-"OMMIODDIO E' LUI, OMMIODDIO" urlò Jimin in panico. -"ASPETTA UN ATTIMO, MI HA CHIAMATO CULETTO BELLO"
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Jimin:
Ti piace il mio sedere?
Tipo Ambiguo:
Puoi scommetterci;)
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-"AAAHHHH GLI PIACE IL MIO CULO"
Jimin chiamò velocemente Jungkook, aveva bisogno di qualche consiglio. Ripose dopo parecchi squilli, con il fiatone.
-"KOOK EMERGENZA. Aspetta, perché hai il fiatone?"
-"Jimin oh, uhm dimmi."
Il maggiore sentì un gemito soffocato da parte del suo amico.
-"Sei con Taehyung? Ho capito, siete impegnati a fare le vostre cose gay, vi lascio"
-"JIMI-"
Jimin riattaccò, ridacchiando consapevole di averlo messo in imbarazzo.
Riaprì la chat con quel ragazzo, che nel frattempo gli aveva inviato altri due messaggi.
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Tipo Ambiguo:
Ci farei davvero tante cose
Tipo Ambiguo:
Vai spesso in quella palestra?
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Jimin arrossì per il primo messaggio con il cuore leggermente accelerato.
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Jimin:
Oggi era la prima volta, perché?
Tipo Ambiguo:
Vorrei rivederti:)
Tipo Ambiguo:
In realtà vorrei rivedere quel tuo culo perfetto, ma non voglio farti sentire escluso;)
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Jungkook e Jimin quella mattia andarono a lavoro insieme e si misero d'accordo per vedersi a pranzo nel ristorante li vicino.
Jungkook fece il suo giro tranquillamente al contrario del maggiore.
Passò con il motorino davanti a una casa, da dove vide uscire quel ragazzo. Per poco non andò a sbattere contro un palo per guardarlo in tutta la sua bellezza. Aveva una felpa molto più grande della sua taglia e dei pantaloni neri. I capelli grigi ricadevano sulla sua fronte, spettinati.
Si fermò e parcheggiò la moto, neanche a farlo apposta aveva della posta da consegnare alla casa accanto.
Camminò facendo finta di non averlo visto, con il cuore che batteva abbastanza forte in petto.
-"Jimin?"
Alzò lo sguardo, trovandosi il ragazzo davanti ai suoi occhi.
-"Oh, ciao" disse, assumendo un tono normale, ma arrossì.
Un ghigno si formò sul viso del maggiore vedendo le sue guance rosse .
-"Girati un attimo"
-"Che?"
-"Tu girati, fallo"
Jimin si girò confuso, dandogli le spalle. Spalancò gli occhi non appena sentì una mano sul suo sedere.
-"Questi pantaloni ti stanno da dio" sussurrò il ragazzo dai capelli grigi, molto vicino al suo orecchio.
Jimin arrossì profondamente rigirandosi, guardandosi poi intorno per assicurarsi che nessuno li avesse visti.
-"I-io devo andare" disse velocemente, superando quel ragazzo. Era la prima volta che si sentiva in quel modo, di solito era lui che faceva quei giochetti, ragazze o ragazzi che fossero.
-"Ci vediamo, Jiminie"
COSO AUTRICE
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