Luce 30

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La porta si chiuse e mille domande rimaste in mezzo alla sua mente rimasero vaghe senza uscire dalle labbra...
Un piccolo fruscio di foglie mosse dal vento nelle vicinanze a malapena udibile faceva compagnia a Luce da quella sua piccola casa,erano ormai le sei della mattina,quando non riuscendo a fare altro che girarsi ogni poco nel suo divano si soffermò tra i suoi pensieri pensando che doveva sfogare ciò che aveva dentro.
Così come nel fare abitualmente tra le righe di fogli nascosti della sua vecchia agenda, cominciò a scrivere parole dietro parole che facevano rendere conto anche a se stessa che ogni volta che sentiva pronunciare il nome di quel ragazzo il suo corpo rispondeva all'istante con i sensi aprendosi alla vita senza temere nulla.
Per la prima volta erano parole nuove quelle da dover formulare,la preoccupazione di come gli stavano i capelli o i vestiti,tutto questo mai aveva avuto così importanza.

"Cosa mi succede mio Dio?"

Pensò,a questo cambiamento,come se doveva rispondere ad un questionario,ma la cosa ancora più difficile era che non sapeva la risposta da darsi...o forse la risposta l'aveva sempre saputa non aveva il coraggio di ammetterla.
Ogni volta che si vestiva o pettina va,lo faceva unicamente per stare bene con se stessa,ora non era più così.
Nel truccare il suo viso la prossima volta si ripromise che accuratamente mostrava più attenzione.
Continuò a scrivere e scrivere riempiendo tre pagine fitte di frasi senza badare agli errori ortografici e buttava sul foglio ciò che riteneva così riservato che mai l'avrebbe svelato a nessuno...
Sorrisi spontanei gli fiorirono sul volto,e gelosamente si ritrasse ancora di più nei suoi segreti...
Non volendo però gli scivolarono alcuni fogli dalle mani,pagine della sua vita che voleva solo dimenticare...

Così appena lesse il primo rigo,tappò la penna,si asciugò una lacrima e nascose l'agenda sopra l'armadio della stanza.

Andò in bagno e si bagnò il viso con il getto dell'acqua fredda,una volta ritornata in soggiorno aprì la finestra facendosi compagnia da un vento leggero che gli accarezzava la pelle e appoggiò i gomiti sulla ringhiera di ferro grigia,si ricordò che nella sua borsetta nera aveva delle Winston blu,ne prese una e se la mise tra le dita.
Fumando la distrazione gli invase un po' la mente,soffermò il suo sguardo a guardare da lontano quella stessa panchina in cui giorni indietro era stata, così bene...

Il proiettore quella sera era spento e gli alberi grazie a quel vento erano tra un movimento allegro e lento allo stesso tempo.

Al tavolino di cemento c'era un anziano uomo solo, che teneva tra le mani una cartellina,e un qualcosa per disegnare suppose,forse un carboncino,da lontano non riuscì a vedere di quale colore fosse però senza sapere il perché rientrò dentro si mise un copri spalle e scese giù...

Luce si sedette sotto quell'albero in cui l'ombra faceva da tetto alle sue sensazioni e sentendosi in compagnia prese il suo telefono è cominciò a scrivere finalmente la madre.

«Come stai,mamma?le cose procedono per il meglio?»

Queste domande erano l'unica via in cui voleva adesso entrare.

Mentre premette invio alzò lo sguardo vide che gli occhi dell'anziano erano fissi su di lei.

"Cosa ci fa una giovane ragazza tutta sola così presto?"gli disse l'anziano con la matita poggiata sull'orecchio.

"Em...Dice a me?"

Facendo segno con il capo in modo sbadato l'anziano aspettava incuriosito.

"Aspetto un'amica,lei invece?"
Mentì,senza sapere il perché.

"Signorina,i tempi delle cortesie ormai non vanno più di moda,mi dia pure del tu...
io comunque,beh vede...vado in giro con i miei disegni qua e là".

Tho Hope Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora