Capitolo 7

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Ilenia stava li, in piedi sulla scala, le altre dormivano, le feci posto nel mio letto e ci mettemmo entrambe sdraiate a guardare fuori dal finestrino mentre posti bui e sconosciuti alternati ad ampie e luminose stazioni ci passavano davanti.

"Carly che hai? Sei strana e poi sei scomparsa prima... è per Vincenzo? Sta diventando fastidioso?" "Vincenzo? No Ily assolutamente! Ho fatto un... incontro per questo sono rimasta a lungo fuori" "Chi?" "Marco" bisbigliai guardando le altre nostre compagne di scompartimento. "Davvero?" "Si ma non alzare la voce, svegli tutti!" "E... mi devi dire tutto; come, dove, ci hai parlato?" "Proprio qui fuori e si, ci ho parlato" "Cosa? E me lo dici cosi?" "Schh ho detto" il tono incredulo di Ily si alzava sempre più. "Che vi siete detti?" "Nulla di nulla, Lui mi ha parlato per primo" "Questo è un fattore positivo, ma in che senso nulla? Spiegati". Le riportai minuziosamente la discussione e l'espressione di Ily passò dall'incredulo, al felice, al rimprovero. "Gli hai detto che lo lasciavi al suo giro di ricognizione? L'hai mandato via praticamente " "Lo so, non ti ci mettere pure tu. Dannata timidezza, sono entrata nel pallone... non cambierò mai, è inutile sforzarmi"

"Invece lo farai. Non c'è ragione di essere timidi, ti piace che c'è di cosi complicato?" "Non lo conosco proprio Ily" "Mica ti stai sposando" "Non è normale desiderare cosi tanto di incontrare e parlare ad un perfetto sconosciuto, non per me almeno"

"Sei troppo razionale". Razionale? Non mi ero mai considerata tale, anzi credevo che l'amore e la ragione fossero due cose abbastanza lontane, sennò nessuno mai avrebbe messo la propria felicità e il proprio futuro nelle mani di un altro. No di certo, tutto volevo essere ma non razionale, almeno non in amore.

"Una razionale non avrebbe fantasticato sulla base di un paio di sguardi, illudendosi" sbottai. "Carly quello che c'è tra voi due, qualunque cosa sia, non è del tutto usuale, decidi se vuoi scoprire cos'è oppure bloccare tutto perché sta sfuggendo al tuo controllo". Buttarmi a capofitto in qualcosa di sconosciuto e forte, che riusciva a colmare i miei pensieri e ad annebbiare la mia mente o tirarmi indietro e cercare qualcosa di più comprensibile? Mi addormentai un'altra volta con solo dubbi per la testa, mentre continuavo ad osservare il mondo da un finestrino, appoggiata sul braccio della mia migliore amica. Ancora in quella tenera posizione ci svegliammo la mattina dopo, disturbatE dall'euforia delle nostre compagne alla notizia, diffusa dagli altoparlanti del treno, che Bologna era solo a dieci minuti di distanza. Stavamo arrivando!

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