C.34. "Discutere"

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Passarono quattro giorni da quando Lydia era in ospedale, il giorno successivo avevano deciso di dimetterla e Stiles era felice perché quello voleva dire che poteva chiederle di uscire, farsi dare delle spiegazioni ed ovviamente così fece.

Il primo giorno di scuola, dopo che era stata chiusa per riparazioni, le aveva chiesto dove volesse andare ma lei ha semplicemente risposto:

-Nel bosco. È più tranquillo e non ci dovrebbe essere nulla di cui aver paura.-

Stiles avrebbe preferito un altro luogo ma non poteva farci niente, quando Lydia diceva una cosa, qualla doveva essere.

Così il giorno dopo decise di andare nel bosco e aspettarla lì per ordine suo.

-Stiles.- lo salutò la ragazza.

Lui fece per abbracciarla, sentirla vicino a sè dato che erano passati giorni in cui non c'era grande contatto fisico tra di loro e questa cosa a lui mancava tanto, ma lei lo respinse dolcemente con un sorriso sforzato.

-Che succede?- le chiese lui.

Non aveva neanche prestato attenzione a come era vestita: una maglietta blu e bianca e dei jeans lunghi, molto semplice

-Dobbiamo parlare... ti dispiace se ci incamminiamo?- chiese lei.

-Hai fretta?- domandò lui.

-Sì. Devo vedermi con Malia.- fu la sua risposta decisiva.

Il castano non riusciva a capacitarsi di come le donne fossero lunatiche, o almeno di quanto lo fosse la sua "ragazza" ? La poteva definire cosí? Non ancora...

-Lydia..- iniziò lui dolcemente, ma la ragazza continuò a camminare spedita, senza rallentare.

-Stiles... quello che è successo quella notte...- disse lei senza preoccuparsi del fatto che lui si era fermato e perciò era un po' più distante da lei.

-Vorrei che lo dimenticassi...- continuò.

A quelle parole Stiles sgranò gli occhi.

-Ma sei scema?!- esclamò.

La biondo-fragola fece finta di niente e continuo a parlare.

-Non voglio perderti come è successo con gli altri... e non voglio rovinare niente con te...perciò io penso che...-

Un pezzetto di legno le si era infilato negli stivaletti neri, costringendola a fermarsi e toglierlo dando la possibilità al castano di raggiungerla.

-Lydia cosa cavolo stai dicendo?- le chiese, ma lei appena tolto il pezzetto di legno riprese a camminare frettolosamente.

-Perciò faccio così... migliori amici come sempre... niente smancerie... niente di niente. Non voglio feeling. Voglio solo amicizia.-

-Lydia.- disse Stiles questa volta alzando la voce, ma lei lo ignoró continuando a camminare.

-Lydia!- ripeté lui accelerando e afferrandola dal polso.

La ragazza roteò su se stessa e finì faccia a faccia con Stiles.

Non disse nulla. Lo guardò solo negli occhi limitandosi a stare zitta e fare un faccia che fece sciogliere il cuore al ragazzo.

-Hai finito di dire cazzate?- le chiese con tono scherzoso.

-Non sono cazzate!- protestó lei.

-Certo che sono cazzate!- esclamò lui sorridendo.

Sentì le mani sudargli per la stretta ai polsi della ragazza, così allentó la presa.

-Stiles...ti Prego. Ascoltami qualche volta...- disse lei implorandolo.

-Lydia io ti ascolto sempre. - disse sorridendole. - Ma ti giuro che questo che stai dicendo è una cazzata. È la paura, l'angoscia che ti fa dire questo, tu pensi in continuazione a quel bacio, come anche io. Tra noi c'è intesa e tu lo hai capito perfettamente. Entrambi cerchiamo di proteggere l'un l'altro senza renderci conto che quello che vogliamo veramente è affetto e amore. Perciò, piantala di dire che mi perderai perché non è così. Io non ti mollo facilmente, lo sai benissimo questo. Mi piaci dalla 3 elementare... insomma non ti basta come prova d'amore?-

Le mani di Stiles scivolarono via dai polsi e si andarono a posare sulla schiena della ragazza, che però a quel contatto lo spinse via.

-No! No e no! Io ti voglio bene!...Non... - disse lei, ma prima che potesse finire Stiles la interruppè attirandola di più a sé.

Ora il petto di lui era contro quello di lei, una gamba della ragazza era finita tra quelle del ragazzo, che si sentì leggermente impaurito e la cosa lo fece riflettere sul da dire e fare, ma lei la ritrasse lasciando che lui si potesse rilassare.

Fece scivolare le mani fino alla schiena della ragazza, poi verso il bacino.

Si sentì leggermente in colpa per quei occhi verdi che lo guardavano sorpresi, ma non ci pensó più di tanto.

Avvicinò il suo viso a quella della ragazza e bisbigliò un : -Quante cavolate stai dicendo oggi...-

E poi la bació, senza lasciarle il tempo di ribattere o riflettere su quello che le stava dicendo.

Le labbra di lui accarezzarono dolcemente le sue al gusto di lampone, soltanto quando sentì la ragazza lasciarsi andare, fece più pressione alla sua vita, ovviamente senza farle male, utilizzò quella strategia per distrarla dal gesto che stava per fare.

Schiuse leggermente le labbra, si aspettò che lei si distaccasse, ma questa volta fu lei a sorprenderlo.

Schiuse a sua volta le labbra e lasció libero l'accesso a Stiles.

-Ti amo Lydia, ti amo sempre di più.- bisbiglió, staccandosi di un millimetro per poterle dire quelle parole che gli riempivano il cuore di gioia.

La ragazza sorrise sotto la pressione delle labbra, si slanció in avanti...

Forse troppo avanti perché Stiles cadette all'indietro con lei sopra.

-Ahia!- boffonchió facendo una smorfia di dolore.

-Sht.- rispose lei riprendendo a baciarlo.

Non importava dove erano, in un bosco per loro potevano essere anche in piazza o a scuola, ma non c'era motivo per smettere o staccarsi da quello che stavano facendo.

Nessun motivo per staccarsi.

Nessun motivo per lasciarsi.

Era un motivo in più per amarsi...

Sempre di più, fino all'ultimo respiro.

- Take My Home - Stydia (#Wattys2016)  {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora