Lo ammetto; la delicatezza non è mai stata tra la qualità che mi contraddistinguono, e ne sono sempre stata fortemente consapevole.
Difatti,a dirla tutta, non sono mai riuscita a salire le scale di casa mia, a Londra, senza smuovere l'intera costruzione ed avvertire tutti i presenti del mio inconfondibile arrivo. All'inizio trovavo quei modi barbari di annunciare il mio ingresso addirittura simpatici ed euforici al punto giusto, ma il tutto ha iniziato a rivelarsi piuttosto svantaggioso e scomodo soprattutto durante il primo periodo di frequentazione con il gruppo di Ben, quando il rincasare tardi rappresentava un rischio fin troppo pericoloso da correre. A quel punto, non era poi così divertente che il mio passo, il quale si potrebbe definire in tutti i modi fuorché felpato, finisse con l'essere la ragione per cui mia madre riusciva continuamente a scoprirmi, e allora niente poteva più salvarmi da una delle sue uniche strigliate.
Col tempo, fortunatamente, ho avuto più occasioni di fare pratica, e ora potrei addirittura dire di aver acquisito una certa padronanza, in questo campo. Infatti, ad oggi, riuscirei ad addentrarmi in qualsiasi luogo con quello stesso fare furtivo che prima poteva solo limitarmi a immaginare e scongiurare, in quei timorosi attimi in cui lo scricchiolio della moquette pareva quasi urlare una presta e inevitabile punizione.
Tuttavia, stasera, dopo le ultime parole scambiate con Shawn, il bisogno di attutire il rumore provocato dal mio pestare pesantemente il pavimento è l'ultimo che sento. Milioni di pensieri mi vorticano per la testa mentre mi dirigo alle porte del palazzo, piena di rabbia, senza curarmi affatto di aver svegliato, molto probabilmente, mezzo appartamento con il mio trambusto e l'incessante rimbombare dell'eco della mia camminata tra le pareti.
Tale apprensione non mi sfiora lontanamente neppure appena metto piede fuori dall'edificio e vengo travolta dall'afa di questa calda serata estiva. Giungo ben presto ad ipotizzare che, in realtà, la mia temperatura corporea sia influenzata più dall'accaldamento dovuto alla mia ira che dall'effettiva cappa di calore che si é creata su Toronto.
A tale proposito, mi accingo a prendere un grande respiro nella speranza che il ricorso a qualche tecnica di yoga udita distrattamente alla TV possa aiutarmi a ritrovare quella calma perduta nel momento esatto in cui io e Shawn abbiamo iniziato a discutere. Quando sento i miei muscoli rilassarsi effettivamente sotto quel controllato esercizio, mi faccio presente che, la prossima volta in cui dovesse capitarmi di cogliere un'altra di queste lezioni facendo zapping tra i canali, presterò sicuramente più attenzione.
«Hayley!»
Nel preciso istante in cui mi dico di allontanare ogni pensiero, la sua voce giunge ansimante dall'ingresso. Mi illudo per un attimo che si tratti di qualche brutto scherzo giocatomi dalla mente ormai stanca di ricorrere in continuazione a lui. A dirla tutta, non biasimerei per niente la mia ragione se, ora come ora, decidesse di piantarmi in asso; un po' di riposo da tutto questo caos sarebbe più che meritato.
E invece no; non sono impazzita, purtroppo.
A pochi metri da me, a richiamarmi trafelato mentre scende di corsa gli ultimi scalini della sudicia rampa, c'è davvero Shawn, accompagnato dall'inconfondibile tintinnio delle sue chiavi. Incredibilmente, riesce ad essere persino più rumoroso di me.
«Oddio...» é l'unica cosa che mi viene dire mentre scuoto il capo, infastidita, levando gli occhi al cielo.
Che diamine vuole ora?
«Hayley,» annaspa nuovamente, facendo la sua comparsa con una ruga di preoccupazione sul volto. «dove stai andando? »
Non fa neppure in tempo a raggiungermi che ho già ripreso ad avviarmi in direzione del cancello arrugginito che, attorniato da una quantità disgustosa di pattume e lerciume, delimita l'intera struttura. Storco il naso nel passarvi davanti e svolto subito a sinistra, sorprendendomi nel camminare con sempre maggiore velocità, quasi un maniaco mi stesse alle calcagna.
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Summer love. ||Shawn Mendes
FanfictionLe canzoni che parlano di amori estivi, Hayley le ha sentite sempre e solo di sfuggita. Lei non ne ha mai vissuta una, nella sua monotona vita, scossa da così tante delusioni, negli ultimi mesi, che ha sentito il bisogno di scappare da quella città...