XXXI

242 20 14
                                    

Frank continua col racconto.
"Dopo l'incidente, venne indetto un consiglio d'emergenza del parlamento dell'Unione. Tuo padre non aveva previsto un successore, un errore che gli costò caro, perciò si dovette procedere con un'elezione. La popolazione era sconvolta, non avrebbero mai pensato che il loro beneamato Governatore potesse lasciarli così presto, perciò le cose furono fatte in fretta per evitare rappresaglie. Tuo zio venne proclamato Governatore, anche se ancora non so se ottenne la carica onestamente oppure corrompendo i parlamentari. La popolazione lo appoggiava, perché era il fratello di tuo padre e pensavano che avrebbero proseguito il suo lavoro di espansione dei confini in maniera pacifica, nessuno vedeva il suo lato negativo. Ovviamente, tu non avresti in alcun modo ereditato la sua carica, visto che avevi solo dodici anni." Faccio una smorfia. Saranno bastate due lacrime in diretta e quella massa di persone sarà rimasta commossa dai sentimenti di quel falso di mio zio.

"Adesso le cose sono abbastanza controverse. Ciò che tuo padre aveva costruito con fatica sta lentamente andando in malora. L'Unione sta conquistando sempre di più e sono aumentati anche i processi per crimini contro il potere centrale. Tu sei stata l'ultima, in questo periodo, ma sicuramente ce ne saranno altri. E non sei stata nemmeno l'ultima condannata pubblicamente, molte altre persone hanno subito condanne, seppur più leggere della tua. Fustigazioni, imprigionamenti, torture, è diventato tutto normale oggigiorno. L'espansione non è più pacifica com'era una volta, ora si conquista con la forza. Molti nuovi pianeti, infatti, non sono d'accordo e non hanno intenzione di entrare nell'Unione. A tuo zio questa cosa non piace, però non ha ancora trovato un metodo per risolverla."
"C'è sempre stato l'esilio come pena?"
"Sì, ma era usato solo in casi di estrema gravità. Ora è decisamente più comune, è utilizzato impropriamente."
"Forse le persone si stanno ribellando perché si stanno rendendo conto di che persona è il loro amato capo."
"Forse. O, più semplicemente, tuo zio è un folle e processa chiunque non sia d'accordo con lui. Penso che arriverebbe a processare sua moglie, se non obbedisse ai suoi ordini."
"Credo sia molto più probabile."

"Come ti senti dopo tutto questo racconto?" Mi domanda il ragazzo.
"Confusa. Arrabbiata. Addolorata. Più che altro arrabbiata. Voglio vendetta per i miei genitori. Mi sento enormemente in colpa a non ricordare nulla di loro, perciò voglio ancora di più che sia fatta giustizia. La gente deve sapere." Stringo i pugni. Ora sento solo l'impellente bisogno di sfogarmi.
"Non puoi ucciderlo, G, è troppo protetto. Infiltrarsi nel suo palazzo senza dare nell'occhio è impossibile. Per quello hai cercato di smascherarlo attraverso la pubblicazione di documenti segreti, così dopo la popolazione gli si sarebbe ritorta contro e tu non avresti rischiato troppo la vita. Purtroppo, non è andato a buon fine, ma troveremo un altro modo per incastrarlo."
"Dobbiamo riprovare al più presto, dobbiamo pensare a un piano."
"Da soli non possiamo fare molto, siamo in due contro un governo intero. Ci serve Mike, solo lui sa dov'è il chip col virus." Virus? Cosa contiene quel chip?
"Cosa c'è nel chip? L'ho sognato e ricordo di averlo protetto con la mia vita, per poi affidarlo a Mike."
"Quel chip è l'arma che abbiamo cercato di utilizzare. Lì dentro c'è un virus che pubblica sulla rete tutti i file presenti in un computer. L'abbiamo creato io e Mark." Fischio. Apperò, il signorino. È davvero un hacker professionista.
"Ci si può mettere in contatto con Mike?" Immagino già la risposta, però provo lo stesso.
"No. È in un carcere di massima sicurezza. Nessuna comunicazione entra e nessuna esce, a meno che non sia autorizzata. È totalmente isolato dal resto dell'universo." Ecco, appunto.
"E tu non puoi ricreare il virus?"
Mi stanno frullando in testa mille idee, anche se credo che la maggior parte di esse siano impossibili da realizzare.
"Non da solo, non ne sono in grado."
"E con Dave?"
Ci pensa un attimo. "Se fosse in condizioni normali, forse sì. Ora non credo. Se hanno criptato le informazioni, di sicuro saranno criptati anche i moduli segreti sui virus."
"Sul tuo portatile non hai nulla?"
"Ho solo il programma che intercetta i messaggi. Il resto ho dovuto cancellarlo dopo il tuo esilio. Mi tenevano d'occhio ed era troppo rischioso avere programmi troppo potenti. Già quello che avevo lasciato ho dovuto nasconderlo in modo che non potesse essere rilevato." Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo! 

"Signorina, mi permette di intervenire?" Si intromette Dave.
"Dave! Sei resuscitato!"
"Più o meno. Ho sbloccato quasi tutte le informazioni riguardanti lei e la storia dell'Unione."
"Cosa volevi dirci?"
"Non c'entra molto con il vostro discorso. Volevo solo raccontarle la mia origine." La sua.... origine?
"Dimmi tutto."
"Signorina, io sono stato creato da sua madre Jacqueline. Il signorino Frank le ha raccontato di come sua madre avesse colpito suo padre col progetto dell'intelligenza artificiale. Quel prototipo ero io. La sua idea era di creare un'intelligenza artificiale ad immagine di una persona reale; grazie a John Morgan, Jacqueline riuscì a crearlo. Per sdebitarsi creò me ad immagine di John; inserì la sua voce, il suo modo di parlare e gli diede un archivio di informazioni vastissimo. Ecco come sono nato. Mi chiamò Dave, l'abbreviazione di David, che era il secondo nome di John." Quindi Dave è tutto quello che rimane di mio padre. Ecco perché è sempre stato così premuroso con me.
"G, non lo sapevo questo. Sapevo solo che tua madre aveva presentato a John un progetto, ma non sapevo che quel progetto fosse Dave." Frank cerca la mia mano e la stringe. Non mi accorgo neanche della sua stretta, sono troppo incredula.
"Dave, grazie. Non so che altro dire." Il pollice di Frank sta disegnando dei cerchi sul dorso della mia mano -perché lo fa?- e Dave fa la sua solita risatina digitale.
"Ringrazi sua madre, Gwen. È merito suo se sono qua con lei."

Il computer di Frank suona e ci fa sobbalzare. Con mio dispiacere, la sua mano scivola via dalla mia e inserisce la password in un turbinio di dita.
Il ragazzo spalanca gli occhi e poi mi fissa spaventato.
"Hanno messo una taglia sulla mia testa."

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Vi ho distrutto la ship tra Gwen e Dave, ammettetelo.

Space, The Last FrontierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora