That's why I loved being with you. We could do the simplest things, like toss starfish into the ocean and share a burger and talk and even then i knew that i was fortunate. Because you were the first guy who wasn't constantly trying to impress me. You accepted who you were, but more than that, you accepted me for me. And nothing else mattered - not my family or your family or anyone else in the world. It was just us.
-cit. Nicholas Sparks
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Giovedì, 31 dicembre 2015
Taylor's POV
Ancora non riesco a crederci che siamo venuti qui. O per lo meno, io sì. Le ragazze no. Però cazzo, è l'ultimo giorno dell'anno. Non possiamo restare a casa o in ospedale a deprimerci come dei cani. Sarebbe stato solo peggio e non avremmo migliorato di niente la situazione attuale.
Certo, è stato un duro colpo persino per me leggere quel messaggio dopo aver appena toccato nuovamente il suolo californiano. Più che me o Carter, ci è rimasta molto male Aspen.
Dopo aver letto il messaggio di Cameron, lei è scoppiata a piangere.
E come biasimarla, è stato un duro colpo. Arrivato in modo improvviso come una tempesta distruttiva.
Lunedì, 28 dicembre 2015
Siamo tornati a Los Angeles giusto in tempo per il compleanno del nostro Nash.
Diciotto anni sono un bel traguardo. Non ho neanche avuto il tempo di comprargli un regalo. Come l'anno scorso. E quello ancora prima. In compenso organizzavo sempre una grandiosa festa di compleanno per il festeggiato. Quest'anno, però, abbiamo deciso di spostare i festeggiamenti al giorno di Capodanno in quanto, essendo via, non avrei potuto organizzare in tempo a casa mia.
Mentre stiamo ritirando i bagagli, il mio cellulare vibra nella tasca del jeans, segno che mi è arrivato un messaggio.
Ora però non ho tempo di controllare, devo prendere le valigie.
Circa dieci minuti dopo, io, mio padre e il padre di Carter abbiamo preso tutto.
Torniamo dagli altri e mi accorgo della bionda fra le braccia del mio amico. Che cosa sta succedendo?
Non faccio in tempo a porre la domanda a Carter che mi indica, con la mano libera, la tasca dove tengo il telefono.
Lascio la valigia e controllo subito il messaggio. Me l'ha inviato Dallas.
Mia sorella è stata investita. I dottori credono sia finita in coma. Siamo tutti nell'ospedale più vicino al centro di Beverly Hills.
Resto paralizzato da ciò che ho letto e sospiro. Metto a posto il telefono e mi avvicino ai due cugini.
Carter si stacca da Aspen e lei mi fissa.
I suoi occhi azzurri sono più scuri del solito e gli sono diventati velocemente rossi e lucidi dal pianto. Non emette nessun singhiozzo. Piange in silenzio. Riesco a leggere pura tristezza nelle sue iridi cristalline.
Non dico nulla, semplicemente la stringo fra le mie braccia. Sento una strana sensazione dentro di me, come se mi dispiacesse davvero di vederla piangere.
<<Non se lo meritava. Iris non ha fatto nulla. Perché la vita è così ingiusta?>> chiede in generale, attirando l'attenzione di tutti, lasciandosi trasportare anche dai singhiozzi del pianto, scaricando tutto il dolore che prova in questo momento nelle lacrime, che scendono copiose sul suo viso e che non accennano a fermarsi neanche per un istante.
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Try Again. ||Taylor Caniff||
FanfictionOgni giorno si sente voce di atti di violenza domestica e di tutti i casini celati dietro queste azioni. La gente sa soltanto parlare senza sapere e Aspen, una ragazza che vive con suo padre a Sydney, ne è testimone. Dopo la morte della madre, lui t...