Capitolo 23.

1K 109 71
                                    

«Sei stato davvero carino a presentarti a casa di Clary. Credevo che ormai avessi trovato un'altra da portare alla festa.» confesso a Cameron mentre osservo il paesaggio della Toronto di notte sfrecciare sotto i miei occhi. La gente si aggira ancora in strada come se il sole schioccasse insistente sul loro capo, ma in realtà, ad occupare un manto blu privo di stelle vi è solo il cerchio pieno della luna, stasera oscurata anche da qualche nuvola.
Getto un'occhiata al cellulare; sono le 11.40 p.m., e la jeep verde bottiglia su cui sto viaggiando ad alta velocità segue una sola meta; casa di Matt.

«Se devo essere sincero,» comincia Cameron, con una mano sul volante e l'altra tra i capelli, «anche io ero convinto che ti avrei sostituita, nel frattempo, ma...in questi giorni non ti decidevi proprio a lasciarmi in pace. Mi ritrovavo continuamente a pensare a te, Hayley Mitchell.»

Nascondo un sorriso. «Quindi avevi intenzione di sostituirmi; premessa interessante!» osservo critica.

Cameron ridacchia. «Proprio per questo, Hayley Mitchell. Vedi solo i miei lati negativi. Sei insopportabile.»

«Oh, ma da che pulpito, Cameron Dallas.» replico con lo stesso tono.

Lui si limita a sogghignare, e io abbasso lo sguardo sulla rosa che ancora stringo tra le mani.

È bella e rigogliosa, di un rosso scuro, vivo, simile al colore del sangue.

È bella, bella ma non micidiale. O almeno, non lo è stavolta, priva delle sue spine, con lo stelo immacolato, liscio e verde.

È un po' come Cameron, stasera, il cui profilo al momento è illuminato fievolmente dalle luci dei lampioni che filtrano attraverso il vetro del finestrino.

Visto così sembra diverso, in qualche modo. Più rilassato, azzarderei.

E non so, credo mi piaccia molto di più questa versione tranquilla di Cameron, con lo sguardo sereno a cui manca quella solita scintilla scaltra che quasi t'invoglia ad allontanarti da lui, come se dicesse: "porto guai, statemi lontano".
Le labbra lievemente piegate in quel sorriso morbido cancellano ogni traccia del suo usuale ghigno beffardo, e con esso scompare anche quella presunzione tipica della persona che finora ha mostrato.

Ora è esattamente come questa rosa; bello e senza spine.

«Perché mi stai fissando?» chiede d'un tratto voltandosi verso di me e ritornando brusco come al solito.

Come non detto.

«Nulla.» mugugno levando lo sguardo al cielo.

Sogghigna. «Stasera non riesci a togliermi gli occhi di dosso, vero Hayley?»

Io sbuffo. «Dovresti concentrarti sulla guida, anziché guardare me che guardo te.» preciso alzando un sopracciglio. «Quanto manca per arrivare da Matt?»

«Non molto.» è la sua risposta secca.

E in effetti è così. Trascorrono solo altri dieci minuti prima che una grande villa in periferia si affacci alla mia vista. Un cancello in ferro battuto la precede, e le sue dimensioni riducono tutte le abitazioni che la accerchiano a semplici casucole qualunque, sebbene siano anch'esse abbastanza ampie. La facciata è ben curata e rimanda tanto agli antichi edifici ottocenteschi, con un largo giardino che conferisce colore alla struttura interamente bianca. Stasera più che mai, però, il pallore di quest'ultima è spazzato via dalle luci di ogni colore che la inondano, mediante qualche faro piazzato dal dj per l'occasione. Le tonalità violacee e rosse si riflettono sulla superficie cristallina della piscina interrata, al cui bordo un ragazzo biondo distribuisce alcolici a tutti coloro che ne richiedono.

Summer love. ||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora