Luce 35

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Un po più tardi e lontano da quelle mani strette ad un volante,c'era il letto di Luce che profumava di talco appena messo e un corpo coperto solo di un reggiseno e una striminzita mutandina ricamata nera.
Se quel povero letto quella notte avrebbe potuto parlare avrebbe avuto da dire solo un basta strozzato dalle ore di un corpo agitato che si continuava a girare e rigirare senza darsi pace.
Erano quasi le due della notte,quando prese il telefono da sotto il cuscino ripensando continuamente a ciò che era successo quella sera,prese la sua agenda e appuntò anche quella volta le sue emozioni,i suoi stati d'animo sentendosi al sicuro con una penna nera tra le mani mangiucchiata dai lati.
L'immagine di lei tra le sue braccia continuava a vagare senza sosta, così pensò per un attimo di comporre il suo numero per sentire la sua voce,per sapere cosa stava facendo o semplicemente soltanto sentire il suo respiro dall'altra parte,ma...non ce la fece.
Premette il tasto laterale del suo cellulare e il nero del display la bloccò per l'ennesima volta,così lo buttò ad un angolo e si alzò per andare a bere un po d'acqua.
Appena arrivò vicino a quel tavolo marrone,pulito prima di uscire,si bloccò al segnale di un messaggio.
Il sorriso si spense all'istante quanto il nome di "Nathan" illuminava quegli occhi verdi delusi...

Da:Nathan A:Luce ora=1:48
data=20 settembre 2015
*Ei...dormi?
Aveva poggiato il bicchiere sul tavolo.

Luce: ora=1:49
*no e tu che ci fai ancora sveglio???

Nathan ora =1:50
*Abbiamo fatto tardi

Luce: ora= 2:00
*è successo qualcosa?serata a dir poco stupenda;)

Nathan: ora =2:05
*già...eri davvero brava a ballare...

Luce: ora=2:06
*dai...era bella la musica e mi ha preso un po'!.

Nathan: ora=2:08
e mio cugino no??:)

Luce: ora=2:10
*ma dai...è solo un amico è molto gentile.

Nathan: ora=2:12
* e di kevin che mi dici come è andata?

dammi la mano senti come batte il mio cuore.
senti... ogni volta che ti guardo che mi fai... Cristo mi fai uscire di testa... poi queste
..mi fanno impazzire".

Si era toccata le labbra, sedendosi alla sedia ripensando alle sue parole come un ossessione,come un alcool troppo forte da rinsavire.

Luce: ora=2:14
*perché me lo chiedi?? Comunque ...non ti importa ;)vai a nanna ragazzetto...

Nathan: ora=2:20
*dai...ma sei a letto?

Luce: ora=2:23
*no,non riesco a dormire.

Nathan: ora=2:30
scendi giù, ti ho portato la torta.
Mettiti qualcosa di caldo fa freddo.

Luce: ora=2:33
*m... grazie!che bello è da tanto che non ne mangio una ok ok...arrivo ragazzetto;)

Posò il telefono sul ripiano del frigo e con un leggero sorriso sul volto come una ragazza davvero della sua età gioì del fatto che anche un pezzetto di torta l'avrebbe resa contenta.
L'acqua fresca se la passò con entrambe le mani sul volto appena struccato dopo andò all'armadio si mise un body bianco con un maglione a caso sopra e un paio di panta collant sotto,si legò i capelli in una coda bassa e dalla fretta avendoli a portata di mano si mise di nuovo le scarpe che aveva indossato poco prima alla festa. Prese le chiavi e il cellulare scese le scale e chiuse il portone...
L'aria fredda della notte gli si attaccò in faccia si guardò in intorno,ma non vide nessuno si strinse nelle braccia e si avvicinò al cortiletto...
Cominciò a chiamare il nome di Nathan, ma di lui non c'era traccia.
Si sedette alla panchina invasa di ricordi e guardò il cielo che era stracolmo di stelle quella notte.
Abbassando lo sguardo vide una gran bella immagine un po' in lontananza appoggiata ad una moto grossa che non sapendo niente di moto non sapeva minimamente quanti cavalli avrebbe potuto avere con il piede incrociato sull'altro una mano nella tasca, l'altra probabilmente sorreggeva un casco...
Non riusciva a crederci pensò che forse stava cominciando ad avere le allucinazioni,ma venne interrotta dalla realtà quando quell'immagine gli fece mancare le parole.

"Ei...bambina, ciao..." disse avvicinandosi.
La sua voce era profonda e bassa.
Lei non rispose continuando a guardarlo senza dire una parola.

"ti sei calmata?"

"em, ma...tu...come...?"

"vorrebbe dire che sei contenta di vedermi?"
Pian, piano si avvicinò ancora di più toccandole dolcemente il viso, poi la prese dalle braccia e s'avvicinò a lei.

"no...no...cioè non..."

"Ah.. Ho capito vuoi tirarmi un altro schiaffo? "
Continuava a stargli vicino senza fare un passo ne avanti ne indietro.

"vedremo".

"a, si? Allora... Sai penso che..."
Indietreggiò di scatto.
"vado via..."

"No, no!...ok... Em..che ci fa fai qui?"aveva risposto.

"passavo da queste parti, non avevo niente di meglio da fare"
Con un sorriso provocatore non gli toglieva lo sguardo da tutto il corpo.
"ah... Non avevi niente di meglio da fare?..." aveva incrociato le braccia al petto.

"s.. Basta parlare,mi dispiace ma non c'è nessuna torta. Metti questo".
Gli passò il casco e con un po' di esitazione lo prese tra le mani.

Lui salì sopra, girò la chiave riempiendo con il rombo tutto intorno a loro,anche nello spazio dei pensieri di Luce c'era tutto tranne che la calma.

"dai... Bambina Devo aspettare tanto?
Metti il casco e sali".

Senza dire una parola si guardarono negli occhi e dopo essersi messo anche lui il casco lei obbediente salì sopra.
Non era stato difficile nonostante non era mai salita su una moto del genere .
kevin si girò alzando la visiera oscurata.

"tieniti... forte! ".

A quelle parole gli si bloccò il sangue.
All'inizio a malapena gli strinse le mani intorno alla vita, il rompo di botto si fece ancora più forte e di balzo il suo petto di colpo si buttò in avanti, restando uniti come se fossero tenuti da una calamita...
Le sue gambe erano attaccate ai polpacci di lui e la testa piegata sulla sua schiena, la moto accelerava sulle strade illuminate di lampioni e luci notturne, le macchine distratte erano inutili dettagli che contornavano Luce stretta alla schiena di Kevin correndo a più di duecento allora.
Fu allora che Luce strinse la presa, più che poteva, con tutto il corpo, con tutta la mente, anche la sua intimità era vicina a lui.
Fece mescolare il fatto di doverlo fare se no sarebbe volata, al fatto che era bello e lo pensava con tutta se stessa.
All'improvviso Kevin staccò la mano dal manubrio e l'appoggiò sulla sua, tenendola ferma, stringendola un po'.

Un piccolo attimo durato pochi secondi poi riprese il manubrio scalò la marcia e continuò a correre abbassandosi tra le curve e scalando ancora.
Probabilmente non avrebbe mai più dimenticato quelle sensazioni se aveva avuto anche in quella circostanza la sua agenda aveva scritto del vento forte quasi arrabbiato che con forza la faceva quasi volare e quelle braccia così forti, esperte... Chiuse gli occhi rimanendo ogni pensiero a metà...appoggiò la testa e continuò a stringere forte il suo petto contro al suo.



Ciao a tutti scusatemi per i miei ritardi e per i miei errori... Spero almeno un minino di entrare nel vostro interesse e sarebbe un onore se la mia storia entrasse nel vostro cuore.... E scusate la lunghezza del capitolo A presto con
"Tho hope"aggiorno il prima possibile

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