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POV MARTA

Più felice di così non potrei mai essere: hanno organizzato proprio tutto.
Davanti alla caffetteria c'è zia Maria che ci aspetta, non la vedo dal mio compleanno!

-zia! -le corro in contro: non sto più nella pelle dall' emozione! May ci raggiunge poco dopo e salta anche lei al collo della zia: super abbraccio!

Entriamo nel locale e ci accomodiamo su un grazioso divanetto davanti a un tavolino di ferro battuto con la parte piana in vetro ricoperta da una sottile tovaglietta di pizzo: tipico di questo locale.

Io e May prendiamo la nostra bevanda preferita: the con latte. Zia Maria ordina lo stesso come anche la mamma mentre zio Howard, papà e il signor Jarvis non ordinano niente.

Non voglio che la giornata si rovini però ho bisogno di risposte così, anche se controvoglia, interrompo il clima allegro che si era instaurato nell'aria

- Perché non ci avete detto la verità? -

Tutti adesso hanno iniziato a fissarmi interrompendo i loro discorsi, tranne May che inizia a guardare a sua volta gli altri in attesa di risposte.

Zio Howard sta per parlare ma si blocca per sorridere alla cameriera che ci serve il the con grande disappunto di zia Maria. Appena se ne va torna a guardarci serio e prende un bel respiro.

-Rogers, il vostro padre biologico, non si ammalava mai grazie al suo DNA modificato così ho pensato di produrre dei vaccini con le sue cellule per guarire le persone con malattie molto gravi -

Mamma continua la sua frase

-io però non ero d'accordo perché vostro zio lo avrebbe fatto solo per soldi a spese dei malati e a me non sembrava corretto così ho gettato l'ultima provetta di sangue di Steve nel fiume- ho visto papà irrigidirsi quando mamma ha pronunciato il nome del mio altro papà.

Zio Howard riprende parola

-Ma io le ho dato la provetta sbagliata così ho potuto continuare il mio lavoro sulle cellule del Capitano ma vostra madre mi scoprì-

Mamma riprende parola, questo scambio di battute mi sta facendo venire il mal di testa.

- Mi feci promettere che non avrebbe più continuato il suo esperimento anche se poi mi interessai al lavoro che stava facendo e scoprii che grazie a lui potevo avere un pezzetto di Steve sempre con me: mi sottoposi ad un esperimento. In questo modo voi siete nate in provetta, una delle tante idee di vostro zio e ha funzionato. - dice guardandoci con orgoglio ma poi la sua espressione ritorna triste.

-in quel momento non pensavo affatto ai rischi che avreste potuto correre, mi dispiace. Assomigliate molto a vostro padre, a Steve, e non mi riferisco solo ai vostri occhi blu ma anche alle vostre capacità fisiche. Vi voglio bene così come siete e ci sentiamo molto in colpa per quello che abbiamo fatto e speriamo che un giorno voi possiate capirci. Mi dispiace, se non lo avessi fatto no avrei avuto voi. -

Mi si apre un buco al centro del petto, capisco perfettamente cosa intende dire la mamma e non cambierei nulla per niente al mondo: la mia vita è fantastica così com'è.

Cerco di sdrammatizzare un po'

-ehi guarda che noi siamo felici di avere questa vita- dico cercando di rassicurarli.

- questo mi solleva molto ma siamo noi che abbiamo preso una decisione fin troppo egoistica- dice la mamma mentre zio Howard abbassa lo sguardo dispiaciuto.

POV MAY

Ho capito quello che vuole dirci la mamma. Mi sento in colpa per quello che le ho detto due giorni fa inoltre ho capito quanto mamma e papà, il Capitano, si amavano. Vorrei che fosse qui adesso, vorrei che non si fosse suicidato con l'aereo del Teschio Rosso e che ci leggesse la favola della buona notte. Se davvero è la persona che la mamma ci descriveva ogni sera prima di addormentarci sarebbe stato un papà fantastico, vorrei che lo sapesse.

- scusa per quello che vi ho detto, siete fantastici tutti quanti- dico andando ad abbracciare il papà e la mamma. Papà non ha detto una parola da quando la conversazione ha preso questa piega e si irrigidisce ogni volta che la mamma pronuncia "Steve": davvero non capisco che problema abbia.

Anche Marta viene ad abbracciare i nostri genitori e gli zii.
Chiarita la situazione e finito il the la conversazione torna allegra: ridiamo, scherziamo, papà e zio Howard ci fanno il solletico... trascorriamo un piacevole quarto d'ora.

Purtroppo ha iniziato ha piovere e dobbiamo aspettare che diminuisca l'intensità della pioggia prima di uscire, così rimaniamo ancora qualche minuto dentro la caffetteria.
Adoro che goccioline trasparenti che scorrono l'ente e veloci sulla parte esterna del vetro: mi incanto a guardarle.

La voce della mamma mi risveglia dalla mia simbiosi con l'acqua della pioggia

- quasi dimenticavo, ho un regalino per voi! - esordisce allegra tirando fuori dalla borsa i nostri peluches preferiti

-Bucky! -
-Matisse! - gridiamo io e mia sorella all'unisono. Il suo peluche è un gatto arancione molto peloso con gli occhi di vetro azzurri mentre il mio è un cucciolo di lupo grigio e nero, anche lui ha gli occhi azzurri.
Quando la mamma una sera ci raccontò che il migliore amico di Captain America morì in azione io ci rimasi molto male così diedi il suo nome al mio lupetto: Bucky.

Prendiamo dalle mani della mamma i nostri peluches per strapazzarli di coccole ma sentiamo che sono diventati rigidi ed emettono un suono di carta stropicciata ogni volta che gli tocchiamo la pancia. Io e Marta ci scambiamo uno sguardo interrogativo e poi guardiamo confuse i nostri parenti.
Sorridono divertiti dalle nostre facce e poi zia Maria ci risponde

-abbiamo nascosto le vostre vere carte di identità, quelle che avete trovato nella scatola, nei vostri peluches così saranno fuori dalla portata di occhi indiscreti-

-inoltre- continua papà - abbiamo bruciato le altre carte così nessuno può più avere prove del fatto che voi siete speciali: potete vivere tranquillamente. - dice con serenità.

Questa è in assoluto la notizia più bella della settimana anche se ho ancora un dubbio

-e l'SSR? - domanda Marta precedendomi.

-racconteremo la verità al direttore, ma solo a lui per fare in modo che non voglia più tenervi chiuse in laboratori come cavie- conclude la mamma soddisfatta.

-in poche parole, cucciole, riavrete la vostra vita- zio Howard si appoggia allo schienale della sedia con un mezzo sorrisetto sulle labbra.

Tiriamo un sospiro di sollievo che trattenevamo da chissà quanto : finalmente sono finite le fughe spericolate da laboratori di massima sicurezza. Ha smesso anche di piovere

-che ne dite, torniamo a casa? - propone papà

-si dai, si è fatto un po' tardi- concorda zia Maria.
Tutti iniziano ad alzarsi ma io li bloccò

- in attimo solo- dico- devo andare in bagno- mi alzo e mi dirigo verso la toilette. Marta fa lo stesso.

Ci stiamo lavando le mani per poi uscire e andare a casa ma sentiamo un forte boato provenire dalla sala del locale, il pavimento inizia anche a tremare, il vetro della finestra del bagno si rompe, qualcosa si stacca dal soffitto cadendomi in testa

- MAY!! - l'ultima cosa che sento prima che il mio campo visivo diventi completamente prima opaco e poi nero.

Dopo Captain AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora