Luce 16

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L'agitazione che aveva quel sabato sera era simile alla vibrazione del violino quando suona un sonetto in re maggiore.

Era davanti l'armadio non sapeva ancora cosa indossare nervosamente guardava l'orologio e contemporaneamente le grucce che tenevano i vari indumenti.

Fin quando alla fine prese un vestitino blu stretto un po sopra il ginocchio,i capelli li aveva lavati ed emanavano l'odore dell'uva spina appena raccolta, li aveva messi da un lato e l'altra metà era rimasta sciolta con i boccoli biondi che gli ricadevano vicino al seno.

Era andata in bagno e aveva cominciato a truccarsi risaltando i suoi occhi verdi con un blu sulla palpebra che richiamava il vestito e un filo di rossetto coloravano le sue labbra di rosa chiaro.

Ancora con il coperchio tra le mani rimase a guardarsi allo specchio immobile...

Chiuse gli occhi come stava succedendo spesso e ripensò al momento che gli aveva detto a Kevin dell'invito...

Era stato in silenzio per più di cinque minuti poi si era nuovamente avvicinato a lei e gli aveva detto guardandola diritto negli occhi:

"Io verrò con te solo se lo vuoi tu"

"Porta anche tua moglie ne sarebbe contenta" gli aveva detto.

si era stretta lei stessa una fune intorno al collo al dire quelle parole.

"Con mia moglie è un'altra storia"gli aveva sussurrato.
Gli si avvicinò ancora di più e cercò di profumare il suo incavo del collo

Lei si scostò di nuovo.

"Un'altra storia?e' tua moglie".

Voleva gridare nuovamente e dirgli che il suo corpo,la sua mente il suo cuore,la sua anima non stavano facendo altro che andare per le proprie direzioni,come dei bimbi piccoli che erano diventati adulti ormai e si ribellavano contro la propria madre...

Lui prese la giacca le chiavi e prima di andarsene gli disse:

"Aspetterò fino alle sei di sabato sera se mi farai anche solo uno squillo alle sette sarò sotto casa tua se non sarà così, ti auguro una buona serata bambina".

Aveva chiuso la porta ed era andato via...

Ritornò in se e andò a mettersi le scarpe nere con il tacco a spillo,prese la sua borsetta ci mise un coltello,il telefono,e le chiavi di casa e s'incamminò fuori.

Non aveva mai fatto quello squillo,pur se avrebbe voluto con tutta la sua anima,ma si rimproverava tra se dicendo che tutto era sbagliato non voleva tutto questo non avrebbe mai avuto il coraggio di fare del male a qualcuno per via di sensazioni,eppure si chiedeva perché era tutto così strano?

Aveva deciso di andare da sola a quella cena,doveva passare un altro giorno e poi sarebbe tornata dalle bambine,al ritorno sarebbe andata al negozietto vicino casa sua a comprare i biscotti allo zenzero che tanto gli piacevano e sarebbe stato tutto tranquillo come prima.

Era sera i marciapiedi erano così spenti ai suoi occhi,all'angolo della strada c'era un uomo con una sigaretta in mano seduto che contava degli spiccioli,più avanti mentre continuava a camminare ai margini delle strade una macchina si fermò per lasciare passare un ragazzo che abbracciava la sua ragazza tenendogli la mano.
Mentre si allontanavano il ragazzo gli toccò forte il sedere.

Dopo un po' si baciarono in mezzo ad un mucchio di persone vestiti per bene.

Luce sorrise e continuando a camminare mise la mano nella borsetta per prendere il pezzetto di carta in cui era scritto l'indirizzo della casa di Nathan invece di toccare il foglietto con gli occhi fissi sulla strada per paura di cadere sentì il tocco freddo del coltello lo scostò e si portò davanti agli occhi il pezzetto di carta...

Via:Vittorcini numero 65 (di fronte rosticceria fust).

Si guardò ancora in giro e finalmente era quasi arrivata...da lontano vedeva l'insegna «fust» illuminata da un cornicione giallo e penzolante.

Alcune macchine rallentavano e la guardavano in maniera insistente. Quando se ne accorgeva distoglieva lo sguardo, sperando che tra tutta quella folla non c'era nessuno che potesse assomigliare all'aggressore...

La casa di fronte la rosticceria era una casa a due piani con i balconcini rotondi che affacciavano di fronte l'illuminazione cittadina della Florida notturna,non era proprio nuova,il colore delle pareti era un po' ingiallita.
Quante volte quei balconi... pensò, avevano visto la luna,l'alba,il tramonto.
Tante. Come tante le volte in cui la sua testa era sotto sopra.

Le luci della casa erano tutte accese, c'era un vialetto che portava fino alla porta principale e le sue scarpe nere quella sera brillavano, riflettendo agli specchietti della telecamera.

Suonò con la mano un po' tremante il campanello poi nervosamente si sistemò il vestito e la porta si aprì...

Tho Hope Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora