Capitolo 46

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<<Carly ti passo a prendere alle 19 e 30 ok?>> <<Va bene Dany, sarò pronta!>> <<Bellissima come sempre>> <<Adulatore :)>> <<Mi piace adularti e vederti sorridere, ed abbracciarti, o quanto mi piace abbracciarti>> <<Ed allora abbracciami>> <<Stasera ti terrò sempre tra le mie braccia>> <<Ci conto>> <<Contaci pure gioia mia>>. Danilo ed io eravamo una di quelle coppie in perenne contatto. Sms - sms - sms, uno scambio infinito. Era un ragazzo molto tenero anche se non si lasciava andare a romanticherie esagerate o promesse d'amore che forse non avrebbe potuto mantenere. Non si sbilanciava troppo ma io lo apprezzavo anche per questo. Ogni volta che lo vedevo scattava in me un'intensa voglia di dolcezza, abbracci lunghi anni e attimi che scorrevano indistinti. Difficilmente la mia mente restava attiva in sua presenza. Desideravo da lui solo quello che già avevo e mi sentivo bene, realizzata.

Molto diverso il mio rapporto con Marco: dinamismo, fiume di emozioni sempre nuove,

paura di cadere, attesa e solitudine. Non potevo mai prevedere nessuna delle sue mosse e questo lo rendeva sempre ininterrottamente presente nei miei pensieri. Era questo il motivo o almeno credevo lo fosse. Quel sabato, ad esempio, l'avevo pensato per ogni singolo attimo, non capivo perchè aveva voluto quell'uscita di gruppo e se sarebbe stato facile per noi stare così insieme ma separati ed, in più, ci sarebbero stati anche danilo ed Adele. Non era una buona idea, per niente! Eppure ormai non potevo farci più nulla, se mi aveva lanciato una sfida, io l'avevo accettata. In fondo era una semplice cena, una banalissima cena tra ragazzi, tra coppie precisamente... si coppie: Enzo ed Adriana, Luca e la mia dolce Ily, Adele e... bè lui, io e Danilo. Dovevo solo fare finta che nulla ci fosse mai stato, che nulla ci fosse ancora. D'altronde adesso c'era Danilo, era lui il mio ragazzo e Marco? Dovevo solo buttarlo fuori dalla mia mente per sempre, non c'erano altre soluzioni che potevo accettare. Ma sarei riuscita a vederlo con lei? Stare con loro, parlare con loro, sapendo quanto tutti mi faceva ancora così male? Avevo paura, una paura folle di non reggere alla situazione, di far notare qualcosa, di dire qualcosa, di rovinare tutto, tutto quello che in questi mesi avevo voluto fargli pensare che lui non fosse più nulla. In realtà forse l'unico pericolo che sentivo era non avvertire più nulla, nulla di noi nei suoi occhi. Danilo mi venne a prendere come sempre col motorino, la sua patente era ancora troppo recente, lo abbracciai forte, ancora più forte del solito, quello che provavo per lui, qualsiasi cosa fosse, mi faceva stare bene. Trovammo gli altri già ad aspettarci fuori del pub, tutti tranne loro due. Sarebbero arrivati tra poco, ci informò Luca. Ma per me era tutto lontano. Come fossi immersa, sott'acqua, le loro voci non erano lì intorno a me, loro non erano intorno a me. Stavo aspettando che arrivasse Marco col cuore in gola ed i battiti a mille. Mi sentivo male, come quando attendi inerme che la prof. cominci ad interrogarti. Ansia, dolore, nervosismo, cuore... Perdevo il respiro. E Marco arrivò, in moto, non sapevo neanche che ne avesse una, con Adele stretta a lui. Li riconobbi solo quando si tolsero il casco, mentre gli altri già gli stavano accanto e li salutavano sorridenti. Adele indossava una mini-gonna beije ed una felpa verde che riprendeva il colore dei suoi occhi, il tutto accompagnato da un paio di scarpe alte. In confronto a lei mi sentivo ridicola.

Fortunatamente a tavola capitammo vicino ad Ily e Luca e di fronte a noi c'erano Adriana ed Enzo. Marco era seduto precisamente all'angolo della tavola opposto al mio. Questo non mi impedì di guardarlo, guardarlo ed ancora guardarlo. Era così tranquillo, parlava e scherzava con Luca, non si girò a guardarmi neanche una volta. Mai. Indossava jeans ed una camicia nera; mi sembrava ancora più bello, più bello di sempre. Sul suo polso un vistoso orologio, che speravo fosse sempre lì a coprire qualcosa... di passato, di segreto, di ingiusto forse, ma che non riuscivamo a far finire. A consolarmi per l'esagerata indifferenza che mi dimostrava stava la certezza che il suo atteggimento con Adele non era molto diverso: le parlava certo ma non c'era mai stato un contatto, un abbraccio, uno sfiorarsi di mani, un bacio. Non avrei mai potuto sopportare nulla del genere. E così mentre osservavo fisso il suo lucente sorriso sentivo un groppo in gola di quelli che non passano più, di quelli che non fanno mangiare. Mi passava solo un pensiero in testa: "Chissà se ancora pensi a noi?". Sapevo già la risposta e sapevo anche che questo non mi doveva più interessare, ma stavo troppo male per avere la mente lucida. era finito tutto tra noi, tutto, prima che avessimo il tempo di rendercene conto. C'eravamo fatti male e non si poteva più tornare indietro. E mentre cercavo lui, mi rifugiai tra le braccia di Danilo, per non scappare via tra le lacrime. Come sempre riuscì a non farmi pensare più a nulla. Mi teneva stretta a lui, mi accarezzava dolcemente i capelli e cominciò anche a darmi teneri baci sulla testa. Stavo di nuovo bene. Inaspettatamente sentii il mio telefono vibrare; lo tenevo sempre in tasca e dal numero di vibrazioni che emetteva capivo subito se si trattava di sms o chiamata.

"Un sms" pensai. Subito lo sfilai curiosa dalla tasca e lessi il contenuto del messaggio. Proveniva da un numero che non avevo in rubrica. <<Carly non esagerare... per favore>>. Restai un attimo perplessa e alzai lo sguardo verso i miei compagni di tavolo. Tutto continuava normalmente. Lasciai le braccia di Danilo e scrissi un sms di risposta. <<Marco adesso hai il mio numero??>>. Accanto al piatto di Marco era comparso un cellulare che subito si illuminò. Avevo fatto centro. <<Si e tu hai il mio, memorizzalo>>. Seguii il suo consiglio, ma stava cercando di cambiare argomento così lo incalzai con una domanda. <<Come fai ad avercelo?>> <<L'ho copiato dal cellulare di Danilo>> <<Rubato forse>> <<Forse ma in amore tutto è lecito>> <<Anche questa cena?>> <<C'è qualcosa che non va in questa cena?>>. Non gli risposi e rificcai il cellulare in tasca. Malgrado lo sentissi vibrare ogni tanto, non lo presi più. Sicuramente mi faceva degli squilli. Cominciò ad osservarmi, ogni tanto, ed io non riuscii più a stare così vicina a Danilo. Perchè riusciva sempre a farmi fare ciò che voleva? Che stupida. Appena finì la cena fece di tutti per farci tornare subito tutti a casa, invitando addirittura tutti i ragazzi da lì il giorno dopo alle 9. Praticamente dovevamo andare tutti a nanna ed alla svelta. Infatti Danilo mi riaccompagnò e scappò via. Non volevo rimanere da sola coi miei pensieri così persi più tempo possibile a struccarmi e cambiarmi e, quando tornai nella mia stanza pronta per il letto, trovai il cellulare che vibrava: Marco mi stava chiamando. Rifiutai! C'erano altre cinque chiamate perse. Non si arrese e continuò a chiamare ma io non risposi mai. Rifiuto - non riposta - rifiuto; mi decisi a scrivergli un sms. <<Sms ok?>> <<Rispondimi Carly!>> <<No. Niente chiamate>> <<Perchè?>> <<Per favore Marco>> <<Non hai voglia di sentirmi?>> <<No!>> <<Tutte balle>> <<Ok neanche sms, ciao>> <<Scusa Carly dai>> non risposi <<Carly?>>. Mi decisi a scrivergli <<Ma che ti è preso?>> <<Scusa. Non riesco a restare freddo davanti ai tuoi rifiuti, non ce la faccio>> <<Dimmi perchè>> <<Perchè è palese che stai mentendo, che non è ciò che vuoi>> <<Ti sbagli>> <<Mi sbaglio? Allora dimmi che c'era di così ingiusto in questa cena, se non provi più niente; non ti avrà toccato nemmeno>>. Era difficile rispondere a questo sms ed inoltre non volevo litigare, non quella sera che avevo così tanta voglia di sentirlo, così decisi di calmare la situazione. <<Dai non litighiamo. Ricominciamo da capo ok?>> <<Ok>> <<Sei arrivato a casa?>>

<<Si, tu dolce Carly?>> <<Si da un pò>> <<Ti ha portato subito lì Danilo?>> <<Non ricominciare>> <<E' una domanda innocente>>. Risi. <<Si comunque. Adele?>> <<A casa anche lei>> <<Guidi la moto adesso?>> <<Vuoi fare un giro?>> <<Meglio di no>> <<Potrei portarti via>>. Sapevo di dover smettere quella conversazione ma non ce la facevo. <<Perchè hai organizzato questa cena?>> <<E' quello che vuoi tu no? Tutti amici, nessun problema, i nostri sentimenti spazzati via>>. Sentii un colpo al cuore. Mi arrivò un altro suo sms. <<Ma non è quello che voglio io>> <<E cosa vuoi tu?>> <<Starti vicino anche ora che stai con lui. Non posso immaginare che voi usciate da soli. Farò di tutto per vederci ogni sabato, ogni volta che si può; ma non ce la faccio neanche a vedervi vicini>> <<E' questo il vero motivo?>> <<Dimmi cosa pensi. Sincera>> <<Penso che l'hai fatto per dimstrarmi che non posso sopportare questa situazione, vederti con lei ed intanto stare con lui>> <<Ci sono riuscito?>> <<No>> risposi all'istante e la nostra conversazione finì lì.

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