Luce 36

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L'alba, stava sorgendo quando in lontananza una ducati rossa stava ferma lì ad osservare Luce e Kevin seduti in riva al mare.

"È davvero bello qui, non avevo mai visto un'alba prima".
Disse Luce.
Immaginando improvvisamente a quando voleva essere bambina anche solo per un secondo.
Era pazza, pensò.

"cosa, pensi?"gli chiese Kevin dopo essersi seduto con le ginocchia piegate e le braccia lunghe sopra di esse.

"em... Niente"
lei seduta sulla sabbia vicino alla riva.
Guardando seria ancora l'alba.

" niente... Em...? E perché la tua faccia mi dice tutto tranne che niente?" disse Kevin buttando un piccolo sassolino in acqua.

"La verità?" si girò per guardarlo negli occhi.

"se vuoi... Mi piacerebbe! specialmente se si tratta... "
L'aveva guardata con un mezzo sorrisetto e con gli occhi fissi sul suo seno perfetto.

"Capita...come in questo momento desiderare di essere una bambina...". Rispose non dandogli tempo di finire la frase

"una bambina?e...perché? " gli aveva detto.

"Beh..."aveva alzato le spalle accarezzando tra le mani un medio sasso liscio come se accarezzasse un piccolo cucciolo indifeso.

" Beh"? Aveva ripetuto Kevin interrogativo.

"Perché non c'è cosa più bella. essere piccoli e capirne l'importanza"aveva risposto accennando un sorriso.

"una bambina dici?"

"Si...una semplice bambina spensierata, non una bambina costretta ad essere già una bambina cresciuta,proprio una bambina felice,ancora capace di stupirsi,proprio come la parte fanciulla presente in ogniuno di noi, ma messa da parte,eppure essere fanciulli è ciò che può portarci ad essere felici davvero:stupirsi ancora per piccole cose,senza avere chissà cosa, o chissà quali mezzi, essere innamorati del fatto di essere vivi in sé...essere felici nella semplicità che può esserlo un bambino con accanto i suoi genitori,non per chi sono stati o se hanno potuto comprarci quel giocattolo costoso o non,solo perché sono i suoi genitori e gli vogliono bene.
Essere tenuti per mano,per non fargli aver paura..."

poi si bloccò d'improvviso.

"scusa..mi sono dilungata,senza rendermene conto".
Fece con fare arreso Luce.

Kevin continuava a stare in silenzio ascoltandola e osservando ogni suo gesto, senza interromperla.

"...non so se mi riesci a capire".

Luce lo guardò con i suoi occhi verdi lucidi come l'effetto del top coat che usa l'onicotecnica, aveva le labbra un po schiuse.
I capelli mossi dal filo di venticello pulito e le mani che continuavano a torturare quel sasso diventato caldo oramai.

"Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.

I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.

Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;

che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.

Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa..."

aveva detto lentamente scandendo ogni parola con il suo accento, persa in ogni frase di quella poesia.

sai cosa è? "

Kevin gli posò una mano sulla bocca guardandola senza scostarsi di un millimetro.

Tho Hope Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora