XIII

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Un giorno all'avvicinamento.

Stanotte ho dormito poco. Ho deciso di non dare ascolto a Dave e smettere con i sonniferi; per di più, in cucina ho scoperto una bevanda chiamata caffè che mi piace troppo e mi tiene sveglia. La prima volta che l'ho assaggiata ho tenuto gli occhi sbarrati verso il soffitto della camera per gran parte della notte. Ormai ne abuso, ne avrò bevuto qualche litro e si nota da come non riesca a tenere ferme le dita.
Dave è contrariato perché ho deciso di ignorare i suoi consigli, si è indispettito parecchio quando gliel'ho detto, ma ora sembra che mi abbia perdonata. Mi sorprendo ogni giorno a parlare con lui, se non sapessi di star parlando con un'intelligenza artificiale penserei di certo di conversare con una persona in carne ed ossa. È incredibile come il suo creatore sia riuscito a imprimergli così tante sfaccettature della personalità umana, deve esserci dietro un lavoro inimmaginabile.
Una volta ho domandato a Dave se si ricordasse qualcosa di colui che l'ha progettato, ma non è riuscito a trovare informazioni ed è parso deluso. 

Ho appena ripassato per la millesima volta il capitolo. Domani dovrò compiere la manovra e deve andare tutto come ho previsto; non può, e non deve, andare in modo diverso. Ho passato tanti giorni a studiare e se sbagliassi qualcosa ce l'avrei a morte con me stessa per aver fallito ad eseguire l'unico compito che avrei dovuto saper fare. Provo molte emozioni nello stesso tempo: eccitazione per la mia prima manovra di pilotaggio, ansia da prestazione, terrore di finire ancora più lontana dalla civiltà, timore del futuro che incontrerò se la manovra riuscisse. Tutta la sicurezza che ero riuscita ad accumulare negli ultimi giorni sta lentamente svanendo via, ormai spero solo vada tutto per il meglio.
Sto riguardando con attenzione i fogli con i calcoli che Dave ha stampato. Dovrò utilizzare più carburante di quello che avevamo inizialmente previsto e ciò non fa che aggiungere tensione alla situazione. Avevo messo in conto quanta energia fosse necessaria a sfuggire alla gravità di una stella; seppur debole, la velocità di fuga è molto elevata, molto più di quella necessaria per scappare all'attrazione di un pianeta. Se compirò questa impresa titanica e attiverò al momento giusto i propulsori per la velocità luce, otterrò una velocità elevatissima e il carburante non sarà più un problema.
E poi chissà.
Non ho la minima idea di quanto tempo potrebbe volerci per raggiungere un pianeta abitato. Potrebbe essere un mese come un anno. Magari sono stata torturata sulla nave per farmi raggiungere questo disabitato buco di culo spaziale senza che me ne accorgessi e quindi la distanza è ancora maggiore.
Dovunque la civiltà sia, l'importante è che ci possa arrivare prima che le mie scorte di carburante e cibo finiscano. E prima che la mia mente ceda veramente.

In realtà, a ragionarci meglio, non credo sia così fondamentale raggiungere un pianeta. Basterebbe arrivare abbastanza vicino alla portata della rete dell'Unione, in modo che Dave riesca a collegarsi e a chiedere aiuto, oppure scaricare informazioni complete sulle rotte. Sorge un problema anche in questo scenario: e se non fosse possibile scaricare le informazioni che mancano nella sua memoria?
Ogni possibilità presenta problemi e incognite che non posso risolvere, dovrei smetterla di pensarci.
Dave non è molto d'aiuto a tranquillizzarmi: da ieri ha impostato un conto alla rovescia su uno degli schermi della cabina di pilotaggio, così da tenere d'occhio il tempo che mi rimane prima dell'operazione. L'ha installato perché non perdessi di vista il tempo, l'ha fatto con buone intenzioni, peccato che mi metta addosso soltanto dell'ansia in più.
Devo fare qualcos'altro che mi distragga, oppure morirò d'ansia.
Vado in camera e apro il libro che ho sul comodino. Harry Potter mi ha presa un sacco, tanto che ho già iniziato il terzo libro della saga. La storia del mago e dei suoi amici Ron ed Hermione mi sembra familiare, magari l'avevo già letto prima, e forse è per questo che mi sta piacendo così tanto.

Leggendo riesco a distrarmi e rilascio la tensione accumulata nei giorni precedenti. È davvero terapeutico, molto più che dormire.

Dopo aver cenato, Dave salta fuori all'improvviso dicendo "Signorina, prima di dormire le consiglierei di ascoltare un po' di musica terrestre." Musica? Ha veramente della musica in memoria?
Il documentario mi ha spiegato, anche se me lo ricordavo, che dopo la distruzione della Terra e la dispersione della popolazione nei vari pianeti dell'Unione, la musica è diventata solamente un ricordo. Certo, ogni pianeta ha la sua musica tradizionale, però di persone che compongono canzoni non ne esistono quasi più. Tutta la tradizione musicale terrestre, che era anche apprezzata negli altri pianeti da quando l'inglese è diventato lingua ufficiale dell'Unione, è andata perduta negli anni. Ma su questa nave dispersa nel nulla ci sono dei file musicali! Beh, almeno se devo morire, morirò con stile sulle note di una canzone.
"In memoria ho musiche risalenti anche a molti decenni prima delle basi su Marte da parte dei terrestri." Dice Dave.
"Dave! Ma quella è la musica migliore! Che cosa c'è?"
"Molti file, Gwen. Guardi lei cosa preferisce."
Non ricordo i miei gusti, ma sono sicura che saprò scegliere bene. Sullo schermo della camera appare un elenco in ordine alfabetico di titoli di canzoni; prima ancora che possa iniziare a guardarlo, Dave fa un suono simile a una risatina. "Se permette, io sceglierei questa."
L'elenco scorre fino alla S, poi si ferma e un titolo si illumina. La musica si diffonde in tutta la stanza.

Ground Control to Major Tom
Ground Control to Major Tom
Take your protein pills and put your helmet on
Ground Control to Major Tom

Me la ricordo benissimo questa canzone: Space Oddity di David Bowie. Una canzone decisamente vecchia, ma con un testo bellissimo e soprattutto adatto ad un viaggio nello spazio.
"Ottima scelta, Dave." Rido e la canticchio sottovoce. So pure le parole, wow.
"Grazie, signorina."
"Fai una playlist con canzoni che ti sembrano adatte a sciogliere il nervosismo. Domani ne avrò bisogno per effettuare la manovra."
"Scelta curiosa, signorina. Lo farò."
Sulle note di Space Oddity trascorro gli ultimi momenti della giornata, per poi collassare sul letto addormentata.

Space, The Last FrontierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora