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You look so innocent but you're not.
-cit.

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Canzone consigliata per il capitolo:
Dusk Till DawnZayn Malik

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Mercoledì, 21 settembre 2016

«Resta con me, passerottino. Non te ne andare. Ho bisogno di te.»

«Siete così simili. Il tuo profumo è uguale al suo.»

«Me la ricordi in tutto e per tutto. Quel tuo dolce e innocente sguardo. Quei lineamenti. Quei sorrisi. La morbidezza dei tuoi capelli.»

Tante parole ed emozioni accumulati con il passare degli anni.
Innocenza. Debolezza. Timore. Dolore. Gioia. Disprezzo. Ribrezzo.

I miei unici pensieri erano sul come sarei potuta sopravvivere in quella sofferenza continua, abituale.
Su come riuscire a continuare ad andare avanti e fare finta di niente, come se tutto stesse andando bene.

Una buona scuola, ottimi voti, gli ultimi anni di liceo e poi l'Università a cui avrei avuto accesso grazie ad una borsa di studio.

La perdita di mia madre era stato un trauma che non riuscii a sorpassare per diversi mesi nonostante la vicinanza del mio migliore amico e di mio padre. Due persone decisamente importanti nella mia vita, che mi sono sempre state affianco nei momenti di bisogno.

E puntualmente, quando le cose sembravano andare, non per il verso giusto certo, ma funzionavano, entrambi, prima uno e poi l'altro, mi avevano pugnalato le spalle, facendomi soccombere.

Il cuore batte all'impazzata, aumentando drasticamente le pulsazioni e sento le vene cominciare a pulsare, la temperatura corporea sale e i miei occhi si spalancano tutto ad un tratto.

Mi ritrovo con il respiro affannato e una goccia di sudore che scivola lenta lungo la mia tempia, fino al mento e poi sulle lenzuola bianche del mio letto matrimoniale.

Il mio sguardo ricade proprio su quest'ultime e mi rendo conto di star stringendo esse con tanta forza, infatti le nocche sono biancastre e non del colore naturale della pelle come al solito.

Era solo un sogno, o meglio un incubo. Erano mesi che non ne facevo uno, l'ultimo di cui ho memoria è dei primi giorni in cui sono tornata a vivere con mio padre nel nuovo attico a New York.

Il cellulare posizionato sul comodino inizia a vibrare e volto la testa, riconoscendo la schermata della sveglia.
Mi passo entrambe le mani sul viso strofinandolo e stacco la suoneria. Dei brividi pervadono il mio corpo appena le piante dei miei piedi si ritrovano a contatto con il pavimento freddo, riducendo drasticamente la mia temperatura corporea in pochi attimi.

Scrollo le spalle e mi aiuto con la forza delle braccia per darmi una spinta e tirarmi su in piedi. Slego i capelli e rimetto l'elastico al polso, andando alla ricerca delle mie amate ciabatte calde che poi trovo sotto all'armadio.

Fa abbastanza fresco ormai e la sola canotta con un paio di pantaloncini non bastano più. Molto presto mi toccherà passare al pigiama invernale che neanche un barbone riuscirebbe a volermi, probabilmente mi scarterebbe, eppure è così caldo e comodo.

Try Again. ||Taylor Caniff||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora