That room isn't soundproof

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Un ragazzo dai capelli grigi camminava nel largo corridoio della palestra, mentre beveva una bottiglia d'acqua.

Passò davanti a una stanza che era quella per il ballo, quando sentì strani suoni provenire dall'interno.

Si fermò incuriosito, ascoltando meglio. Spalancò gli occhi non appena capì che erano gemiti, e anche belli forti.

Si allontanò velocemente e tornò ad allenarsi.

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Dopo qualche ora, tutti uscirono dalla palestra dato che stava per chiudere. Il ragazzo vide Jungkook e Taehyung uscire da quella stanza e ridacchiò sotto i baffi, avvicinandosi ai due.

«Oh, hei, ragazzi, posso dirvi una cosa?»

Jungkook aggrottò le sopracciglia, guardando il ragazzo davanti a lui, Taehyung annuì.

«Quella stanza, sapete, non è insonorizzata» disse facendo l'occhiolino, dando una pacca sulla spalla del più piccolo, che arrossì fino alle punte delle orecchie.

Taehyung si strofinò nervosamente dietro il collo, in imbarazzo.

«Ci vediamo» aggiunse infine, camminando via con un ghigno sul viso.

Taehyung accompagnò Jungkook a casa, lasciandolo al portone. Non avevano spiccicato parola nel tragitto, erano entrambi imbarazzati per quello che era successo in palestra.

«Beh.. ci vediamo domani?» disse il maggiore, facendo una domanda più che una affermazione.

«Uhm.. credo di si..» Jungkook guardò le sue scarpe, trovandole improvvisamente interessanti.

«Ok.. a domani allora»

Il minore salì velocemente in casa, sedendosi sul letto appena entrato.

«Ahia» disse appena posò il sedere sul letto, gli faceva male. Arrossì e si mise le mani sul viso, l'aveva fatto con Taehyung.

Voleva saltare per casa come una ragazzina, ma non riusciva a essere del tutto felice.

E se per lui è stata solo la foga del momento?

Lui lo amava, non sapeva da quando, molto probabilmente da quando erano piccoli. Quella cosa che sentiva nel petto quando era con lui, quando si scambiavano quei baci, era la stessa cosa che sentiva in quel momento.

Sospirò cercando di non piangere e si alzò andando verso la scatola.

Prese quel foglio ripiegato con cura e lo aprì, rileggendolo dopo chissà quanto tempo.

Aveva scritto quella cosa quando aveva sedici anni, pensando a Taehyung.

"Per fortuna l'ho bloccato quel giorno" pensò, ricordandosi che aveva provato a leggerlo.

Rimise tutto al suo posto e andò a farsi una doccia per rinfrescarsi, ma appena entrò nella doccia si ritrovò a pensare alle sue mani sul suo corpo, alle sue carezze, ai suoi movimenti..

«Basta!» esclamò esasperato, non faceva altro che pensarci. «Che razza di pervertito sono?»

Uscì dalla doccia e si vestì velocemente, decise di chiamare Jimin. Si erano scambiati i numeri, visto che lavoravano anche insieme.

«Hei Jimin, sono io. Potresti fare un salto a casa mia?»

«Certo! Arrivo subito»

COSO AUTRICE

INFIRES MAN

-Chan

our little secret。 taekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora