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POV BUCKY
Mi sveglio dal freddo nel cuore della notte: si gela e la lampadina del corridoio è ancora spenta.

Cerco con lo sguardo la bambina e capisco come mai ho così freddo.
La mocciosa, con tutta la coperta dalla sua parte, si è rannicchiata contro il mio petto.
La guardo contrariato e intenerito allo stesso tempo cercando di ridividere equamente le porzioni di tessuto senza svegliarla.
Distrattamente le sfioro un braccio: è gelida.
Solo in questo momento mi accorgo che anche le sue labbra non hanno un colorito normale.
Mi avvicino di più a lei cingendola con un braccio per tenerla più vicina a me per trasmetterle il poco calore del mio corpo, dato che anche io sono infreddolito.
Rimango sveglio finché le sue labbra non tornano di un colore più tendente al rosa che al viola e mi addormento assicurandomi di averla sempre vicino.

POV MAY

Mi sveglio a causa della luce che proviene dal corridoio e sono costretta a strizzare più volte gli occhi per abituarmici.
Appena mi ricordo del posto in cui sono mi assale la disperazione e vorrei tanto scoppiare a piangere ma credo di non avere più lacrime.
Ogni giorno che passa mi sento più in colpa del precedente :mi sento in colpa per essere viva quando lei è morta.

Non posso stare ferma qui così, devo fare qualcosa, devo distrarmi, tento di alzarmi dal letto ma senza successo.
Guardo in basso e vedo che il soldato ha un braccio avvolto al mio busto. Scivolo via dalla sua presa senza svegliarlo.
Questa è stata la prima volta che non ho sognato Marta.
Gli sono riconoscente ma non riesco ancora a fidarmi.
Da quando la mia vita è stata stravolta mi sono fidata solo due volte di qualcuno : la prima volta sono finita in Russia e la seconda persona voleva solo sfruttarmi.

E se anche lui si aspettasse qualcosa in cambio? E se poi mi fa del male?
Perché non posso semplicemente raggiungere Marta con uno schiocco di dita?
Scaccio via il pensiero.
Che idiota: lei non lo vorrebbe.
Ma è difficile andare avanti in questo modo, senza nessuno.

Il mio sguardo torna a depositarsi sul soldato: posso fidarmi? Vorrei, vorrei davvero tanto.
Mi ha lasciato bere la sua acqua e ieri sera non mi ha lasciato morire di freddo mentre io pensavo che mi avrebbe punita per averlo disturbato mentre dormiva.
Non è cattivo. Io so che lui non è cattivo: ha solo bisogno di qualcuno che lo ricostruisca, pezzo dopo pezzo, proprio come me.
Ma non è solo questo che mi porta a volermi fidare di lui: ho una strana sensazione quando lo guardo. Come se lo avessi già visto da qualche parte, come se lo conoscessi già.
Nonostante io in realtà non so un bel niente sul suo conto: ha un braccio di vibranio, è buono dentro ma non lo da a vedere e, quando lo fa, i suoi occhi riprendono colore, gli piace stare nell'angolo della stanza accanto al letto.
Non è di molte parole: ieri siamo rimasti tutto il tempo in silenzio.

Mi ricordo di un gioco che io e ma sorella facevamo spesso quando incontravamo una persona nuova: la guardavamo e la associavamo ad un animale.
Cercando di ignorare il più possibile che Marta non è qui, inizio a studiare Mister Braccio di vibranio.
Dovrò cambiargli nome : questo non mi piace tanto.

Schivo ma protettivo quando serve, non dubito possa essere un ottimo combattente ma è solo, i suoi occhi sono glaciali ma non farebbe del male senza motivo.....
Un lupo. Un lupo grigio solitario.

Già che ci penso mi ricorda tanto il mio peluche, Bucky. L'unica differenza è che anche lo sguardo vitreo del mio peluche era più felice del suo.
Bucky.
Bucky è un bel nome, credo che chiamerò anche lui Bucky, almeno finché non mi dirà il suo.
Quando si sveglia lo sto ancora fissando e quanfo si accorge che sono a tre centimetri dal suo naso fa un salto sul materasso dallo spavento per poi fulminarmi con lo sguardo.
Io mi mordo la lingua cercando in tutti i modi di non ridere: ha fatto una faccia buffissima.

Dopo Captain AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora