So you can wear my sweatshirt.
-cit. Jacob Sartorius (Sweatshirt)••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Venerdì, 4 dicembre 2015
Mancano solo quindici giorni. Quindici giorni e finalmente posso salutare la scuola per quasi un mese. Quindici giorni e basta. Ce la posso fare. Devo resistere, una bella vacanza rilassante me la merito dopo tutto ciò che è successo.
Sì, rilassante non è l'aggettivo più giusto da utilizzare se so di dover passare altri giorni anche con quel cretino di Taylor.
La cosa positiva? Sta rispettando il nostro patto. Ogni giorno mi dà sempre meno fastidio e la smette di stuzzicarmi. Alla fine lui ed Eva fanno coppia fissa. Ha un comportamento più maturo. Che stia finalmente crescendo?
No okay, non esageriamo.
Oggi è il classico giorno del 'ho un diavolo per capello'. Fortunatamente è venerdì e domani potrò dormire fino a tardi. Diciamo che questi sono i miei piani, poi non so se qualcuno piomberà nella mia stanza e mi butterà giù dal letto nuovamente con le secchiate d'acqua. Non mi sorprenderebbe, ne sarebbero capaci tutti quanti fra i ragazzi del nostro gruppo di amici. Sono uno più stupido dell'altro.
Cerco in tutti i modi di sistemarmi i capelli ma è inutile. Opto infine per una crocchia e indosso il mio cappello color panna di lana al di sopra, così copre quest'obbrobrio che ho in testa.
Per quanto riguarda il resto, ho messo un maglioncino rosa antico e dei jeans chiari, calzando ai piedi le mie converse bianche e basse.
Ormai è dicembre anche qui e si raggiungono delle temperature basse rispetto al solito.
Oggi zia Diane farà la lavatrice e quindi le felpe che ho usato i giorni scorsi sono a lavare. Mi sembra quasi una cosa impossibile. Io sono piena di felpe, ce ne deve essere per forza ancora una da qualche parte nel mio armadio.
C'è Carter dal piano di sotto che mi continua ad urlare di muovermi o faremo tardi a scuola e altre cose.
Alzo gli occhi al cielo e mi cimento in un'ultima ricerca per la felpa introvabile.
«Tombola!» esclamo appena me ne ritrovo una fra le mani.
Una smorfia disgustata si dipinge sul mio volto appena ricordo che felpa è.
Le opzioni sono due:
-uscire di casa senza felpa e congelare;
-indossare la felpa velocemente e far smettere di urlare a mio cugino.Scelgo la seconda opzione e la infilo.
Afferro lo zaino e metto il cellulare in tasca, scendendo velocemente le scale.
«Eccomi, sono qui. Possiamo andare. Ciao zii!» urlo dal soggiorno prima di uscire ma non ricevo risposta.
«I miei...genitori sono già usciti di casa. Avevano delle commissioni da fare.» mi risponde, aggiungendo l'alzamento delle spalle e poi entriamo nella sua auto.
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Try Again. ||Taylor Caniff||
FanfictionOgni giorno si sente voce di atti di violenza domestica e di tutti i casini celati dietro queste azioni. La gente sa soltanto parlare senza sapere e Aspen, una ragazza che vive con suo padre a Sydney, ne è testimone. Dopo la morte della madre, lui t...