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Quando Andreas era tornato a casa, dopo due settimane passate a Fabriano, l'aveva trovata fin troppo silenziosa. Aveva sperato di non incontrare Alessio e Kaycee, non li vedeva da quando erano atterrati a Milano due settimane prima, eppure quando aveva capito di essere solo in casa aveva provato una tremenda nostalgia.
Poi aveva trovato una lettera in cucina con il suo nome sopra. La calligrafia era inconfondibile, Kaycee.

"Ciao Andreas..
Sono giorni che non ci parliamo, e questo mi fa male.
Io ti amo e mi manchi.
So di aver sbagliato, giuro che non ho la minima idea del perché abbia fatto una cosa del genere. Ero ubriaca, avevo bevuto troppo e non ero abituata, non ragionavo lucidamente. Non ricordo molto di quella sera. L'unica cosa di cui sono sicura è dell'amore che provo per te.
So che non mi vuoi vedere, così sono andata nella casa dove ho vissuto con mio fratello. So che Alessio è andato da Francesca, per lasciarti spazio.
Ci manchi e ti rivolgiamo con noi. Se anche tu mi ami ancora, per favore, cerchiamo di sistemare le cose.
Se c'è ancora qualche speranza per noi, ti aspetto nella nostra sala di ballo.

Tua Kelly "

Andreas rilesse quella lettera più volte e solo dopo quasi due ore si decise ad andare. Ma una volta arrivato lì, in sala non trovò nessuno.
Sospirò, stava per andarsene deciso a mollare tutto quando un foglio bianco incastrato nello specchio attirò la sua attenzione.
Lo prese e lo aprí, la scrittura di Kaycee lo colpì subito.

"Ti starai chiedendo perché ti ho fatto venire qui anche se non ci sono, vero?
Prima di dirtelo volevo ringraziarti e dirti che una speranza si è accesa in me in questo momento. Se sei venuto qui e stai leggendo questa lettera significa che c'è ancora una speranza per noi.
Se io non sono qui, è perché mi trovo da un altra parte. Ti ho fatto venire qui è perché in questo posto abbiamo condiviso tanto. Entrambi amiamo la danza, è la nostra passione. Ed è stata proprio la danza a farci avvicinare. O almeno parlo di me. Attraverso la danza ho imparato a conoscerti e ad amarti. In questa sala abbiamo condiviso tanti momenti, belli e brutti. E vorrei poter continuare a vivere questi momenti con te. Se lo vuoi anche tu ti aspetto nella terrazza del duomo. Spero con tutto il cuore che verrai."

Kaycee era poggiata sul muretto, lo sguardo perso nel vuoto, in attesa di Andreas. Non sapeva neanche se sarebbe arrivato. Ormai era arrivato a Milano da più di due ore. Due erano le cose possibili a cui riusciva a pensare Kaycee: o non aveva trovato il bigliettino o semplicemente aveva deciso di non andarci.
"Signorina?" Kaycee alzò lo sguardo verso l'uomo della sicurezza.
"Dobbiamo chiudere, è l'unica rimasta. Può tornare domani se vuole." Disse gentilmente l'uomo.
Kaycee sospirò. Si affacciò una volta ancora dalla terrazza del Duomo e poi annuì.
Abbassò lo sguardo tristemente e poi andò via.
Una volta fuori il Duomo tirò un sospiro e si posò sul muro.
Era terrorizzata all'idea di aver perso Andreas. Abbassò lo sguardo, forse era il caso di tornare a casa. Ma c'era una piccola speranza in lei che le diceva di aspettare. Si impose di contare fino a 100 e se non fosse arrivato, sarebbe andata via.
Diverse persone passarono di lì, ma nessuna di quelle era lui. Kaycee sapeva che sarebbe potuta rimanere ad aspettalo lì per chissà qualche altro tempo, ma man mano che il tempo passavo, le sue speranze diminuivano sempre di più.
"Kaycee.." Lei alzò subito lo sguardo sentendosi chiamare e il suo cuore perse un battito.
"Andreas, sei venuto!" Esclamò perdendosi nel suo sguardo, era troppo tempo che non lo vedeva.
"Io, mi.. Mi dis.." Tentò di parlargli, di spiegargli come stavano le cose.
Ma si bloccò quando lui la abbracciò. Non disse più nulla. Si alzò in punta di piedi e circondò il collo del ragazzo stringendolo forte a se.
"Ti amo.." Gli sussurrò all'orecchio, poi lo sentì stringere maggiormente la presa.

Appartamento 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora