprii che era bellissimo anche pensarlo.

Erano le 7 di mattina. Mi riaddormentai sul letto e riuscii a dormire altre 2-3 orette. ®

Il Valore Della Vita (Completa) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora