Una bufera? Questo vocabolo di certo non mi tranquillizzò e l'atteggiamento di Marco ancora meno. Non faceva altro che rassicurarmi e fingersi tranquillo, un comportamento molto sospetto, specialmente perchè ogni tanto s'assentava per un pò e tornava con un'espressione sempre meno felice. Mi portò di tutto: biscotti, cioccolata calda, pezzi di torta, spremuta ma non rispondeva alle mie domande. La sala da pranzo del rifugio era piena di gente che aspettava che la bufera passasse: alcuni giocavano a carte o a scacchi, altri leggevano e sorseggiavano qualcosa, io e Marco stavamo seduti sul tappeto di fronte al camino, in silenzio. Solo dopo due ore si decise a dirmi la verità. "Carly siamo bloccati qui" "Cosa???" risposi nel tono più allarmato possibile. "La bufera non passerà stanotte, le notizie che sono arrivate dal meteo sono molto negative". Ero senza parole. "Non c'è nulla da preoccuparsi, davvero. Staremo qui dentro. Tutte le persone che vedi intorno a noi sono bloccate qui. Non siamo soli. Ci accamperemo, ancora non so bene dove e domani sarà tutto passato" "Ma gli altri?" "Danilo mi ha già chiamato. Tu hai il cellulare spento" "Si è scaricato" "Chiama dal mio, ma ti dico la versione che gli ho dato. Sanno già della bufera e loro sono a casa adesso. Quando mi hanno chiamato, erano preoccupati per te. Io ho detto che sono rimasto bloccato quassù l'ultima volta che sono risalito per sciare e mi hanno chiesto di cercarti ed ora sanno che siamo insieme al rifugio" "Insomma non sanno della mattinata insieme" "Si, proprio così" "Ok Marco, hai fatto bene" "Vado a chiedere altre informazioni, tu rassicura Danilo" Questa non fu proprio cosa facile. Danilo era assolutamente in panico e l'aver tenuto il cellulare spento non aveva aiutato la situazione. Ma alla fne riuscii nella mia impresa e la nostra telefonata chilomatrica terminò. Marco tornò da me poco dopo. Passammo tutto il resto del pomeriggio a seguire film in DVD, sembrava di essere fuori dal mondo. Nessuno si impegnava in un discorso, eravamo tutti in attesa ma non c'era nulla che potesse cambiare. Alle 18 cominciarono i preparativi per la cena e Marco aiutò a spostare i tavoli al centro della sala e ad apparecchiare, io non ne avevo la forza. Uscii dal mio stato di torpore solo quando fui obbligata a sedermi a tavola e lui cominciò a parlarmi. "Carly come va?" "Un pò scossa" "Hey, devi stare tranquilla" mi accarezzò i capelli "Vorrei dirti di fidarti di me ma so che non sarebbe una grande rassicurazione visto i nostri trascorsi".
Risimo insieme. "Mi hanno detto che ci daranno qualcosa da mettere a terra e coperte, per stanotte ti toccherà sopportare la mia compagnia". Marco sembrava quasi contento della nostra strana situazione o voleva farmelo credere. Dopo cena andò di nuovo alla reception e tornò con delle coperte e cuscini destinati a noi, scelse un posto sulla destra della stanza ai piedi di una finestra e ne stese a terra due, facendo attenzione a metterle separate, era molto imbarazzato. "Marco lascia fare a me almeno questo" mi offrii. Avvicinai le due coperte che ci facevano da materassino e vi sistemai sopra le lenzuola e le coperte che ci avevano dato. "Ok ora è pronto!". Intorno a noi, tutti sistemarono i propri giacigli, e si preparavano a passarvi la notte. Io e Marco facevamo di tutto per ritardare il momento in cui ci saremmo trovati così vicini, così insieme. Fui io ad allontanarmi stavolta, con la scusa di darmi una rinfrescata, in realtà non sapevo come avrei reagito alla sua presenza ed, allo stesso tempo, non vedevo l'ora di stargli vicino. Che strana sensazione provavo e come me, anche lui. Lo trovai seduto in quello che quella sera sarebbe stato il suo letto, s'era tolto il maglione rimanendo in maglietta. Mi guardò sorridente ma non disse nulla, fui io a parlare. "Mi hanno dato un asciugamano per la doccia ed io ne ho chiesta una anche per te. Tieni!" gliela porsi, accovacciandomi davanti a lui. Lui rise e disse "Mi sconvolgo" "Non capisco" "E' la prima cosa carina che fai per me da... bè sai da quando" rise. Si! Era proprio felice della nostra situazione e si era risvegliata la sua vena spiritosa. "Non è vero! Sei un bugiardo" dissi scandalizzata. Stemmo un secondo a guardarci e poi ci abbracciammo forte e più forte ancora. Fu un qualcosa di istintivo e voluto da entrambi. Tra le sue braccia mi sentivo in paradiso e non volevo più che questa sensazione finisse. Anche lui volle prolungare quel momento il più possibile e, lentamente, senza lasciarmi, scivolò sulla coperta e ci trovammo sdraiati, ancora l'uno nelle braccia dell'altra.
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Tra Cuore e Luce
Teen FictionCarlotta ha sedici anni, vive in una bella famiglia e condivide tutto con la sua amica del cuore, Ilenia: Il cuore di Carlotta da un po' ha iniziato a battere con un ritmo nuovo, quello del primo amore. Ogni suo pensiero è rivolto a Marco, un coeta...