•What are you doing, Aspen?• ✅

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Ho preso la pagella. 10 di motoria. Tutto merito di Taylor.

A FINE CAPITOLO UN AVVISO IMPORTANTE PER QUANTO RIGUARDA L'ALTRA MIA STORIA E SU UN'ALTRA COSA SECS MLML.

Buona lettura.

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Mercoledì, 28 ottobre 2015

La sveglia suona e un nuovo giorno scolastico sta per iniziare. Oggi c'è ginnastica. Potrei morire. È una giornata di quelle in cui non hai voglia di fare nulla, soprattutto se il tempo fa schifo e minaccia di piovere, l'autunno inizia a farsi sentire.

Mi alzo dal letto come una zombie e mi dirigo al piano di sotto, in cucina, dove la zia sta preparando la colazione.

«Buongiorno, tesoro. Stai bene? Hai una brutta cera. Sei pallida.» ho deciso, me ne starò a casa.

«Ciao, zia. Sinceramente non mi sento benissimo. Ho la testa che scoppia.» porto le mani sulle tempie per essere più credibile.

«Prendi un'aspirina e torna a letto. Oggi non vai a scuola. Deve essere colpa del cambio di temperatura improvviso. Se hai bisogno di qualcosa chiamami. Anche se sono a lavoro vedrò di risponderti.» mi lascia un bacio sulla fronte e, dopo avermi lasciato la bustina pronta, esce di casa.

Svuoto il contenuto nel lavandino e abbandono la cucina.
Mentre salgo le scale incrocio Carter.

«Sei ancora in pigiama?» mi chiede squadrandomi.

«Che cugino perspicace. Comunque oggi non vengo a scuola, non sto molto bene.» cerco di mentire il meglio possibile. Meno persone sanno la verità, meglio è.

«Convinta tu.» il nanetto fa spallucce e mi lascia un bacio veloce sulla guancia per poi uscire di casa.

Finalmente sono sola e posso fare ciò che voglio.
So che Carter ha un laptop, potrei guardare un film. Prima però, torno a dormire.

Mi dirigo nella mia stanza e ignoro i messaggi per poi impostare una sveglia alle undici. Mi rimetto sotto le coperte e in poco tempo sono nel mondo dei sogni.

***

«Passerottino, stai meglio? Questa mattina eri bollente. Ti è scesa la febbre?» la mamma era mancata da poco e papà era un vero padre.

«Sto meglio!» cercai di convincerlo per non farlo preoccupare ulteriormente. La malattia della mamma iniziò con una stupida influenza come la mia. Non vorrei che pensasse che lo potrei abbandonare pure io. Gli voglio troppo bene.

A volte dei miei compagni di classe venivano sotto casa mia e iniziavano a insultarmi o, peggio, insultare mia madre. Allora, lui usciva e li minacciava di chiamare la polizia se avessero continuato in questo modo.

La morte di mamma mi distrusse e i miei compagni non mi migliorarono la situazione. Per fortuna c'era Rey che mi proteggeva.

«Stai nel letto e riposati. Non sforzarti. Avviso la preside che non ti senti molto bene. Io gli sorrisi e lo abbracciai.

Try Again. ||Taylor Caniff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora