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Il viaggio è stato silenzioso e nessuno ha fiatato. Ogni tanto Alex e l'altra mi lanciavano qualche occhiata incredula ma nulla di più.

La macchina si ferma di fronte all'areoporto: è tempo di tornare in Russia, senza ripensamenti, senza lacrime. La mia casa ormai non è più Brooklyn. Non sono più legata a nessuno in questo posto.
D'altra parte, però, la mia vera casa non è neanche la Red Room Academy. Ci ho pensato a lungo durante il viaggio: sarei potuta scappare e rimanere in America ma avrei lasciato Marta all'Accademia e avrei vissuto sempre in una città piena di ricordi che mi mettono tristezza.

Torno in Russia di mia spontanea volontà : da questo momento non si torna più indietro.

Scendendo dalla macchina metto, con un colpo da maestro, il mio fazzoletto sotto al sedile della guidatrice: mentre faccio finta di riprenderlo posiziono la granata che ho preso dal soldato morto sotto il suo sedile e mi dirigo verso le altre ragazze che mi stanno aspettando indispettite.

- sei sicura che una bambinetta che perde il suo fazzolettino possa essere eletta capo missione? - chiede la signorina Switzer in tono di scherno ad Alex che per tutta risposta mi fulmina con lo sguardo.

Sorrido cordialmente
- vada all'inferno -

In meno di tre secondi uno schiaffo schiocca sulla mia guancia: strano. I suoi schiaffi non mi fanno più così male. Forse tutto il dolore che provavo era solo alimentato dalla paura del momento.

Io non mi muovo di un millimetro con stupore di questa bastarda e riprendo a sorriderle cordialmente.

- bene, allora addio- dico iniziando a camminare verso l'edificio dell'areoporto superando le altre due ragazze che poi mi seguono a ruota.

Dopo qualche metro ordino loro di fermarsi e mi volto a guardare la Switzer che si dirige in macchina.

- che diavolo stai facendo questa volta!? - mi urla Alex evidentemente stufa del mio comportamento imprevedibile.

Io aspetto senza togliere gli occhi di dosso alla strega bionda.

Apre la macchina.

-May!! - urla anche l'altra ragazza infuriata.

Apre la portiera

Entra

Si siede

BOOM.

L'onda d'urto dell'esplosione ci investe: le mie compagne cadono io rimango a guardare, ferma, in piedi.

Vendetta.

Sorrido.
Adesso possiamo andare.
Appena mi giro le mie compagne mi guardano atterrite e stupite
Mentre si rialzano doloranti

-allora, chi è la bambinetta? - scherzo divertita.
Le mie compagne non sorridono e Alex dopo avermi squadrato prende parola

- scusa Capitano- sorrido: mi ha chiamato sul serio capitano! Oh mio Dio! Sorrido come un'ebete e ci dirigiamo in areoporto rendendoci invisibili grazie alla massa di soccorritori che stanno correndo in direzione della macchina in fiamme.

È stato facile imbarcarci sul primo aereo per la Russia, la parte difficile è stata nascondere un enorme scudo di vibranio.... ho dovuto rubare una valigia....
Ma questi sono dettagli. L'importante è che adesso sono in aereo, tranquilla, in viaggio per l'accademia.

La Signora sarà fiera di me: forse finalmente adesso mi considererà un po' di più. Magari nella prossima missione saranno assegnate anche a me due pistole. Sarò considerata importante, magari avrò anche il mio posto nel mondo!

Chissà quanto saranno invidiose le mie compagne di stanza! Sorrido al solo pensiero.
La prima cosa che voglio fare appena arriveremo alla Red Room Academy è raccontare tutto a mia sorella: la missione, l'adrenalina nelle vene, lo scudo... A Marta voglio raccontare anche del soldato: lei è mia sorella voglio parlarle di cosa mi è successo.

Marta.
Ma sarà felice per me? O mi guarderà con disgusto? Se non mi volesse più come sorella? L'ultima volta che ci siamo viste lei aveva già notato il mio cambiamento: aveva già notato la mia trasformazione. E non era felice per questo.

In fondo ho ucciso delle persone. Però erano dei nemici. Erano i mostri dell'HYDRA di cui la mamma ci raccontava prima di andare a letto. Loro uccidono la gente. Sono cattivi.

Però anche io ho ucciso della gente. Significa che sono cattiva? Sono diventata un mostro?

Con un moto di disgusto scaccio questi pensieri dalla testa. La missione non è ancora finita e devo rimanere concentrata.
Ma gli sguardi impauriti delle mie compagne?
Hanno paura di me?
Basta.
Devo smetterla immediatamente: essere temute e rispettate in fondo era quello che volevo.
O forse no? Non è forse quello che la Red Room Academy ha fatto in modo che tu volessi?

Quando atterriamo per tornare in accademia percorriamo la stessa strada dentro lo stesso e,  ormai solito, camion dell'andata.
Solo che questa volta ho con me una valigia abbastanza pesante.

Dieci chili di vibranio sono abbastanza difficili da nascondere e infatti per tutta la durata del viaggio il conducente del camioncino non perde neanche un'occasione per guardare male il mio bagaglio dallo specchietto retrovisore.

Schiaccio maggiormente la valigia contro le mie gambe volendo sottolineare che se solo provano a sfiorarla per sottrarmela sono morti.

Arriviamo all'Accademia e,come in un flashback, scendo dal camioncino e mi avvio nell'atrio della mia prigione trascinandomi  dietro la valigia.

Il rumore dei miei passi rimbomba ovunque : possibile che non ci sia nessuno ad accoglierci dopo una missione?
Meglio. Io devo mettere in camera il mio ingombrante bottino di guerra senza farmi vedere.

Alex e l'altra ragazza si mettono in linea davanti alle scale come due soldatesse e aspettano.
Io prendo la valigia corro su per le scale arrivando alla mia stanza: butto la valigia sotto il letto e controllo che la scatola dei documenti sia ancora al suo posto.

Sento il cuore pulsare nelle orecchie : spero con tutta me stessa che la Signora non sia venuta a chiederci un rapporto della missione mentre io sono qui.
Apro la porta della mia stanza in modo frenetico e mi dirigo velocemente al punto di randevouz.

Sono già a metà rampa di scale ma mi blocco improvvisamente come se non avessi più controllo del mio corpo.

Torno in camera correndo,  prendo la scatola e la metto insieme allo scudo nella valigia ed esco per tornare dalle mie compagne in fondo alle scale.
Per ogni gradino che faccio prego che la Signora non sia già arrivata: potrei vomitare per l'ansia ma fortunatamente non mangio niente da parecchie ore e quindi non ho niente da rimettere.

Arrivata all'angolo della rampa di scale che mi separano dalla meta mi blocco: momento della verità.
Se è già arrivata : punizione, spero non troppo crudele.
Se non è ancora arrivata: fortuna.

Conto fino a tre, giro l'angolo e.... Non è ancora arrivata.
Emetto un sospiro di sollievo posizionandomi di fianco alle mie compagne.
Alex mi porge controvoglia i documenti che abbiamo recuperato, io li prendo in mano  e la fisso.
Evidentemente ho dei punti interrogativi nello sguardo perché Alex rotea gli occhi
- dato che sei tu il capo missione deivi dare tu i documenti alla Signora- sbuffa annoiata.

Cinque secondi dopo la vediamo apparire in tutta la sua magnificenza con il suo vestito blu scuro.
Appena mi vede per un istante mi pare di vedere i suoi occhi brillare di sorpresa.
Stupita di vedermi qui.
Pensava che sarei morta i  missione?
Mi ha mandato in missione per sbarazzarsi di me?

Dopo Captain AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora