Capitolo 48: Quel maledetto viaggio!

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Fissammo la data della partenza a metà settembre.

L' estate era finita, ed entrambi avevamo nostalgia di casa.

Il giorno della partenza arrivò in poco tempo.

Dopo 30-40 minuti di auto, acoompagniati da uno di quei taxi gialli arrivammo in aeroporto.

Il tramonto in lontanaza rendeva l' atmosfera calda ed avvolgente, colorava ogni cosa di un certo colore arancio e un piccolo vento soffiava, l' autunno arrivava. Di tanto in tanto si sentiva il rumore degli aerei decollare o atterrare e il rumore delle valige sull' asfalto. Quel giorno mi misi dei jeans lunghi stretti e una canottiera bianca.

Luke invece mise la sua camicia azzurra a righe con sotto la canottiera bianca e delle bermuda.

Quando entrammo in aeroporto c' era un via vai di persone, alcune correvvano altre si salutavano piangendo.

Dopo circa una mezz' oretta di attesa l' aereo arrivò. Un autobus venne per prenderci e portarci vicino all' aereo.

Il rumore che esso provocava era assordante. Una volta entrati Luke cercò i nostri posti.

Luke si sedette come al solito vicino al finestrino, gli piaceva molto quel posto.

Mi sedetti comoda sulla poltrona, gambe incrociate, un' auricolare in un orecchio, l' altro lo aveva Luke, che picchiettava la mano destra sulla coscia ritmicamente alle canzoni dell' Mp3.

Dopo qualche giro di pista l' aereo si sollevò piano piano.

Il viaggio sarebbe stato molto lungo, appoggiai la mia testa sulla spalla di Luke, e lui sulla mia. Mi addormentai.

Un rumore assordante mi fece svegliare di botto.

Aprii gli occhi, guardai Luke, che a sua volta stava guardando al di fuori del finestrino.

-Cosa sta succedendo?- Chiesi a Luke.

-Non lo so.- Lui si spostò per permettermi di vedere.

Fuori dal finestrino si vedeva benissimo del fumo che ogni tanto picchiettava sul finestrino.

Sotto di noi, l' oceano.

Poi fu qualcos' altro ad attirare la mia attenzione: un blackout.

Le luci continuavano a spegnarsi e riaccendersi alternando momenti di luce intensa e di buio totale. Poi si stabilirono.

Guardai Luke incredula.

-Vado un pò a sentire che succede.- Dissi a Luke alzandomi.

-What' is happening?- Domandai ad un' hostess cercando di parlare in inglese.

Di tutto quel che disse capii solamente la parola blackout, quella gesticolava troppo nervosamente e non riuscivo a capirla. Mentre tornavo al mio posto osservai i passeggeri.

C' era un gruppetto di bambini che continuava a giocare nonostante le raccomandazioni delle madri, anziani che dormivano e uomini che borbottavano tra di loro.

-Luke, forse è meglio che vai tu a sentire che sta succedendo, sai meglio di me l' inglese!-

-Certo!- Disse Luke.

Tornò dopo qualche minuto.

-Cosa ti hanno detto?-

-Quello che hanno detto a te: blackout!- Disse.

Lo guardai attentamente: era diventato rosso in viso, continuava a sfregarsi le mani, sudate e rosse, era scontato che mentiva.

-Luke, ti prego, che sta succedendo?- Mi guardò seriamente. Si calmò e finalmente aprì bocca.

-C'è stato un guasto, non ho ben capito dove, ma pare sia grave.-

Gurdai Luke, ero diventata pallida.

-Sei sicuro?- Luke non fece in tempo a rispondere che la voce di un' hostess si sentì in tutto l' aereo. Parlava in inglese.

-Cosa sta dicendo?- Chiesi a Luke spazzientita.

-Ci stanno chiedendo di indossare i giubbotti di salvataggio e di prepararsi alla caduta.- ®

Il Valore Della Vita (Completa) [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora