Capitolo 31

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17 maggio - la mia migliore amica compiva sedici anni ed io non potevo tirarmi indietro dai festeggiamenti. Così un po' distrattamente indossai il vestito che Ily mi aveva comprato, per l'occasione. La festa era ormai vicina. Stavolta non mi potevo lamentare della sua scelta. Aveva comprato due abiti gemelli: uno rosso e uno blu, rispettivamente ornati da un fiocco blu e uno rosso. Insomma eravamo vestite in modo speculare, ma questa volta aveva almeno evitato il tulle, il rosa e tutti i colori pastello. Il mio era quello rosso, naturalmente, il mio colore preferito. Era corto e molto semplice, la gonna un po' ampia e il fiocco si trovava all'attaccatura della spallina destra. Sulla mia pelle ancora quel cuoricino, un po' sbiadito forse, ma pieno di significato. Volevo ripassarne i contorni ma ero a casa di Ily e non avevo la minima idea di dove fossero finiti i suoi pennarelli.
Avevamo passato insieme un'altra delle nostre bellissime giornate pre-compleanno, tra chiacchiere, preparativi, dolci e candeline. Ormai da tempo immemore spegneva le sue prime candeline con me, nel letto allo scoccare della mezzanotte, ogni diciassette maggio. Ma quell'anno la nostra amicizia era ancora più speciale. Era riuscita a sorprendermi di nuovo. Quando Marco mi aveva accompagnato da lei la sera prima, aveva spiazzato entrambi schizzando fuori casa in fretta, presentandosi al mio accompagnatore ed invitandolo alla sua festa di compleanno.
"Tanto della scuola ci saranno solo Lorenzo ed Eleonora. Loro non diranno nulla di voi due" aveva continuato prima che potessimo fare obiezioni. Concludendo la sua apparizione con una minaccia più o meno velata verso Marco di pesanti ripercussioni in caso di eventuali sofferenze da me patite per sua mano. Una forza della natura, questo era di certo la mia amica.
"Carly sei sicura che Marco si ricorderà la strada per arrivare da me?"
"Si tranquilla Ily, lui memorizza tutto!"
"Meno male. Per sbaglio ti serve questo?".
Mi tirò un pennarello rosso ed io restai a bocca aperta.
"Lo so che ti sei già affezionata a quel coso, non credere".
Ily non approvava per nulla il mio cuoricino. Ma aveva comunque voluto esaudire il desiderio che mi leggeva nella mente. Era una dolcissima forza della natura.
Marco fu puntualissimo ed io lo potei presentare ai genitori ed ai cugini di Ily che erano già li da un po'. Indossava una camicia nera a maniche corte ed uno stupendo paio di jeans scuri. Stava benissimo. Sul polso sinistro un grosso orologio nero.
Quando arrivarono Ele e Lorenzo, dovetti spiegargli un po' la situazione e sembrarono comprendere subito. Fu una festa stupenda, ma purtroppo dovetti trascurare il mio amato finché non si aprirono le danze, per aiutare la festeggiata e sua madre nella gestione della mega festa in giardino che Ily ogni anno organizzava.
"Scusa Marco!" esordii tornando da lui.
"E per cosa?" chiese incuriosito.
"Sono stata indaffarata tutta la sera!".
Mi rispose con un sorriso "Mi sembra che la festa sia appena iniziata non credi?"
Alludeva a qualcosa.
"Spiegati!".
Si avvicinò a me e mi strinse improvvisamente. "La prima volta che siamo andati a ballare non mi hai concesso neanche un ballo e ti ho dovuta vedere mentre ti scatenavi tutta la sera con un altro"
"Ti riferisci ancora a Gianni?" lo interruppi ridendo.
"Preferirei tu non lo nominassi nemmeno" rispose subito e poi continuò "questa è la nostra seconda possibilità"
"Mi pare che tu stia scordando un altro ballo, quello in balcone a Rimini!" dissi solo per il gusto di contraddirlo.
"OK va bene è la nostra terza possibilità... vuoi ballare con me?" mi chiese dopo avermi regalato un tenero bacio.
"Certo"
"Ballare con lui fu un'emozione stupenda. Non era Gianni, non era sincronia, non era amicizia ma passione, fuoco e condivisione di emozioni. Ogni volta che ci avvicinavamo era un brivido, voglia di restare insieme e forza attrattiva. Marco ballava benissimo. Non ci fermammo un attimo. Fra le sue braccia, era il paradiso.
La musica sfumò ed arrivò la torta. Io e Marco la gustammo un po' in disparte, accovacciati sugli scalini davanti alla porta di casa.
"Hai ancora il cuoricino, l'ho notato subito!" mi disse compiaciuto.
"Mi piace! L'ho ripassato col pennarello qualche ora fa"
"Ah si!" rideva.
"Perché ridi?"
"Guarda un po'." Si tolse l'orologio e comparvero i miei segnetti gialli sul suo polso.
"L'ho ripassato anch'io".
Avevamo fatto la stessa cosa, lo stesso dolce gesto. Entrambi volevamo portare sulla pelle un piccolo simbolo del nostro legame. La gioia mi prese e senza pensarci sussurrai "Ti amo"
Marco rimase per un attimo a guardarmi, ma prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, scappai via imbarazzata.
Continuai ad evitarlo per il resto della serata; perfino quando si tornò a ballare preferii la compagnia di Ilenia. Un comportamento stupido e irrazionale, lo sapevo, ma non riuscivo a fare altrimenti. Marco, dal canto suo, sembrò capire la situazione e s'avvicinò a me solo al momento d'andare a casa. Per tutto il tragitto continuò a canticchiare varie canzoni sentite alla festa, sembrava di buonissimo umore, io invece guardavo fuori dal finestrino. Solo sulla soglia di casa mia si decise a parlarmi di nuovo.
"Questo è per te!".
Estrasse un pacchetto dalla tasca dei jeans e me lo porse.
"Grazie" risposi senza entusiasmo.
"Hey Carly!" prese il mio volto tra le mani e mi costrinse a guardarlo. "Non c'era nessun bisogno di scappare prima ... Ti amo anch'io e tanto. Sono molto felice che tu me l'abbia detto". Si aprì in un sorriso che accese anche il mio. Mi strinse a sé e poi continuò: "È stata una serata magica". Appena rientrata corsi nella mia stanza ad aprire il pacchetto e vi trovai un braccialetto, formato da dei grandi cerchi gialli. C'era pure un biglietto:

<<Cuore mio,
Spero che tu non abbia cancellato il mio disegnino dal tuo polso. Se non l'haifatto, questo regalo ti aiuterà a nasconderlo. Portalo sempre e saprò che ilsimbolo c'è ancora, che il nostro sentimento c'è ancora. Se lo hai cancellato,spero che lo ridisegnerai adesso. Ah dimenticavo ...
Ti amo>>.
Non chiesi mai a Marco se avesse aggiunto quel "ti amo" in seguitoalla mia dichiarazione di quella sera o se anche lui avesse già deciso diconfessarmi il suo amore.   

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