Stavo lì sul lettone che dividevo con Ily a fissare il nulla, ferma, ancora col mio vestito da bambola, immersa nei miei pensieri.
"Carly sbrigati!" sbottò Farfy.
"Voi andate tranquille, io ora vi raggiungo"
"Sicura?" chiese Ily.
"Si, certo. La stanza è la 435?"
"Si" rispose.
Un po' incerte si decisero finalmente a lasciare la stanza e fui sola. Non ero felice! Anzi un velo di tristezza immotivata aleggiava intorno a me, forse quella giornata, cominciata male, era irrimediabilmente compromessa. L'unico momento felice della giornata l'avevo vissuto tra le sue braccia. Forse avrei fatto meglio a rimanere in stanza quella sera. Era la scelta migliore mi dicevo, ma poi il dubbio che lo facessi solo perché non ci sarebbe stato Marco alla festa s'insinuava nella mia mente e mi decidevo ad andare, senza mai muovermi. Mi arrabbiavo con me stessa e ricominciavo il ragionamento da capo.
Ad un certo punto sentii bussare ed alzai la testa verso la porta senza muovermi, confusa. Bussarono di nuovo ed esterrefatta capii che bussavano dalla porta-finestra del balcone non da quella che dava sul corridoio. M'alzai incerta ed aprì.
Marco era lì, in balcone, col suo completo nero, la camicia bianca e la cravatta gialla, mi fissava divertito. Restai folgorata. Forse quella scena era frutto della mia fantasia. Siccome non mi decidevo a reagire, cominciò a spiegarsi.
"Carly ho scavalcato" ed indicò la balaustra che divideva i nostri balconi. Continuò: "Speravo di averti convinta a non andare alla festa e quando ho visto uscire le tue amiche ho capito d'avercela fatta e sono venuto qui!".
"Scusa ma se sapevi che ero sola perché non hai bussato alla porta come tutte le persone normali?" chiesi ridendo.
"Bé... non si entra nella stanza di una fanciulla quando è sola... potevi fraintendere le mie intenzioni".
Quella spiegazione mi piacque molto e mi feci seria, anche lui cambiò espressione.
"E che intenzioni hai?" chiesi curiosa.
"Prendermi quello che voglio" rispose fissandomi negli occhi e dandomi un brivido. Poi prese la mia mano e disse dolcemente "Vuoi ballare?"
"Ballare? Qui?"
"Vuoi?" domandò di nuovo.
"Certo!" sussurrai incerta.
Uscì dalla tasca un MP3 e sistemò un auricolare nel mio orecchio e uno nel suo.
"Scusa la canzone insolita ma non ne ho molte qui dentro". Non risposi e lui la fece partire poi mise una mano sul mio fianco e l'altra la intrecciò con la mia. "Posso?" io annuì confusa e mi tirò a se. Cominciammo a ballare guardandoci negli occhi e quella melodia dolcissima cancellò tutto intorno a noi. Avevo riconosciuto lo stile dei Coldplay ma non la canzone in se stessa. "Bellissima come si chiama?" sussurrai.
"Fix you" rispose con un sorriso nervoso poi aggiunse "Carly se ti dicessi che stasera sei meravigliosa sarei ripetitivo?" il suo sguardo era serio e dolce. Non risposi. Non parlammo più. Eravamo troppo vicini.
Si cancellarono le dimensioni di tempo e di spazio e cominciai a perdermi. Sentivo dei brividi e avevo voglia solo di sentirlo più vicino. Arrivammo a malapena al primo ritornello e poi la nostra posa perfetta da ballo si trasformò in un abbraccio. Mi strinse forte. Cominciammo di nuovo a scambiarci dei teneri baci sulla guancia poi all'improvviso mi guardò negli occhi. Era stupendo e da così vicino mi confuse. Sfiorò le mie labbra e mi guardò di nuovo. Chiusi gli occhi e ci scambiammo il nostro primo bacio.
La canzone finì e noi ci appoggiammo al davanzale del balcone e ci unimmo in un altro abbraccio. Oltre noi nulla, neanche le stelle riuscivano a splendere più della luce del nostro sentimento. Non c'erano parole, i discorsi erano inutili, solo quel lungo gesto d'affetto.
"Devo tornare di là Carly, pensa se mi trovassero qui"
"Va bene" risposi ancora confusa.
"Prima però... " ed uscì qualcosa dalla tasca. Era una fotocamera. "Vieni avvicinati" sorrisi e misi il mio volto accanto al suo, guardammo insieme verso l'obiettivo nella mano a Marco. Scattò la foto, poi ci separammo e scavalcò velocemente per tornare nella sua stanza. Si girò un'ultima volta e mi prese le mani.
"Allora ci vediamo alle sei?"
"Certo" risposi felice. Mi diede un altro bacio e tornò dentro.
Feci lo stesso. Ero al settimo cielo, ridevo perfino da sola. La giornata che mi era sembrata così brutta aveva preso una piega bellissima. 23 aprile - il nostro primo bacio. Corsi via dalla stanza in preda all'euforia per dire ai miei compagni di non aspettarmi e che stavo andando a dormire. Salii in fretta le scale e bussai alla porta. Aprì Carmen.
"Carly finalmente!"
"Ragazzi ho un po' di mal di testa, vado direttamente a dormire" fingevo come un'attrice. Mi guardarono tutti un po' delusi. Notai che oltre Enzo c'era solo un altro ragazzo della 4°C , un certo Giorgio. Chissà dov'era l'altro compagno. Mah. Mi sembrò che mancasse anche qualcuno della mia classe ma appena mi congedarono richiusi la porta senza capire chi fosse l'assente. M'avvicinai alla scala per tornare al mio piano ma sentii la presenza di qualcun altro che stava salendo. Aspettai silenziosa ma si fermarono. Allora sbirciai di nascosto. Erano Giorgia e Daniele, il terzo compagno di Marco del quale avevo perso le tracce. Si baciavano.
Quello che vidi mi toccò, mi confuse, silenziosamente raggiunsi l'altra scala e tornai nella mia stanza. Non mi avevano vista ma io avevo visto fin troppo.
Giorgia! Come aveva potuto? Tre anni con Davide cancellati in un attimo. Non sapevo proprio cosa le passasse nella mente ma di un'altra cosa ero certa. Non l'avrei detto a nessuno.
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Tra Cuore e Luce
Teen FictionCarlotta ha sedici anni, vive in una bella famiglia e condivide tutto con la sua amica del cuore, Ilenia: Il cuore di Carlotta da un po' ha iniziato a battere con un ritmo nuovo, quello del primo amore. Ogni suo pensiero è rivolto a Marco, un coeta...