Era seduta su quella panchina grigia di cemento da ormai una mezz'ora, con le gambe una sull'altra e il cellulare che lo abbassava e lo alzava per controllare quell'orario per lei così insopportabile.
'Dio perché hai creato l'ora?' pensò, bloccando un attimo i suoi pensieri nel vedere quel giovane carabiniere che aveva appena bloccato con la sua paletta rossa e bianca un BMW nero metallizzato al margine del marciapiede.
La sua bellezza era accompagnata da una divisa impeccabile.
I suoi sguardi verso Luce non gli fecero nessun effetto se non pensare di guardare altrove e stare attenta su dove poteva essersi cacciato quel dannato vecchio.'Lo odio...questo tempo che non ti da tregua l'ho sempre odiato sin dal primo giorno d'asilo.
Era freddo il vetro su cui appoggi ai la faccia piena di lacrime mentre guardavo fuori,sul quel vetro appannato dal mio respiro.Aspettavo e aspettavo che venivano a prendermi, ma ogni santo giorno il bagnato di quelle lacrime era sempre più colmo in quello che era il mio viso così piccolo.
Lo ricordo come se fosse ora,lacrime che continuavano a scendere nel vedere le mani degli altri bambini che tenevano quella del loro padre o della loro madre andar via all'ora esatta. Specialmente quei saltelli tra lo scalino e l'altro all'uscita.
volevo ridere come facevano loro, ma continuavo a piangere perché avrei voluto anch'io provare quella gioia che vedevo nei loro occhi..
Era un indizio già dall'ora che sarebbe stato tutto un macello.
Ogni giorno era una speranza...
Forse simile alla speranza che aveva kevin nel sperare il cambiamento di suo padre, non so cosa sia successo dopo, perché non volevo più vederlo in quel modo. Era come se vedevo me stessa allo specchio era come vedere la mia speranza morire lentamente e non poter far niente.Ogni giorno...ricordavo le parole delle maestre nelle mie orecchie come quando nel primo pomeriggio cerchi di riposare e ti ritrovi delle maledette zanzare che ti ronzano proprio intorno all'orecchio.
"ma che li fanno a fare i figli?tanto vale che li affidano all'assistenza sociale".
"ma a lei... L'ha cresciuta un altro"
"immagino che famiglia squilibrata, senza senno. "
"e il padre, vero?"
"non si sa niente di lui, sua madre lavora. Così si dice..."
"chissà che lavoro poi...
Ah io non la vedo mai... E quando viene ha sempre gli occhi rossi, sicuramente si fa di qualcosa... se no...non si dimenticasse della figlia"."s...zitta"
"figurati, se capisce qualcosa sta sempre a fissare il vuoto, non gioca, neanche dice come si chiama"
Le sue piccole dita un po' sporche di colore giallo li aveva messe nei suoi timpani talmente forte per non sentire più nulla, che gli avevano graffiato a sangue la carne quella volta.
Dall'ora cominciò il suo disprezzo per aspettare qualsiasi cosa o qualcuno...Senza volerlo ogni singolo avvenimento che succedeva serviva a far andare Luce indietro con i giorni,con la mente.
Nonostante nascondeva il suo diario più in alto possibile, nonostante era scappata in quella notte avendo come amico solo Dio, e l'aiuto per partire dello zio, nonostante avesse cominciato una vita con un lavoro, con delle persone che in qualche modo contavano,il suo sguardo si perdeva... Si bloccava, in un punto che solo la sua mente e il campanello d'allarme del dolore sapevano decifrare.Malediceva ogni cosa che la portava a ricordare perché non voleva e ci stava provando ma ogni singolo avvenimento la portava a ricadere in quei burroni.
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Tho Hope
RomanceQuando smetti di credere ad ogni cosa e tutto va come non vorresti,senza volerlo,senza averlo cercato,le cose stanno davvero per iniziare. Un passato fatto di dolore e paure, un presente in continuo duello con emozioni mai provate e sensazioni che l...