C.40. "Inutile dirlo"

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-Okay, so dove si trova Parrish, me lo ha detto il giorno della festa. Ti posso condurre da lui, ma devi lasciarmi andare e soprattutto lasciar andare Lydia.-
Ovviamente Stiles mentiva, perché lui il giorno dopo la festa si trovava in ospedale, ma questo Theo di sicuro non riusciva a ricordarselo.

Lanciò una rapida occhiata a Lydia, per farle capire che stava mentendo, ma lei sembrò non capire.

Lo continuava a guardare senza nessuna espressione, neanche un pizzico di preoccupazione, cosa che sembrava al quanto strana, lei era sempre preoccupata per lui.

Non sembrava per niente la Lydia che conosceva, Theo si avvicinò a Stiles e in modo cauto lo liberò.

-Grazie- boffonchiò il ragazzo quando fu in piedi e si massaggiò dolcemente i polsi.

Il castano si avvicinò a Lydia e lei gli rivolse un sorriso malizioso, mettendogli una mano sulla spalla.

-Va tutto bene, stai facendo la cosa giusta.- gli disse gentilmente.

Stiles sorrise e posò una mano sulla guancia di Lydia, era fredda come il resto del suo corpo.

-Hai freddo? - gli domandò preoccupato, ma lei scose la testa, allontanandosi di poco.

Il castano allora si fece avanti per baciarla, ma lei lo respinse.

-Stilinski molla l'osso.- ringhiò Theo da dietro di lui, come se fosse offeso da quel gesto, come se gli desse fastidio il semplice fatto che lui voleva baciare la sua ragazza.

Ma d'altronde non disse nulla, perché la biondo-fragola si allontanò.

Il chimera si avvicinò a Lydia e le sussurrò qualcosa nell'orecchio.

Stiles non sapeva se stava impazzendo o se era solo confuso, ma quella Lydia era molto diversa.

Riusciva a guarire.

Le ferite che aveva sulle guance non c'erano più, come se Theo non l'avesse mai sfiorata, ed in più era fredda.

Ma Stiles sapeva perfettamente che la vera Lydia Martin era calda sulle guance e le sue mani erano più morbide di quelle della ragazza.

Quella davanti a lui non era la vera Lydia Martin, ne era sicuro al 100%.

* * * * * *

-ISAAC!- la voce di Scott risuonò dal piano di sotto.

Da quanto era arrivato a casa con Cora, scappò di sopra a prendere delle cose, solo che non dava segno di voler riscende.

Nel frattempo erano anche arrivate Malia e Lydia con una strana aria, non riuscivano a guardarsi negli occhi e non si parlavano.

Scott si avvicinò al divano e prese Liam da un braccio tirandolo in piedi.

-Va' a vedere che combina Lahey di sopra.- disse secco.

Il beta annuì. -ISSY! Arrivo! - gridò salendo le scale trascinandosi i piedi dietro.

L'alpha si avvicinò a Malia, mentre la biondo-fragola attraversò la stanza, diretta da Cora senza dire una parola.

-Che le prende?- le chiese all'orecchio.

-Umh?Cosa? A parli di Lydia- la coyote arricciò le labbra. -Mh...niente.- rispose scuotendo la testa.

Scott la guardò in modo torvo, conosceva perfettamente la castana, lei sapeva esattamente cosa aveva la Banshee, ma non voleva dirlo, per chissà quale ragione.

Allora il ragazzo allungò una mano piano e circondò Malia.

-Vorrei parlarti.- bisbigliò guardando oltre lei.

-Va bene, Scott, va bene.- rispose lei allontanandosi a grandi passi verso la cucina, sembrava irritata dal gesto dell'alpha.

Arrivati dentro, Scott chiuse la porta alle sue spalle e quando tornò a guardare la coyote notò quello che non era riuscito a notare poco prima.

Aveva gli occhi carichi di adrenalina, ma le guance senza colorito e la pelle pallida dicevano che era profondamente stanca.

-Ho bisogno di te.- disse lui senza lasciarle il tempo di aprire bocca e domandargli di cosa  avesse bisogno.

Malia innarcò un sopracciglio.
-Come scusa?- chiese.

-Hai capito bene. Non voglio più fare finta di niente.-

Fino a poco prima la ragazza continuava a guare intorno, ma poi i suoi occhi si contrarono con quello del lupo e si fissarono per un po' senza dire niente, neanche una parola, come se stessero cercando di leggere nella mente dell'altro.

Scott avrebbe voluto farsi avanti, eliminare quei centimetri che li separavano, voleva accarezzarla, accarezzare quelle labbra, e quella pelle bianca espressamente stanca di tutto quello che stava accadendo.

Avrebbe voluto avvicinarsi, poggiarle una mano sulla guancia, dirle che lui era lì per lei ed in particolare era lì con lei.

Voleva smetterla di guardarla così e fantasticare su come dirle quello che provava già da un po', da quando i loro occhi si erano scontrati, da quando gli era caduta tra le braccia e lo aveva stretto a sè.

Pensava che non sarebbe mai successo con nessun'altra dopo di Allison, ma si sbagliava.

Quella immensa voglia di proteggerla, di fare di tutto per tenerla al sicuro, qualla scintilla scatenata tra lui e l'arcera che alla fine era svanita dopo la morte di lei, si era riaccesa.

Riaccesa quando quei occhi, di quel strano colorito si erano impiantati nei suoi. Gli occhi di Malia Hale, gli avevano riacceso il cuore. Gli avevano dato una ragione in cui credere. Credere anche se la ragazza lo respingeva, credere in qualcosa che pensava fosse perduto per sempre.

-Scott! Che stai blaterando!?- esclamò la ragazza stufa.

Si era fatta più avanti e la sua espressione era preoccupata ma allo stesso tempo annoiata.

-Da quando mi sei caduta in braccio, da quando hai avuto bisogno di me... - si bloccò, non aveva senso dire quelle parole.

Lei non avrebbe mai capito quello che lui voleva dire, perciò decise di fare una sola cosa:

Si avvicinò a lei, eliminando la distanza che li separava.

- Take My Home - Stydia (#Wattys2016)  {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora