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POV MARTA

Vedo un macigno crollare sopra May: urlo il suo nome cercando di avvisarla ma sono stata troppo lenta. Accade tutto in un secondo : sento un'ondata di calore e la parete di fronte a me mi viene addosso facendomi perdere i sensi.

POV MAY

Apro gli occhi lentamente e piano piano riprendo possesso dei sensi e del mio corpo: cerco di tossire, i miei polmoni vogliono tossire, ma qualcosa me lo impedisce, cerco di prendere fiato ma sento le costole scricchiolare e i polmoni riempirsi di polvere. Sento tremila spade conficcarsi tra le mie ossa e urlo di dolore: fa troppo male per nasconderlo e così anche le lacrime, una dopo l'altra, iniziano a scendere imperterrite senza controllo.

È buio, non so perché sono finita in queste condizioni ma devo assolutamente tornare all'aria aperta. Prendo l'iniziativa e inizio a spostare piano il macigno sopra di me facendolo scricchiolare. Un pezzo si stacca dal blocco e mi cade a tre millimetri dalla guancia destra. Ho paura. Non so cosa fare: potrei sfruttare al massimo la mia super forza alzando ancora di qualche centimetro questi pesantissimi blocchi di cemento armato che minacciano di sopprimermi ma chi mi assicura che alzandosi non si sgretoli ulteriormente schiacciandomi comunque?
Rimango ferma immobile con i muscoli delle braccia contratti dalla paura e dalla adrenalina ma quando questa finisce sento un bruciore interno partire dalla punta delle dita e arrivare fino alle spalle.
Sto per cedere, non... riesco... a.. tenerlo...

Cerco di spostarmi con il busto e le gambe verso sinistra dove sembra ci sia una cavità tra le macerie: sento le ossa scricchiolare e un dolore pungente avvolgere tutto il petto. Mi sono spostata di massimo un millimetro: sono messa davvero male.

Okay, o muoio schiacciata o dal dolore, una delle due: non ho altre alternative. Sento una voce insistente dentro la mia testa che mi blocca: non farlo! Ma le mie braccia stanno per cedere: viva il suicidio.

Uno... due... tre! Con tutta la mia forza di volontà rotolo a sinistra entrando nella cavità e lasciando cadere le macerie sperando che non mi cada tutto addosso.

Appena smetto di rotolare urlo. Un urlo di dolore: ho tutte le costole rotte. Mi viene da tossire:urlo ancora più forte per il dolore che provo. Un rivolo caldo esce dalla mia bocca, provo a toccarlo ma le mie braccia non rispondono più agli ordini del cercello: sono esausta e dolorante, molto dolorante.

Cerco di fare un ultimo sforzo per raddrizzarmi ma questa volta un dolore lancinante cento volte più acuto e profondo di quello precedente mi mozza il fiato e tutto ciò che riescono a produrre le mie corde vocali straziate è una specie di lamento simile ad un sibilo o ad un guaito di un cucciolo morente.

Mentre emetto questi lamenti la vista diventa opaca e sento le palpebre farsi pesanti.

Okay devo escogitare un piano per rimanere sveglia, sveglia a qualunque costo ma il dolore non lascia tempo alla mia mente di vincere e mi abbandono tra le braccia di un sonno pesante: buio e senza sogni.

POV MARTA

Mi sveglio di soprassalto a causa di urla lancinanti provenienti poco distanti da me. Sembra un urlo quasi animalesco, chi si sta scorticando le corde vocali in questa maniera deve stare davvero soffrendo molto. Magari sarà stato colpito dalle macerie.

Fortunatamente l'ultima esplosione mi ha sbalzato, anche se abbastanza violentemente, in una parte sicura dell'edificio infatti ho perso solamente i sensi e sono quasi illesa: qualche graffietto qua e la ma credo proprio che spariranno in poche ore. Non ho calcinacci sopra il corpo, solo molta polvere.

Appena il grido si aquieta riconosco una voce femminile, appartiene sicuramente ad una bambina. Come un flash mi scorrono davanti agli occhi le ultime immagini che ho visto: May che veniva sovrastata da un pezzo di soffitto.

- May! May! - provo a chiamarla: se urlava in quel modo significa che è ferita gravemente. Nessuno risponde alla mia chiamata e io presa dall' angoscia inizio a battere sul cemento che, almeno così ho dedotto, divide le nostre celle ma non risponde comunque nessuno.

POV MAY

A riportarmi alla realtà sono le urla disperate di quella che presumo essere la voce di mia sorella.
Mia sorella... mia sorella.....
Mi ci vuole qualche minuto per riassemblare e far coincidere i miei pensieri con l'accaduto ma poi ricordo tutto: gli zii, mamma e papà, l'esplosione e Marta che urlava il mio nome.

-Ehi Ma, non ti.... - provo a dirle di stare tranquilla ma la mia frase viene troncata da un lamento straziato: giusto, ho anche le costole rotte. Ricordato e annotato.

- Ehi, ehi May stai bene?! - cavolo ci voleva solo Marta super-preoccupata- ma che domande faccio, ovvio che non stai bene! -
-che cos' hai!?, dove ti fa male!? -

Okay, devo bloccare questa situazione che sta degenerando drasticamente

-Marta, ascolta... -

-sorellina, sorellina... -

-Marta è più o meno tutto okay, ascoltami... - provo a farle riprendere il controllo

- Mi dispiace, è stata colpa mia, avrei dovuto avvisarti prima, io... -

-MARTA MARGARET ROGERS PIANTALA!!! - devo urlare per farmi ascoltare trattenendo un gemito di dolore. Ha funzionato: dall' altra parte non sento più niente.
Marta si è fatta completamente prendere dal panico

-okay sorellina, ascoltami, punto 1 io NON sono morta, ficcattelo in testa; punto 2 non sono messa troppo bene perché ho qualche costola rotta. Adesso ascoltami e fai come ti dico-  forse sono stata un po' dura con lei e mi si stringe il cuore ma perlomeno adesso controlla meglio il suo stato d'animo.

-va bene, dimmi tutto- risponde Marta

-io sono bloccata qua, tu puoi uscire?- sento dei passi e dopo qualche minuto mi risponde

-posso provarci- mi dice incerta.

-fantastico, allora esci di lì poi mi tiri fuori. Continuerò a parlare così potrai sapere quando sarai sopra di me. -

Per compiere tutta l'operazione ci abbiamo impiegato trenta minuti come minimo... ma l'importante è il risultato. Si, mi sento soddisfatta: il mio piano ha funzionato.
-noi due siamo proprio una quadra che funziona alla perfezione - esordisce con un sorriso Marta. Io non rispondo: ho dovuto stringere talmente tanto i denti per non urlare quando Marta mi ha aiutato ad alzarmi che adesso ho tutta la bocca indolenzita.

Ora che siamo salve possiamo metterci alla ricerca dei nostri genitori.

Dopo Captain AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora