Capitolo 10.

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Cameron.
Ho sentito fin troppe volte questo nome, negli ultimi giorni, e solo ora che ci ripenso mi rendo conto di quanto sia stato presente in ogni conversazione. "Lui " c'era in ogni battuta, commento, lamentela e discorso.
C'era sempre.
Tuttavia, non è questo a turbarmi. C'è come un ricordo, un'immagine legata a questo ragazzo, stipata in qualche angolo remoto della mia memoria, che non riesco a tirar fuori. Si tratta di una figura sfocata che mi stuzzica la mente, pungola insistentemente i miei pensieri, annebbia ogni mio senso, ma rimane comunque lì, nascosta. Decisa a non venire a galla.
«Allora, Hayley...» la voce di Cam mi riporta alla realtà. «Per quale sfortuna della vita sei qui con Alison, stasera?» domanda rigirandosi il bicchiere tra le dita.
«Non la definirei una "sfortuna della vita".» ribatto mimando le virgolette, e lanciandogli uno sguardo truce.
Capisco che sia in collera con Alison ma, pur non essendo a conoscenza delle dinamiche dall'accaduto, non mi va che ne parli così. Nonostante le già numerose volte in cui la mia sorellastra si è comportata male con me –compresa questa, in cui ha dato nuovamente prova della bassa considerazione nei miei confronti lasciandomi sola, con questo sconosciuto-, so che in realtà non è una cattiva persona. Si lascia semplicemente trasportare e prendere troppo dalle situazioni; molte volte reagisce d'impulso, e per tale motivo finisce col fare del male agli altri. Ma ciò non vuol dire che non sia in grado di voler bene o di amare. Perché so che n'è capace, e so anche che, quando lo fa, dà tutta sé stessa.
«E comunque, non credo siano affari che ti riguardino, le ragioni per cui ci conosciamo.» proseguo gettando anch'io un'occhiata alla mia vodka. Non ne ho ancora preso un sorso perché odio quella sensazione di bruciore direttamente alla bocca dello stomaco. Non mi fa sentire né euforica né viva, solo impotente rispetto all'effetto che un goccio di alcool può avere sul mio corpo. Perciò credo che rimarrà sul tavolo per il resto della serata.
«Quindi siete tipo amiche o...» Cameron mi ripropone la domanda, ma io stronco nuovamente ogni suoi tentativo di conversare.
«Qualcosa del genere.» replico acida, scimmiottandolo per il mondo in cui prima ha descritto sinteticamente il rapporto tra lui e Ali.
Lui sogghigna. «Che spiritosa che sei, Hayley! Spiritosa quasi quanto la tua amichetta Alison!» esclama velenoso, senza togliersi quel sorrisetto beffardo dal volto. Ha proprio una faccia da schiaffi.
In ogni caso, questa storia sta iniziando a stufarmi. Sono stanca di sentir nominare la mia sorellastra ogni secondo, e soprattutto, sono stanca di essere paragonata a lei. Io non le somiglio, né mai le somiglierò.  Sia esteticamente, che caratterialmente.
«Ma insomma,» sbotto, quindi. «perché continui a ribattere solo e unicamente con battute taglienti su di lei, se poi dici di non volerne parlare?»
Di rimando, lui mi lancia un'occhiata di fuoco, tanto torva da mettermi i brividi addosso. Lo vedo stringere forte il bicchiere tra le mani, ed ho paura che possa romperlo da un momento all'altro.
«E tu perché non impari a farti i cazzi tuoi?!» mi urla addosso, sovrastando d'un tratto ogni rumore, con la mascella serata e una maschera di durezza sul volto. È praticamente la stessa che aveva appena ha incontrato la mia sorellastra.
Sostengo il suo sguardo con uno altrettanto forte e severo, e nel frattempo non riesco a credere che questa sia la stessa persona che solo diversi minuti fa mi ha salvata da una bruttissima caduta, sorridendomi dolcemente e chiedendomi di restare.
«Sei tu che hai voluto trattenermi e parlare con me.» gli faccio notare, e mi stupisco di quanto riesca ad essere fredda e affilata la mia voce in questo momento. «Me ne vado.» annuncio. Agguanto la borsetta in cui, prima di venire, ho riposto accuratamente il necessario per la serata, e mi avvio a grandi passi verso l'uscita, ignorando completamente il fatto che stia ancora barcollando su queste stupide scarpe.
Il mio bicchiere di vodka è rimasto lì. Non ci ho bevuto; quel liquido trasparente è ancora intero, puro e immacolato. Al contrario della persona che ha a fianco.

Riesco a farmi largo tra gli ubriachi che si reggono a malapena in piedi, sostenuti solo da un cocktail di troppo e la musica incalzante che li invita a dare spettacolo al centro di quella squallida pista da ballo.

Summer love. ||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora