Capitolo 14.

1K 114 47
                                    

Cameron mi porge la mano affinché possa rialzarmi, osservandomi con apprensione. Dev'essere almeno un po' dispiaciuto di aver quasi rischiato di uccidermi investendomi, e forse la fronte corrucciata, quella linea storta al posto della bocca e il braccio teso, sono l'effettiva dimostrazione del suo pentimento. Tuttavia, non posso permettermi di accettare il suo aiuto. Quindi raccatto tutte le mie forze e mi do una spinta da sola per tirarmi su.
«Ehm, mi dispiace, Hayley.» mormora lui osservandomi mentre mi spolvero i vestiti e do un'occhiata veloce al mio ginocchio; una piccola sbucciatura, nulla di grave.
Lui fa per avvicinarsi e controllare la mia ferita, ma io mi scosto con veemenza.
«Ehi, guarda che mica ti mangio!» esclama accigliato.
«Hai ragione, non mi mangi; m'investi.» replico stizzita. Effettivamente riconosco la mia parte di colpa in questo avvenimento più che innaturale, però penso di avercela con Cameron per altre ragioni. Mi ha portato fin troppi guai in meno di 24 ore; voglio solo che mi stia lontano, al momento.
«Ma se sei stata tu a piazzarti in mezzo alla strada come una cogliona!» puntualizza lui allargando le braccia.
«Ti ricordo che esiste un limite di velocità, e credo che tu l'abbia pienamente superato, poco fa!» gli faccio notare indicando indistintamente un segnale abbastanza vicino a noi.
Cameron leva gli occhi al cielo; continuiamo a discutere su quella che dovrebbe essere la mia mancata denuncia nei suoi confronti, fino a quando non gli dico apertamente che parlare con lui mi sta solo facendo perdere tempo.
«Andiamo! Non comportarti come se mi odiassi, bellezza.» ammicca lui a quel punto.
«Infatti non ti odio. È solo che...ehm,» lo guardo come se in cerca di parole che riescano ad esprimere appieno il concetto. «non trovo particolare piacere nel trascorrere la mia preziosissima giornata con te.» concludo, infastidita dallo scorrere veloce dei minuti sullo schermo del mio cellulare.
«E perché; hai di meglio da fare? Non sarà che ti aspetta il fidanzatino?» mi stuzzica con il solito sorrisetto sghembo.
Sto quasi per tirargli una sberla e rispondergli che chiunque mi stia aspettando sia sicuramente più sveglio di lui, ma un rumore insistente ci obbliga a mettere da parte i nostri disguidi. Ci voltiamo, e notiamo un clacson martellante indicare a Cameron che forse è giunto il momento di spostare quell'auto dal centro della strada. Così lui s'avvia imprecando verso la jeep.
Prima che riparta alla stessa velocità con cui stava per venirmi addosso una decina di minuti fa, m'affretto a raggiungerlo e a precipitarmi nella sua macchina, accomodandomi proprio sul posto accanto al conducente.
«Ancora qui?» domanda Cameron alla mia vita, con la solita espressione beffarda stampata sul volto.
«Tu mi devi un favore, e io ho bisogno di un passaggio; non credere sia qui per altro.» sbuffo, esasperata da quel comportamento da Don Giovanni.
Di questo passo, noi due non andremo mai d'accordo.

Mi sento abbastanza in colpa ad essere qui, in compagnia della ragione del litigio con Alison. Mi sembra quasi di stare esattamente al tuo gioco.
«Ascolta, Hayley,» incomincia d'un tratto Cameron, interrompendo il silenzio che è calato tra di noi dopo che gli ho praticamente ordinato di portarmi al centro commerciale. «So che siamo partiti col piede sbagliato, anzi, sbagliatissimo, ma credo che possiamo rimediare. Tu sei carina, dico davvero, ma...»
Il mio vicino sta praticamente parlando da solo. Fingo di ascoltarlo annuendo e mugugnando ogni tanto un «Sì, hai perfettamente ragione...» , ma la verità è che sto pensando ad altro. Non so neppure io esattamente a cosa, ma sta di fatto che, improvvisamente, mentre i ricordi si rincorrono in maniera scomposta, una lampadina mi si accende nella testa.
La foto.
Ecco dove avevo visto per la prima volta Cameron; nella foto trovata mentre rovistavo per la stanza di Alison. In quell'immagine, racchiusa accuratamente in un'agenda inutilizzata e segnata da una dichiarazione d'amore da parte dello stesso Cameron, la mia sorellastra indossava degli spessi occhiali, aveva i capelli scompigliati e...sembrava molto più piccola.
La sua voce rimbomba nella mia testa, ancora scossa dai singhiozzi del giorno in cui si scusò con me per la "scenata delle regole".
«La mia relazione si è chiusa così, all'improvviso dopo un anno.», aveva mugolato Alison, parlandomi della rottura con il suo famoso ex.
Dopo un anno.
Allora perché mi sembra che quella foto risalga a molto più di un anno fa?

Summer love. ||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora