Capitolo 40

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"Mamma oggi non posso tornare a casa per pranzo... certo che resto a scuola! Dove dovrei andare sennò?... Sono in ricreazione, si! La professore di storia dell'arte mi ha appena detto che mi ha scelto per un corso di storia dell'arte, un approfondimento delle lezioni, qualcosa del genere. Ne sceglie due per classe e questo onore è toccato a me ed Ily... non sai quanto ci faccia piacere, non ti ci mettere pure tu".

Chiusi la conversazione telefonica con mia madre e subito dopo suonò la campanella, dovevo tornare in classe. Uff! Che noia! Le mie giornate a scuola si ripetevano tutte nello stesso modo, noiose e lunghe. Era attivato il primo ottobre e non intravedevo uno spiraglio di salvezza per l'anno scolastico in corso. Lo scherzo ai danni di Michele aveva tenuto banco in classe per un pò di giorni ma poi tutto aveva già preso la forma della triste e grigia routine invernale, anche se fuori era del tutto estate ed il sole ci avrebbe assillato ancora a lungo con il suo calore, anche se indossavamo pantaloncini e magliette scollate, l'inverno era già filtrato, era già nel nostro cuore. Io ed Ily pranzammo ad un bar poco distante da scuola, sempre frequentato da noi ragazzi... granita e brioche, l'unica cosa che poteva rialzare il nostro umore dopo questo inatteso e forzato rientro pomeridiano. Poi ci sedemmo nell'aula scelta per il corso, in attesa del suo inizio. Avevamo scelto stranamente il primo banco, forse perchè non avevamo voglia d'avere alcun contatto con gli altri studenti che avrebbero partecipato al corso, il posto dietro di noi fu occupato da due ragazzi; forse anche loro erano in cerca di un pò di calma pomeridiana, visto che i ragazzi seduti in fondo già cominciavano a strillare, ridere e lanciarsi cose. La velocità di conoscenza d'alcune persone mi turbava un pò. Sperai d'isolarmi ascoltando musica col mio i-pod, ma non ci riuscì visto che poco dopo qualcuno toccò la mia spalla leggermente, per richiamare la mia attenzione.

Mi girai velocemente e trovai il sorriso gentile del ragazzo seduto dietro di me, decisi d'ascoltarlo, mettendo via controvoglia il lettore.

"Ciao, scusami" esordì

"Di nulla figurati, dimmi"

Si girò pure Ily.

"Senti, tu sai qualcosa di questo corso? Hai idea di cosa siamo venuti a fare?"

"Purtroppo non ne so nulla a parte il fatto che tratta di qualcosa riguardo la storia dell'arte e che la prof. ha costretto due persone per classe a frequentarlo".

Rise ed il suo compagno aggiunse "Pensavo l'avesse fatto solo con noi". Notai che era carino, occhi azzurri, grandi, ma non era il mio tipo. Continuò: "Bè voi che classe rappresentate?"

"4 D risposi"

"Piacere Luca" rispose stendendo formalmente la mano verso me

"Carlotta" replicai

"E lui è Danilo" il suo compagno, il primo ad avermi parlato porse la sua mano ed io presentai Ilenia. Fu lei a continuare: "e voi che classe rappresentante in questo girone infernale?".

Rispose subito Luca "5 C".

Ily mi strinse la mano sotto il banco e continuò indifferente la conversazione con il più chiacchierone dei due. 5 C! Bene! Almeno potevo essere certa che non avrei incontrato

Marco. Ma sentivo che non sarebbe venuto niente di buono nel passare i miei pomeriggi a conoscere i suoi compagni di classe e, perchè no, scambiarci pure qualche chiacchiera.

Mentre la vocina dentro me mandava messaggi di pericolo mi accorsi che Danilo, il più riservato tra i due, mi stava guardando.

Il corso non si rivelò essere tale ma in realtà era un preparazione per una gara tra varie scuole superiori, una specie di <<Olimpiadi dell'arte>>. In questo modo la prof. giustificò la coercizione usata nel radunarci. I più bravi, secondo lei.

Tema della gara: l'amore! Oh, oh! Come si dice? Le belle notizie vengono sempre in coppia. Era ciò che ci voleva per una come me, che stava cercando, contro la sua volontà, di uscire da una storia irregolare come quella tra me e Marco.

Ogni martedì e ogni giovedì avremmo dovuto incontrarci, fino alla fine di novembre. Il nostro percorso era diviso in due parti: il primo mese la formazione, il secondo simulazioni di prova fino alla gara. Fortunatamente si rivelò essere tutto più leggero del previsto, divertente anzi. Dopo la prima settimana, ci demmo con Danilo e Luca un appuntamento fisso al bar per pranzare insieme i giorni di corso, le lezioni non erano così pesanti anche perchè loro due, dietro di noi, facevano tante battute per farci ridere sulle opere e sulla prof., la più amata e la più dolce. Alla fine avevo trovato la lieta distrazione che tanto stavo cercando.

Luca era sempre quello che chiacchierava di più e Danilo se ne stava tranquillo ad ascoltarlo mentre ci riempiva di aneddoti sulla loro giornata. Di certo gli eravamo tutti riconoscenti perchè senza di lui forse non avremmo saputo di che parlare. Malgrado ciò, ci sorpresero con una richiesta: "Martedì c'è assemblea e quindi alle 10,30 saremo fuori, mentre il corso è alle 15,00, abbiamo un bel pò di tempo, che ne dite d'andare a mare?"

"Mare?" replicai non certa d'aver sentito bene

"Si mare" rispose Danilo sorridente.

"Lo sapete che è ottobre? Giovedì sarà già 14"

"Fa caldo e lo sai che in questa città l'estate dura di più. Non c'è mare migliore di quello d'ottobre". Sentenziò Luca.

"E cosa mi dite delle docce? Non possiamo di certo tornare a scuola salati" la critica di Ily era davvero imbattibile. Almeno credevo.

Rispose Danilo: "Abbiamo pensato anche a questo. Venite da me. Sto sulla spiaggia e mia madre sarà contenta di prepararci un pranzo vero, altro che sempre granita"

"La granita è buona!" risposi con una smorfia.

"Lo so. Ma se per una volta la saltiamo fa niente"

"Dai" aggiunse Luca.

Io ed Ily ci guardammo ed il suo sguardo mi diceva già cosa dovevo rispondere.

"Ok, ci stiamo". Ero poco convinta.

Tra Cuore e LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora