Kevin 34

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Il fumo di quelle ultime ore l'aveva impregnato come l'amaro che sentiva sotto la pelle,intrecciando l'indifferenza verso donne più grandi di lui,dandogli facilmente modo di capire che con piacere avrebbero voluto entrare nei suoi pantaloni.
Si allontanò da tutti lasciandoli lì nel continuare quei discorsi che poco gli interessavano.
Con il telefono all'orecchio continuava ad allontanarsi facendo alcuni cenni con la testa ad alcuni conoscenti in segno di saluto.

La voce di Luce riecheggiava nella sua testa.
Proprio in quell'istante passò davanti a quel cespuglio:lo stesso in cui poco prima l'aveva baciata.
Lo stesso in cui poco prima poteva sentire le forme del suo corpo.
Lo stesso in cui il sangue gli faceva pulsare le tempie senza dover picchiare nessuno.

"Senza di lui sarebbe tutto una noia".
Improvvisamente, come quando senti un tuono ma il cielo è calmo e azzurro.
Le sue mani incontrollate cominciarono a colpire quella colonna bianca.
Prima un colpo, poi due, poi tre...non aveva più contato sentiva solo il sangue scendere giù per le nocche.
La sua rabbia era incontrollata.
il sopravvento aveva avuto la meglio anche se si era vestito così elegante per lei.
Non c'erano più i fiori sopra la colonna e soprattutto non era più bianca.
Ciò che rimaneva di quel abbellimento erano tanti pezzi fatti in frantumi e fiori che non erano più fiori.

"Ma che cazzo!che problema ha questa ragazza?mi sta facendo perdere il controllo delle situazioni, Che cazzo mi sta,succedendo?non mi era mai successo niente di tutta questa merda,quel coglione continua a stargli addosso come un cane.
Vorrei metterci le mani in quei maledetti occhi e metterli fuori uso per non vedere più come ci guarda il culo...Dio!non capisco questi fastidi cazzo!non ci sto capendo più niente continuo ad averla sempre nella testa immaginando i suoi capelli tra le mie mani o le sue gambe a cavalcioni su di me...mi sono rotto il cazzo devo andare via da qui"

Si era detto mentre continuava a torturarsi e a litigare con tutto se stesso.

"Che vuoi?"Rispose alla vibrazione sotto la tasca di quel pantalone stretto.

"Ti ho detto basta. Non sono cose che devono
importare a te.
Ho da fare! ".
Con un fare agitato e nervoso prese quel telefono e lo rimise in tasca.
Se ne andò a passi fermi verso la sua Volkswagen aprì la portiera,si mise al volante inalando l'odore di pelle color mattone.
Mise in moto e accelerando se ne andò con l'unico obbiettivo di andar via da quella tortura.
La voglia di fumare ancora e ancora gli stava facendo perdere tutto quel misero autocontrollo che aveva.
Aveva finito quasi due pacchetti nel giro di sei scarse ore e come se non bastasse a quel distributore vicino l'angolo della strada ad est avevano pure esaurito le sue intoccabili Marlboro rosse.
Tirò un calcio ad un frammento di mattone sgranato del marciapiede e mise le mani nei pantaloni per prendere l'accendino,invece toccò il rettangolare telefono di Nathan,se lo girò tra le mani tre volte prima di andare in rubrica a cercare il numero di Luce.
Cercò di chiamarla e mentre pensava di sentire di nuovo la sua voce notò al solo pensiero la sua eccitazione.
Sospirò riposando il telefono in tasca e guardando quel cielo con occhi quasi smarriti in quel fondo di blu intenso.
Senza farci caso pensò di andarsene a casa,rimanendo il casco di Nathan nel suo portone con un biglietto scritto con la penna che teneva sempre nel cruscotto della macchina.
("ragazzino io mantengo sempre le promesse").

Aveva chiuso lo sportello e accelerando solcando l'aria arrivò a casa.
Lasciò la macchina nel suo garage,sul ripiano di metallo posò le chiavi, prese la sua giacca di pelle nera preferita e la indossò sentendosi i muscoli del petto che gli si contraevano.
Pensò a come avrebbe voluto che le mani di quella ragazza gli scaldavano il corpo,o semplicemente per la prima volta in vita sua pensò a cosa stava succedendo dentro di lui... Velocemente i suoi pensieri viaggiavano con un immaginazione incredibile che andavano oltre ai suoi desideri carnali o sfoghi di piacere ,c'era altro questa volta. Nella vetrina con mensole di legno di faggio era posizionata a fila tutta la sua collezione di caschi,scelse quello nero striato bianco che aveva comprato a Lisbona.
Lo notò solo,dopo essere stato con occhi fissi in un punto fermo pensando che l'avrebbe voluta avere su quel ripiano di metallo nuda completamente che gli sussurrava quanto lo voleva,i suoi pensieri vennero interrotti da una fitta al cavallo dei pantaloni.
Poi ne prese un altro nero e grigio e lo portò con se.
Si mise in sella preferendo la sua unica fedele compagna Ducati rossa invece della Suzuki nera e con un rompo sicuro,si diresse dove davvero voleva andare.

Arrivato sotto casa di Luce spense la moto e si appoggio alla sella.
Guardò il balcone del piccolo appartamento e vide la luce accendersi.
Mise la mano nei pantaloni e prese il telefono di Nathan.
Sullo schermo c'era uno sfondo di lui abbracciato ad una ragazza lei era sorridente, lui ancora di più.
Non aveva mai visto quella ragazza ma doveva essere una foto di un po di anni in dietro.
Dopo pochi minuti di imprecazioni per capire come si usava quel "dannato coso" lo definì così,cominciò a scrivere il primo messaggio...

'Ei bella ciao... Che fai?'
Poi lo cancellò subito e ritentò di nuovo.

Da:Nathan A:Luce ora=1:48
data=20 settembre 2015
*Ei...dormi?
teneva quel telefono tra le mani come qualcosa di fragile stringendolo tra le mani. Respirando lentamente.

Luce: ora=1:49
*no e tu che ci fai ancora sveglio???

Nathan ora =1:50
*Abbiamo fatto tardi.
Scrisse subito

Luce: ora= 2:00
*è successo qualcosa?serata a dir poco stupenda;).
"Stupenda un cazzo! " aveva pensato.
Odiando con disprezzo nella sua mente la figura dei suoi fianchi che si muovevano vicino a Bread che aveva definito "mezzo fusto".
Dopo un po si corresse mentalmente.
definendolo "coglione a pieno titolo " ripensò a come stava bene in quel maledetto vestito stretto e a come il suo sedere perfetto ondeggiava.
"cristo!" sospirando violentemente si era detto.
Non aveva mai visto in vita sua tanta sensualità.
Tante cose belle tutte in una donna.
Si mise una mano davanti la faccia scuotendo la testa.
Riprese a digitare su quei tasti offuscando ogni desiderio che gli ribolliva nel sangue.

Nathan: ora =2:05
*già...eri davvero brava a ballare...

Luce: ora=2:06
*dai...era bella la musica e mi ha preso un po'!.
'Ti ha preso, un po?... Ti vorrei far prendere io ma non un po...
Prenderti in ogni posto possibile, costringere il tuo bel corpo a farti ballare SOLO PER ME e nessun altro. '
Doveva controllarsi si maledisse con tutto se stesso quella volta e gli stava succedendo sempre più spesso.
Si portò una mano alla tempia.

Nathan: ora=2:08
e mio cugino no??:)

'Stronzo. coglione.'
Disse quella volta a voce alta, non facendoci neppure caso.

Luce: ora=2:10
*ma dai...è solo un amico è molto gentile.

'gentile?... un cazzo! vuole solo portarti a letto bambina, quanto apri gli occhi?'
Scuotendo la testa aveva preso un'altra sigaretta e se l'era accesa.

Nathan: ora=2:12
* e di kevin che mi dici come è andata?

La mente si mise in pausa a quella domanda guardando di nuovo il balcone senza vedere altro che quella luce calma e antiquata.

Luce: ora=2:14
*perché me lo chiedi?? Comunque ...non ti importa ;)vai a nanna ragazzetto...

' brava bambina, questo mi fa capire che già mi stai pensando'.

Nathan: ora=2:20
*dai...ma sei a letto?

' come vorrei venire lì da te, in questo momento accarezzare ogni centimetro, di te...! Cristo!'.
Aveva buttato il fumo dalla bocca più del solito.

Luce: ora=2:23
*no,non riesco a dormire.

"Meglio bambina. brava!" .

Nathan: ora=2:30
scendi giù, ti ho portato la torta.
Mettiti qualcosa di caldo fa freddo.

"tutto me ti ho portato, mi vuoi bambina o non mi vuoi?perché mi fai arrabbiare dimmi perché?"

Aveva buttato la sigaretta pestando il restante sotto le scarpe eleganti e un formicolio allo stomaco gli comprimeva il petto.

Luce: ora=2:33
*m... grazie!che bello è da tanto che non ne mangio una, ok ok...arrivo ragazzetto;)

cominciò a sentirsi davvero un cretino con quello che stava facendo...uno stupido, un pazzo...
Ma ormai era tardi lei stava scendendo.

Mise il telefono al posto passandosi una mano tra i capelli.
"ma che cazzo!" Pensò dopo sentire l'agitazione sotto la pelle. Poi bloccandosi all'improvviso la vide.

Era bella, dio... se era bella.
Si stava avvicinando per sedersi alla panchina dove avevano parlato, e dove l'aveva trovata una sera con gli occhi spaventati e lucidi.
Adesso invece aveva le mani incrociate, aveva freddo forse, portava i tacchi alti quelli di poco prima alla festa e i capelli erano legati,non vedeva bene il suo sguardo dove era puntato, ma...all'improvviso lo vide quello sguardo...con un po' di luce improvvisata di un automobile, ferma per far salire qualcuno in lontananza.
Ecco notò finalmente i suoi occhi. Erano tutti per lui.

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