Luce 11

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Mentre abbracciava Clarissa perché si era graffiata un ginocchio giocando con la palla, nel cortiletto guardava oltre il cancello della staccionata.

Quella mattina il vento si era calmato l'aveva svegliata durante la notte,aveva controllato il telefono sperando una risposta a quel messaggio,non aveva fatto altro che ripensare a quando quel ragazzo l'aveva stretta a se dimenticando il fatto che una mezz'ora prima era stata quasi aggredita...come si fa'...pensò.

Far passare in secondo piano uno spiacevole inconveniente solo per aver scambiato due chiacchiere con uno sconosciuto?così... come dire...non trovava l'aggettivo....si morse l'interno della guancia non sapeva cosa provava ma si sentiva diversa,si sentiva con un qualcosa di nuovo che doveva analizzare come una traccia di un compito in classe...

il fruscio degli alberi era rallentato,un passerotto si era fermato su un ramoscello riparandosi dal sole,anche lei avrebbe voluto un riparo nella sua mente,che gli permetteva di dimenticare ciò che la faceva più nascondere dal mondo e dalle cose belle che da qualche parte erano in serbo anche per lei...gli tornò alla mente la telefonata della madre:

"Il sole esiste.La luce esiste io l'ho vista bambina..."

i passi dei pendolari sulle strade avevano catturato i suoi occhi come spesso succedeva ultimamente, cercando segretamente qualcosa che assomigliava a quell'uomo bruno con occhi scuri come le tenebre in una notte senza luna.

Aveva pensato a quelle mani sporche di lavoro.
Il ricordo illuminava la sua mente.
Ad eccezione del pensiero che aveva sugli uomini in generale.

Era solo ripugnante il giudizio che aveva su di loro.

alcol,sesso e ragazze da trattare come stracci.
Vantarsi dei loro squallidi trionfi con altri come loro. Aveva pensato però, che avrebbero asciugato le lacrime delle loro figlie un giorno per i danni che uomini della stessa loro pasta avrebbero commesso.

Quelle mani,quella voce sicura di se,avevano fatto cancellare un po' del suo modo di pensare.

Aveva archiviato un po' il pensiero di vedere gruppi di ragazzi ubriachi in cerca di soldi facili, spacciando il sabato sera.

Le volte che aveva pensato a quelle poche parole che si erano scambiate erano infinite ma non lo scrisse neppure nel suo diario segreto...era tutto una follia pensare un uomo sposato più grande di lei con una moglie che magari lo aspettava a casa...

Sospirò.... prendendo Clarissa e stringendola al petto ancora più forte,si accorse che si era addormentata.

La guardò e gli sussurrò all'orecchio...

"dormi angioletto".

così chiuse gli occhi anche lei, pro fumando i suoi morbidi capelli dorati e la mente andò in dietro di anni...

Flashback...
Dalla cucina si sentiva il profumo della torta appena sfornata dalle mani esperte e magiche della sua mamma

"Mammina oggi è il mio compleanno ho espresso il desiderio a mezza notte secondo te Gesù farà esaudire il mio desiderio?"

Aveva quattro anni,viveva nella sua casa vicino al mare,gli aveva detto la maestra dell'asilo che ad ogni compleanno si poteva esprimere il desiderio che Gesù realizzava

"Non lo so bambina ci sono tanti bimbi che deve ascoltare Gesù..."

"Ma oggi è il mio giorno mammina?'

"Certo che lo è bambina cosa gli hai chiesto al tuo Gesù come desiderio gioia?fa',sentire alla tua mamma"

"Em...volevo solo...conoscere il mio papino e andare sullo scivolo con lui"

... "Anche Kenny ha il suo papino".

Era la bambolina di pezza che aveva trovato nell'uovo di pasqua.

Alla mamma gli scese una lacrima che asciugò con il bordo del grembiule sporco di panna.
Fingendo di aver dimenticato qualcosa al piano di sopra salì le scale e mancò per un ora intera...

Un clacson la fece sobbalzare,si alzo' di scatto e andò a mettere Clarissa nella sua culletta.

Delle urla in fondo alla via la fecero correre quasi cadendo dalle scale per finire davanti il cancello della villetta,prese il cancello tra le mani e dallo spazio tra un'asta e l'altra non poteva credere ai suoi occhi

Il ragazzo che l'aveva quasi aggredita al locale quella sera stava prendendo a pugni un ragazzino più piccolo,poteva avere un diciassette anni,una mano del tizio gli afferrava i capelli arruffati tra le dita,gli occhi del ragazzo erano socchiusi e con voce strozzata gli diceva di lasciarlo stare lui non esitò e continuò tirandoci pugni al dorso e schiaffi su tutto il corpo.

In quel momento a Luce gli capitò una di quelle reazioni che non sapeva dominare e senza pensarci due volte entrò dentro con un'occhiata furtiva guardava Frida che anche lei dormiva sul divano e con mano leggera ma tremante prese l'attizzatoio del caminetto vicino il divano e corse in strada ...chiuse dietro di se il cancello, prese la rincorsa e con tutto il disprezzo l'odio e la rabbia glielo tirò in testa,poi sulle gambe e senza dar modo di farsi guardare in faccia continuò a colpirlo con tutta la forza,come se era un sacco da box.

Nella sua testa gli si fondarono tutti gli schiaffi che aveva dovuto subire,tutte le brutte parole che era stata costretta a far crescere insieme a lei.

Quel ragazzo giovane che stava subendo la crudeltà di essere aggredito la toccò sin nel profondo

Contemporaneamente i clacson cominciarono a suonare e il traffico si fece più fitto,il cielo si fece cupo e ricoperto di nuvole grige come se rispecchiava il suo stato d'animo di quell'attimo che probabilmente non avrebbe più,dimemdicato...

Il ragazzo riuscì a togliersi dalla presa e quell'uomo caduto a terra con il sangue che gli toccava tutto il corpo cominciò ad alzarsi..

"Brutta puttana"le disse
"se ti prendo ti uccido"continuò.
lei prese la mano di quel ragazzo e lo trascinò nel cancello chiudendolo con un calcio...prese il telefono dalla tasca e senza dar una logica alla situazione andò nei messaggi con le mani tremanti e premette il telefono verde all'angolo del display....

Il telefono squillo'...due volte e finalmente ebbe la fortuna di farsi sentire sapeva per certo che quel numero era di...

"Kevin sono...non importa aiutami sono al New Street 14 uno mi vuole uccid..."
la telefonata si bloccò,la mano del ragazzo al suo fianco la prese e la strinse forte.

In quel momento indossò la sua solita  corazza più forte.

"Non preoccuparti gioia andrà tutto bene".
Gli rispose

Tho Hope Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora