La domanda non è chi mi lascerà fare, è chi mi fermerà.
-cit.••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Martedì, 27 ottobre 2015
La sveglia suona e sono costretta ad alzarmi. Sono combattuta dal restare nel letto e non andare a scuola e andarci per vedere il comportamento di Crawford.
Alla fine mi alzo perché non mi aiuterebbe assentarmi uno dei miei primi giorni di scuola.
Scendo a fare una veloce colazione costituita da una mela, saluto gli zii e torno di sopra a cambiarmi. Mi sciacquo il viso, mi spazzolo i capelli, lavo i denti e indosso un leggins nero con una semplice maglietta con lo scollo a V. Ai piedi indosso le mie converse e sono pronta. Cambio i libri dallo zaino, prendo il telefono e scendo di sotto.
Come al solito, Carter, non è ancora pronto così guardo il telefono e noto un messaggio da parte di Rey.
Ehy, come stai? Mi manchi, piccola. Non vedo l'ora di incontrarti. Quando vieni a farmi visita? Se non puoi tornare, verrò io a Los Angeles.
Ciao, finalmente ti fai sentire. Tu non puoi capire quanto io abbia sentito la tua mancanza nonostante il torto che mi hai fatto. Io, non credo di potermi muovere da qui. Ma se vuoi potrei chiedere ai miei zii se potessero ospitarti qualche giorno.
Sarebbe fantastico, così magari mi fai conoscere qualcuna ;)
Rey non cambierà mai. Mi scappa una risata e poi mi arriva un messaggio, ma da un altro mittente: Crawford. Non è normale che abbia paura di aprirlo, vero?
Esci.
Ma cosa? Mi alzo dal divano e apro la porta di casa. Crawford è qui fuori e mi sta facendo cenno di salire in macchina. Torno a prendere lo zaino e urlo a mio cugino che è venuto Craw. Mi chiudo la porta alle spalle e salgo in macchina.
«Buondì, sai che non dovevi scomodarti a venirmi a prendere?» gli chiedo mettendo la cintura e appoggiando lo zaino davanti a me.
«Non importa, è stato un piacere per me.» mi sorride e mette in moto.
Il viaggio è silenzioso e nessuno dei due osa aprir bocca. Per spezzare il silenzio, Crawford, accende la radio.
«Oddio, ma allora la casa discografica li ha presi.» ehm...sì, certo. Non so di chi stia parlando ma okay.
«Ora ti spiego, i due Jack sono andati in una casa discografica per farle sentire il loro pezzo e, da ciò che sento, li hanno presi. Sono grandi.» ora ho capito. Effettivamente è una bella canzone, quei due potrebbero fare successo, un giorno.
«Si chiama Distance se non mi sbaglio, bella vero?» annuisco semplicemente, dato che siamo arrivati. Parcheggia e mi fa scendere.
«Bene, ci vediamo dopo. Io raggiungo gli altri. Ciao.» mi lascia un veloce bacio sulle labbra e se ne va. Molte ragazze mi stanno guardando malissimo. E poi ci sono le mie amiche, con la bocca aperta e per terra dallo stupore. Oh bhè, lo sono pure io.
Come una mandria di bufali, Leila, Iris, Savanna e Camilla corrono verso di me.
«Cos'era quello?»
«Da quanto state insieme?»
«Quando avevi intenzione di dircelo?»
«Con calma ragazze. Sono confusa quanto voi. Ieri è successo un casino e in punizione c'era pure lui, a fine giornata, prima che andassi via, mi ha baciata ma non so cosa voglia dire, ci conosciamo da appena due settimane. Non so cosa provo per lui.» ammetto sincera, più o meno.
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Try Again. ||Taylor Caniff||
FanficOgni giorno si sente voce di atti di violenza domestica e di tutti i casini celati dietro queste azioni. La gente sa soltanto parlare senza sapere e Aspen, una ragazza che vive con suo padre a Sydney, ne è testimone. Dopo la morte della madre, lui t...