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Tutte le ragazze con me al seguito si dispongono ordinatamente in due file parallele alla trave e il signore, che penso sia il nostro insegnante, si posiziona su una sedia di fronte a noi e con un sorriso calmo accende una piccola radio che si trova per terra accanto alla sua sedia.
Ne esce una melodia molto classica ma allo stesso tempo anche allegra.
Senza alcun preavviso la ragazza di fronte a me inizia a ballare.
Mi giro sorpresa: anche la ragazza dietro a me inizia a ballare e subito dopo mi assale lo sgomento.

Tutte le ragazze si muovono sincronizzate a meraviglia ma io non so neanche un passo e l'uomo sulla sedia inizia a fissarmi.
Punta i suoi occhi gelidi nei miei, il sorriso calmo sparisce e mette un ghigno.

Fortunatamente non ho mangiato niente per colazione se no adesso tutto quello che avrei avuto nello stomaco sarebbe sul pavimento a causa della tensione.

Devo inventarmi qualcosa riesco quasi a percepire la cattiveria di quell'uomo.
Guardo le mosse delle mie compagne la postura delle mani e dei piedi: ripetono lo stesso movimento più volte.

Appena mi sento vagamente pronta raggiungo la mia postazione e incomincio a ballare con loro. Ho le gambe che tremano per la paura.
Guardo verso l'uomo: si è alzato dalla sedia e continua a fissarmi come se la mia anima dovesse uscire dal mio corpo da un momento all'altro. Ha anche portato gli occhi a fessura.

Il mio cuore accelera spaventosamente.
Non riesco a reggere il suo sguardo e distolgo i miei occhi dai suoi. Non basta: sento ancora il suo sguardo pressante su di me pronto ad intervenire a qualsiasi mio sbaglio con una punizione.

Inizio a tremare impercettibilmente e inizio ad inciampare nei miei stessi piedi: per poco non cado.
No. Non va bene.
Cosa ti eri ripromessa di fare questa mattina?
Mi ero posta come obiettivo di rimanere viva.
Ti sembra di stare rispettando il tuo programma?
No
Perché?
Perché il mio insegnante è scontento e deluso di me quindi mi punirá. È scontento perché non ballo bene.
Devo compiacerlo.  Devo rimanere viva, devo danzare bene. Devo essere la migliore.

Proprio quando inizia ad avanzare verso di me spazientito io studio un'ultima volta le altre ragazze e inizio ad imitare le loro mosse alla perfezione.
Sono incurante del dolore bruciante alla schiena ogni volta che alzo le braccia: sarebbe molto peggio se mi frustassero una seconda volta.

Non posso permettermi di sbagliare una di nuovo: devo far vedere quanto valgo. Ho capito che in questo mondo non c'è posto per le persone che falliscono, tantomeno me.

Devo far vedere quanto valgo.

Punto i miei occhi nei suoi e inizio a danzare perfettamente sincronizzata con le altre, lenta e veloce, fluida e precisa.
Dopo qualche giro ci prendo anche gusto e vado avanti meccanicamente senza bisogno di passare a quello che sto facendo: i movimenti mi vengono spontanei.

L'uomo inizialmente mi guarda stupito ma poi si ricompone subito e mi fa un mezzo sorriso anche se scompare subito.
Sono felice: sono brava. Questo mi fa eccellere ancora di più.

Quando finisce la canzone tutte le ragazze rimangono immobili nella posizione in cui siamo e così faccio anche io.
Il signore dice qualcosa in russo e poi schiaccia un pulsante della radio e la musica riparte: tutto uguale a prima.
Evidentemente quella parola vuol dire " da capo" o qualcosa del genere.

Io riprendo a danzare sotto lo sguardo attento e soddisfatto dell'insegnante.
Senza preavviso appare la strega e inizia a guardarmi anche lei.
Assumo l'aria più seria e neutra che mi riesce. Voglio eccellere anche con lei. Deve vedere che ha fatto uno sbaglio a punirmi. Deve vedere che io posso conquistarlo un posto nel mondo.

Dopo qualche minuto anche lei increspa lievemente le labbra in un mezzo e velocissimo sorriso.

Mi piace essere apprezzata.

Quando la strega se ne và la canzone è terminata per la seconda volta e l'uomo ripete lo stesso ordine di prima ma questa volta senza far ripartire la musica: nessun problema, danzo ancora bene.

Dopo aver danzato per altre tre volte la stessa canzone ci disponiamo in tutta la palestra distanziate l'una dall'altra e iniziamo a fare stretching : non pensavo di essere così elastica!

Dopo aver riscaldato i nostri muscoli l'uomo dice qualcosa e tutte le ragazze vanno a cambiarsi: fine della lezione di danza.

Usciamo tutte dalla stanza della danza e ci dirigiamo in una camera molto più piccola e spoglia: pareti bianche che implorano di essere riverniciate, assenza di lampadario... l'unico ornamento sembra proprio essere la finestra la cui luce illumina tutta la stanza.
Dopo qualche minuto sento che entra una persona nella stanza: per fortuna, mi stavo annoiando a stare muta e in piedi senza fare niente.
Alzo lo sguardo per vedere il o la nuova/o insegnante e....

La strega

No, ore di lezione chiusa qui dentro con quella specie di mostro non ci sto. Per dispetto la donna in blu punta i suoi occhi malefici direttamente nei miei e ghigna: io impallidisco dal terrore e raccolgo tutte le mie energie per rimanere lucida.

La strega parla in russo e ovviamente io non capisco ma faccio del mio meglio per imitare le altre: ci disponiamo in due file sempre parallele e guardiamo negli occhi la ragazza che abbiamo di fronte. La donna consegna alle ragazze dell'altra fila una pistola.
Non capisco.
Però a noi non viene consegnato nulla.
Dopo un breve ordine della strega le ragazze ci puntano la pistola contro e sparano: faccio un salto per lo spavento e sgrano gli occhi per la sorpresa.
Mi porto istintivamente una mano al cuore, che batte troppo velocemente, che però tolgo subito: non voglio far notare che ho paura.
Dopo qualche respiro mi calmo e capisco che le pistole non sono cariche altrimenti non sarei viva. Tiro un sospiro di sollievo e soffoco una risata isterica. Il procedimento si ripete per svariate volte : adesso non ho più paura della pistola.
Ci scambiamo i ruoli e io prendo in mano la pistola e provo a sparare : all'inizio sono un po' titubante ma poi sparo talmente tante volte che diventa quasi normale.

Normale. No, non è affatto normale.

Dopo Captain AmericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora