Le nuvole quel giorno si estesero ancora di più nell'orizzonte.
Un gatto randagio con occhi attenti e le zambe accovacciate pronto a correre dal pericolo,era in cerca della sua preda dietro l'albero di quella villa,in cui stavano rimbombanto imprecisi,urla e cose che si scontravano contro il pavimento,
pian,piano le spalle,la testa,i muscoli a Luce gli si cominciarono a funzionare come se si stava rianimando dopo un effetto di anestesia totale.
Aprì con lentezza i suoi occhi verdi e non potette credere e rendere vero ciò che stava vedendo.Era lì...
Davanti al suo corpo buttato a terra come in una fossa pronta per sprofondare.
Era lì che gli era venuto in aiuto che si stava picchiando a sangue con quello sconosciuto...le sue mani...quelle mani erano addosso a quel verme...
Solo una domanda gli venne spontanea nella testa...
voleva urlarla...buttarla nelle mani di quel ragazzo per poi,riprendersela con la risposta e chiudersela dentro di se,come il gioiello piu' pregiato e segreto."Perché?".
Senza forza di parlare, richiuse gli occhi cadendo nel sonno e quel momento volle abbracciarlo a se, come se nulla stava succedendo.
Per la prima volta qualcuno era corso in suo aiuto...
Quando aveva avuto cinque anni una bambina di sei l'aveva rinchiusa in un recinto pieno di galli quella volta non era stata aiutata dal suo papà,o dalla sua mamma,si era arrampicata per poi finire a terra in una pozzanghera di fango,si rialzò quella volta, con le ginocchia tutte piene di sangue,si guardò intorno prese un bastoncino tra le mani che era caduto dall'alberello esile vicino a se e cercò in lacrime di salvarsi, fin quando,dopo cento mila cadute riuscì a scavalcare il recinto e andarsene a casa dietro l'angolo.Per la prima volta si sentiva al sicuro senza temere il peggio,senza dover fingere di essere forte anche per un secondo.
Qualsiasi cosa sarebbe potuto succedere in quel momento,qualsiasi grattacielo poteva cadergli addosso,che a lei non gli sarebbe importato...
Almeno una volta poteva raccontare a qualcuno o nel suo diario quando le mani gli sarebbero guarite dal dolore, di ciò che aveva visto.Una carezza gentile gli accarezzò il viso,poi il collo,poi le braccia.
Dell'acqua calda sentiva bagnare le sue labbra disegnate a forma di cuore.
La puzza di disinfettante gli passò sotto il naso,e sentiva che presto avrebbe starnutito,ma dalla paura di aprire gli occhi continuò a fingere di dormire...fin quando un forte dolore alle tempie la fece ricadere nel sonno.
C'era silenzio...poi le sue scarpe caddero a terra,fu quel tocco sul pavimento che gli fece aprire gli occhi...
Occhi che entrarono dentro occhi neri... quegli occhi neri!
"grazie".
"Dicono che i grazie non sono ammessi per chi fa peccato,hai tentato di uccidere,bambina. "
"veramente... scusa,io non..."
"Mi ha detto qualcuno che hai un bel destro.
Però...dovrei aver paura di te?"Lei sorrise quasi... fin quando sussultò,per il dolore che gli venne su tutta la faccia a causa dei colpi avuti.
"Devi riposare è stata una giornata e una notte lunga"
"Cosa?????"
"Notte?dove sono?le bambine? E il ragazzo????""S......non preoccuparti,è tutto apposto,il ragazzo è ritornato a casa e ha detto che gli hai salvato il posteriore,e le bambine tutto bene...diciamo che ho invaso un po' la tua praivasi,ma è tutto apposto,finiamo qui le troppe parole".
"Kevin,scusa davvero per tutto,non volevo metterti in mezzo a tutto quel pasticcio, il fatto è...."
"S.....Ti ho detto riposa".
"Sei a casa tua se non te ne sei accorta"
"si, ecco... Non ci sto',capendo niente..."
"Avrai tempo con calma di sapere tutto ma la cosa più importante è che è tutto apposto".
Con fatica si alzò a mezzo busto sul divano,si guardò in giro e le mure di casa sua l'avevano tranquillizzata ancora di più.
Solo le scarpe non erano più ai suoi piedi.
Aveva dei cerotti sparsi ad alcune parti del corpo, si sentiva la plastica darle fastidio......" mi hai messo tu questi?"
Lui era seduto di fronte a lei con una maglietta blu di lanina attillata,sporca e stropicciata,aveva un corpo che suscitava a qualsiasi persona di buon gusto a prenderlo per una pubblicità, nonostante fosse in disordine e appena uscito da una lite.
Aveva un po' il labbro lievemente graffiato,il Jens un po' strappato,ma da quello che in quel poco aveva visto,quel tizio gli aveva fatto solo il solletico..."Si".
"Luce...il mio nome è... Luce. "
Lui con gli occhi fissi dentro i suoi,senza lasciarli neanche per un attimo si avvicinò da lei,gli prese le mani...si mise a ripetere il nome appena sentito...
Mm.."Luce".
In quel tocco immaginò la bellezza che poteva avere la visione di una madre e un padre che si stringevano davanti alla loro bambina,era questo da poter paragonare a quel momento non avendolo mai visto.
Si sentì travolgere da un onda di mille intrecciate sensazioni.
Come una brava mamma fa alzare in aria il lenzuolo pulito di bucato dal letto,per poi stenderlo con le mani.
Quella volta il lenzuolo era andato alto su qualsiasi misura possibile, era volato in cielo, ed era stato travolto da un ciclone per far innalzare con il suo boato la terra intera.Si prese le sue mani stringendole e ne odorò il loro profumo,chiuse gli occhi e disse come se stava pregando ad alta voce...
"la luce splende anche nel buio".
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Tho Hope
RomanceQuando smetti di credere ad ogni cosa e tutto va come non vorresti,senza volerlo,senza averlo cercato,le cose stanno davvero per iniziare. Un passato fatto di dolore e paure, un presente in continuo duello con emozioni mai provate e sensazioni che l...