Capitolo 69

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Prima serata nella capitale austriaca: un freddo assurdo, passeggiata in riva al Danubio senza Ily, senza Danilo, senza Marco. Tutta la 4D, tranne Ily ed Adry, si muoveva in modo più o meno ordinato lungo il maestoso fiume che bagna la romantica Vienna. Ma quella sera nulla fu caldo, dolce e tenero come l'amore. Risentimento! Questo era il sostantivo che caratterizzava tutti. I primi della fila erano Michele, Vincenzo e Mirko, seguivano Giorgia, Barbara e Davide: un singolare terzetto, ma sembrava che tra di loro ci fosse un'intrusa ad interrompere tante emozioni non confessate e quell'intrusa non era Giorgia; in terza fila seguiva una coppia del tutto inedita: Gianni e Carmen, mano nella mano; subito dietro: io, Ele e Farfy, quest'ultima del tutto furiosa per la scenetta che si stava svolgendo proprio sotto ai suoi occhi. Era pazza di gelosia per Gianni, quasi fino alle lacrime ma non potendo esprimersi liberamente per la mia presenza, girava nervosamente di continuo il viso verso l'acqua che lentamente e parzialmente gelata scorreva alla nostra destra. Ogni tanto lei ed Ele si scambiavano qualche parola sottovoce ed io avrei voluto non essere lì. Ma cosa ci facevo lì? Perchè non ero con la mia migliore amica? Perchè non avevo accettato l'invito di Danilo? Perchè non ero con la persona che amavo? Ormai non potevo più sfuggire da quella situazione che era lo specchio dei miei sbagli. Unica possibilità? Lorenzo, che camminava da solo alle nostre spalle. Ma anche quella possibilità andò in fumo perchè Ele lentamente rallentò il passo fino a farsi raggiungere da lui e così continuarono a passeggiare insieme ed io rimasi con la silenziosa Farfy. Ero felice per loro ma la mia situazione invece poteva farmi scaturire solo pensieri del tutto opposti.

Ci sono delle serate che restano sempre nella memoria per quanto insoddisfazione ed angoscia provavi mentre le vivevi, per quanto un'ora sembrava durare un giorno e, quella, la ricorderò per sempre. Quanto ero delusa! Ero delusa non da come stava andando la serata, me lo dovevo aspettare, ma da me stessa, dalle mie scelte, da cosa ero diventata. Appena ripassammo davanti l'albergo, feci di tutto per rientrare ma i miei compagni godevano nel perseverare in quella serata disastrosa, allora andai via da sola, dicendo che ero troppo stanca. Corsi dal portiere dell'hotel e, sfruttando la mia conoscenza almeno elementare del tedesco, chiesi se la mia compagna di stanza era rientrata. No, Ily era ancora fuori ed il portiere gentilissimo mi porse le chiavi della stanza. Io volevo tanto sfogarmi con qualcuno ma lei ancora non c'era e stavo quasi per piangere. Pigia con forza il tasto dell'ascensore ed aspettai che finalmente arrivasse per riportarmi nella solitudine della mia stanza dove avrei potuto disperarmi senza preoccupazioni. L'ascensore arrivò producendo un suono metallico che mi ributtò improvvisamente sulla terra uscendo bruscamente dai miei pensieri. Le porte si aprirono ed il destino mi giocò l'ennesimo brutto scherzo. C'era Marco. Bello, ancora più bello ed ancora più sorpreso di me. Immobili ci osservavamo increduli, poi scappai via per le scale. Mi seguì, era prevedibile.

"Carly ferma! Ma dove corri?"

"Vai via Marco!"

"Scusami per il bacio" mi chiese lentamente.

"Non c'è nessun bacio" risposi veloce.

"Credi di poter scappare per sempre?"

"Si"

"Non mi saluti, mi eviti tutto il giorno, fai finta che non esisto. Siamo tornati di nuovo indietro?"

"Marco non ho voglia di discutere davvero"

"Lo fai per il bacio rubato o perchè hai paura di noi?"

"Pensa un pò tu quale può essere la risposta giusta, a me non interessa cosa pensi, non più".

Si raggelò ed io andai via, verso la mia stanza, verso un cuscino che bagnai di lacrime, ancora per ore. 

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