È passato un mese dalla manovra. Ancora niente in vista, solo vuoto. Aspetto con ansia il momento in cui tutto cambierà, la solitudine sta diventando sempre più insopportabile. Mi tengo occupata il più possibile, ma è inevitabile pensare alla mia situazione. La frustrazione è il sentimento che più ha fatto sentire la sua voce durante le ultime settimane.
L'attività che più mi fa concentrare è costruire il robot, ma ho avuto non pochi problemi a ultimarlo, nonostante la prima volta avesse risposto prontamente ai miei comandi. Ciò mi fa innervosire parecchio, mi fa sentire inutile e incapace. Non funziona più bene e non capisco il motivo. Ho provato a costruire ogni circuito in modo diverso, ho cambiato i cavi e le componenti, ho spostato i collegamenti elettrici principali, invano. Ogni tanto risponde ai comandi, ma il secondo successivo si blocca e non reagisce più. Uffa!
Dave ha ricontrollato minuziosamente il programma e mi ha fornito qualche consiglio, sia per la costruzione sia per il programma; io li ho messi in pratica tutti, senza alcun risultato esaltante. Non riusciamo a risolvere il problema in nessun modo. Ho rischiato di distruggere tutto per la rabbia, ma per fortuna mi sono contenuta e sono stata brava e buona. Se vogliamo cercare un lato positivo in questa grandissima situazione schifosa, con la gestione della rabbia sto facendo progressi. Che bella consolazione!Oggi ho tentato nuovamente di modificare delle parti del robot ed è andata male come ieri.
Per sfogare la frustrazione vado in palestra a fare esercizio, è una pratica che ho visto funzionare bene per sfogare le emozioni indesiderate.
Non ho ancora provato le pistole, però sono intenzionata a farlo presto. Prima di adoperarle volevo studiare il funzionamento di ogni tipologia, per evitare di sparare a caso e rompere qualcosa o ammazzarmi.Eseguo la serie di esercizi giornalieri a ritmo sostenuto, la mente fissa sui movimenti e sul respiro che li accompagna.
Successivamente, passo al lancio dei coltelli. Sono migliorata dai primi tentativi, mi alleno ogni giorno e seguo le lezioni vocali che Dave ha scovato nei meandri della sua immensa memoria digitale. Insieme ai libri, è l'unica cosa che mi rilassa completamente il corpo e la mente. Sei davvero anormale, Gwen. Libri e coltelli non sono proprio la stessa cosa.
Ultimamente ho preso l'abitudine di allenarmi con la musica sotto, per evitare di pensare al mio passato o in generale per evitare la testa piena di pensieri. I sonniferi sono stati utili a farmi dormire meglio, ma è capitato più volte di avere degli incubi. Ad oggi, nessun nuovo ricordo, anche se sono certa che non tarderanno ad arrivare.
[Annie are you okay? Will you tell us that you're okay?]
Prendo il coltello. Mi posiziono. Lancio.
Centro.
Prossimo.Prendo. Posiziono. Lancio.
Un cerchio di distanza.
Prossimo.Prendo. Posiziono. Lancio.
Centro.
Prossimo.Queste ripetizioni mi rilassano.
Il sibilo dei coltelli è un bel suono, scandisce il ritmo e mi svuota la mente.
Sss. Toc.
Sss. Toc.[You've been hit by, you've been shot by a smooth criminal]
Il coltello mi cade di mano e, nello stesso istante, la testa mi esplode.
Quei versi mi rimbombano nelle orecchie a ripetizione, come un mantra ossessivo.
A smooth criminal. A smooth criminal. A smooth criminal.BASTA!
"Gwen, sei sicura?" Mike sembra preoccupato. La luce stroboscopica della discoteca gli illumina il viso di viola e rosso.
"Sono sicura. Domani dobbiamo agire. Per la parata saranno tutti a Nova." Si gratta il sopracciglio destro e sbuffa. Quasi non lo sento col rumore della musica.[You've been hit by a smooth criminal.]
"Okay. Ci sto. Dopo avviso Frank-"
Ancora immersa nelle luci abbaglianti del ricordo, allungo il braccio per prendere il coltello caduto e interrompo il ricordo stringendo la lama nel palmo della mano sinistra.
Grido e lascio di scatto la lama insanguinata, che rimbalza sul pavimento e vibra prima di fermarsi definitivamente.
Fisso il sangue che mi scorre tra le dita, lungo il polso e infine gocciola sul pavimento lucido, come ipnotizzata.
Plic, plic, plic.
Piccole gocce rosse cadono sui miei piedi.
Basta ricordi. Non voglio sapere chi fossi e cosa ho fatto in questo modo. O meglio, non voglio saperlo in questo modo."Gwen, sta bene?" Dave sembra in apprensione. Non riesco a trovare le parole per rispondergli, continuo a tenere gli occhi fissi sul sangue.
Un pizzicore al polso, dove indosso il braccialetto di metallo, mi fa scattare la mano e torno in me. "Sto bene." Rispondo con voce roca. C'è un taser nella piastrina?
"Non credo che lei stia bene. Vada in infermeria, si è procurata una brutta ferita. Avrebbe dovuto interrompere i ricordi in un altro modo."
"C'è un taser nel braccialetto?"
"Sì, serve in caso di emergenza. In questo caso, si trattava di un'emergenza. Spero non sia arrabbiata con me per la mia decisione."
"No, Dave. Hai fatto bene."Lancio un'ultima occhiata al sangue, poi mi alzo e cammino in direzione dell'infermeria. Ottima idea mettere infermeria e palestra vicine.
La stanza è molto luminosa, con delle pareti e i lettini bianchi. Vicino ad ogni lettino c'è una piccola stazione medica dotata di tutti gli attrezzi necessari al primo intervento.
"Dovrà bendarsi da sola, dal momento che non è presente alcun medico a bordo." Mi dice Dave dallo schermo della prima stazione.
Gwen Morgan: aspirante pilota, ex palestrata e da oggi anche infermiera.
"Va bene. Dimmi che devo fare."
"Pulisca il sangue intanto." Mi lavo la mano nel piccolo lavandino e vedo che il flusso ormai si è arrestato. Davvero ottimo metodo per tornare in sé, ti faccio i complimenti.
"Ora si disinfetti accuratamente. La bottiglia è quella con il tappo rosso." La apro e la annuso, sa di alcool.
"C'è solo l'alcool?"
"Non è solamente alcool, è una soluzione in cui è presente anche dell'alcool. Dovrebbe bruciare meno ed essere più efficace." E va bene, cercherò di non urlare.
Lo verso sul taglio mordendomi la lingua.
"Ora si bendi."
Prendo le bende dalla stazione, seguo le istruzioni di Dave e sigillo la fasciatura con un speciale adesivo.Voglio tornare a casa subito.
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Space, The Last Frontier
Science Fiction"[This is the end, my only friend, the End] Questa canzone è deprimente. Ma non la cambio, rispecchia il mio stato mentale. Sono sprofondata su un divanetto con una tazza di caffè fumante tra le mani. Tornerò mai alla civiltà?" Gli uomini hanno semp...